Attualmente, il Regno Unito detiene un'indiscussa leadership mondiale nel promettente settore dell'energia mareomotrice. I numeri - contenuti nel rapporto "UK Marine Energy 2019. A new industry" - parlano di 1.287 MW di impianti installati alimentati dalle maree e di 10 MW da moto ondoso, con ottime previsioni di crescita per i prossimi anni; per il 2025 risulta infatti già pianificata una nuova capacità installata da moto ondoso pari a 180 MW.

I siti di ricerca e sviluppo su queste tecnologie, inizialmente localizzati nella sola Scozia, sono oggi diffusi in tutto il Regno Unito. Oltre infatti al celebre Centro europeo per l'energia marina (EMEC) di Orkney e al WaveHub della Cornovaglia, vanno segnalati nuovi siti importanti come il Perpetuus Tidal Energy Center sull'isola di Wight e l'area di Morlais, in Galles, dedicata alla sperimentazione sull'energia dalle maree.

Dati risalenti al 2016 stimano in circa 1.700 il numero totale delle persone che, nel Regno Unito, lavorano nel settore dell'energia mareomotrice. Alcune previsioni vedono per il comparto una crescita che potrebbe portare a oltre 22.000 posti di lavoro entro il 2040. Cifre davvero importanti, ancor più se si considera che la creazione di queste nuove opportunità lavorative sarà localizzata in aree periferiche, come le Highlands e la costa britannica occidentale, spesso caratterizzate da scarse possibilità di occupazione e/o da processi di deindustrializzazione.

Oltre ai benefici interni in termini occupazionali e ambientali, l'interesse e l'investimento britannico per queste tecnologie nasce con l'obiettivo di mantenere anche per i prossimi decenni la leadership di un settore industriale che potrebbe valere fino a 76 miliardi di sterline al 2050. Settore che, al momento, non vede ancora una grande concorrenza, visto che ad oggi nel solo Regno Unito risultano installati più impianti di questo tipo che in tutto il resto del mondo messo insieme.

MeyGen, il più grande impianto mareomotrice esistente, situato al largo della punta settentrionale della Scozia, è composto da una serie di grandi turbine - simili a quelle eoliche - installate sul fondale marino. Questo impianto ha realizzato un nuovo record mondiale per il settore dell'energia marina: nel 2018, in un solo mese, ha immesso in rete ben 1.400 MWh di energia elettrica, sufficienti ad alimentare l'equivalente di 5.420 abitazioni. Altrettanto eccezionali i risultati dell'impianto Scotrenewables SR2000 da 2 MW, il cui aspetto ricorda una barca con i rotori appesi a un dispositivo che galleggia sulla superficie. Questo prototipo, che nelle prime 24 ore di funzionamento continuo ha raggiunto un capacity factor superiore al 38%, ha generato nel suo primo anno di vita più elettricità di quanta ne sia mai stata prodotta nei 12 anni precedenti da tutti i dispositivi alimentati da moto ondoso e maree presenti in Scozia.

Ma se il Regno Unito si muove a grandi passi, di certo l'Irlanda non intende restare a guardare. Anche perchè i risultati di un'approfondita indagine nazionale risalente al 2005 mostrano per l'isola un potenziale teorico di energia mareomotrice pari a 525.000 GWh; per dare un'idea dei numeri in gioco, basti pensare che il fabbisogno totale di energia elettrica della repubblica irlandese non supera i 30.000 GWh. Un successivo report governativo del 2014 ha identificato in 31.100 i megawatt massimi installabili lungo le coste dell'isola, senza avere impatti negativi sull'ambiente.

Forse il più interessante dispositivo sperimentato in Irlanda è rappresentato dalla turbina OC1, testata - in una scala prototipale di 1:10 - a partire dal 2015 dall'azienda GKinetic nell'area portuale della città di Limerick. Le turbine idrocinetiche progettate dalla GKinetic, grazie al supporto economico dei fondi UE e dell'Ocean Prototype Development Fund della SEAI (Sustainable Energy Authority of Ireland), hanno la caratteristica di poter funzionare, indifferentemente, sia con il flusso idrico fluviale che con quello creato dalle maree. Attualmente GKinetic, a seguito degli ottimi risultati operativi ottenuti col prototipo, sta collaborando con DesignPro Renewables per sviluppare, testare e commercializzare due versioni della propria turbina, una da 25 kW e una da 60 kW.

Le stime contenute nell'Energy Technology Perspective della IEA prevedono, entro il 2050, la possibilità di installare fino a 337.000 MW di potenza mareomotrice. Si tratta di un mercato potenziale nel quale Regno Unito e Irlanda sembrano al momento voler diventare i leader indiscussi in termini di know-how e capacità di esportazione.