La tecnologia blockchain, nata con il bitcoin come strumento alternativo di pagamento, sta mostrando importanti ambiti di applicazione in molti settori, grazie ai valori di fiducia, trasparenza, certificazione, collaborazione, ecosistema che sono insiti nella tecnologia stessa.

Blockchain è un paradigma rivoluzionario perché capace di rendere affidabili, rapidi, trasparenti e sicuri i processi che collegano gli attori di un ecosistema di business. 

Gli esempi concreti che si stanno sperimentando nel mondo sono molteplici; ne facciamo di seguito un elenco dimostrativo, certamente non esaustivo:

-       Finanza (pagamenti, trade finance, prestiti)

-       Assicurazioni (micro assicurazioni, claim automatici con gli smart contract)

-       Logistica (tracciatura end to end merce trasportata)

-       Pubblico (trasparenza nelle gare, nei bandi, nei concorsi)

-       Processi di riconoscimento clienti e fornitori (KYC)

-       Media (valorizzazione digital media contents)

-       Farmaceutica (certificazione dati nei clinical medical trial)

-       Tracciatura filiere industriali (dal cibo alla moda)

-       Anticontraffazione per molte industrie (tutela made in Italy, gestione su pezzi di ricambio originali)

-       Healthcare e dati paziente (controllo filiere protesi sanitarie)

-       Trasparenza a certificazioni raccolta rifiuti (anche tracciatura rifiuti pericolosi)

Anche nelle industrie Energy, la blockchain può avere concrete applicazioni, focalizzandosi su processi e aree di business dove applicare i valori alla base di questo nuovo paradigma: ecosistema, trasparenza, fiducia, tracciabilità, consenso tra i partecipanti, certificazione delle azioni e degli eventi difficilmente risolvibili con tecnologie più mature. A supporto di questa asserzione vi proponiamo due casi concreti realizzati da IBM nel mondo.

1. Carbon Emission Reduction: IBM sta lavorando con Energy-Blockchain Labs (società, con sede a Pechino) per lo sviluppo di una piattaforma di gestione dei carbon emission reductions (CER) che vengono negoziati all’interno di un mercato di libero scambio, attribuendo ad aziende ed enti la quota massima di energia proveniente da fonti non rinnovabili utilizzabile all’interno dei propri processi produttivi.

«La nostra piattaforma – si è detto convinto Cao Yin, Chief Strategy Officer di Energy Blockchain Labs – darà un impulso decisivo al controllo delle emissioni di anidride carbonica, che è una questione annosa per la Cina, principale emettitore di CO2».

Il processo (che ha un’analoga implementazione nell’ETS in Europa) presenta elementi critici nella trasparenza, nella possibilità di frodi (le famose frodi carosello) e nell’efficientamento del trading e distribuzione fra i plant del singolo produttore. Il ricorso alla blockchain permetterà di affrontare queste criticità. Tracciando ogni singolo passaggio, le frodi vengono identificate; anche le responsabilità sono facilmente attribuibili ai vari attori della filiera. Infine, considerando che tutte le comunicazioni, le negoziazioni e gli accodi presi lasciano traccia e vengono condivisi tramite un processo di consenso dagli stessi attori si riduce la possibilità di dispute.

2. Blockchain per il bilanciamento della rete elettrica: il crescente apporto delle fonti rinnovabili nella generazione elettrica è alla base di una maggiore volatilità delle forniture, che sempre più spesso rischia di tradursi in una mancata sicurezza degli approvvigionamenti. In tal senso, l’utilizzo della tecnologia blockchain può garantire un migliore bilanciamento delle reti elettriche. È sulla base di questo convincimento che il gruppo TenneT ha avviato un progetto blockchain-based e in particolare sull’Hyperledger Fabric di IBM, che permette di integrare diversi nuovi provider anche di tipo “casalingo” nella rete elettrica. Questo permetterà al sistema di accogliere o stoccare energia rinnovabile anche sfruttando sistemi di produzione e accumulo di piccole dimensioni, come ad esempio le batterie solari di abitazioni private, e di mantenere la continuità della fornitura sulla rete. La sfida è lavorare su un bilanciamento della domanda e dell’offerta: in caso di squilibrio, TenneT deve essere in grado di intervenire con elettricità aggiuntiva o utilizzando la capacità di riserva attingendo anche dalle fonti di energia private.

In un primo pilot si è lavorato con soggetti privati proprietari di un veicolo elettrico che rendono disponibili le batterie delle loro auto allo scopo di contribuire al bilanciamento del grid TenneT.
La soluzione blockchain è progettata per permettere a ciascuna vettura di partecipare al progetto registrando la disponibilità e le azioni in risposta alle richieste di TenneT. In un secondo pilot in Germania, con la eServices del Gruppo Sonne, l’intervento di una rete di batterie solari di tipo residenziale serve da un lato a stabilizzare la rete quando si riduce la produzione di energia eolica o si verifica una emergenza legata alla capacità di trasporto, e dall’altro a stoccare energia nelle batterie stesse quando la produzione è in eccesso.

La funzione della Blockchain in questo progetto risiede nel processo digitale di verifica e di documentazione di tutti i valori di prestazione ed utilizzo di ciascun dispositivo e di ciascuna sorgente di energia e nella certificazione trasparente dei valori immagazzinati ed utilizzati sulle batterie solari dei privati.

«Il grande vantaggio della blockchain applicata alla gestione dei microgrid nei sistemi energetici – ha spiegato Thomas Zimmermann, CEO della Digital Grid Business Unit di Siemens – è che abilita una maggior trasparenza nella compravendita di energia tra i soggetti e i sistemi di distribuzione interessati».

Sul mercato italiano gli attori più importanti stanno iniziando a valutare e sperimentare use case (non aiutati dalla attuale legislazione) promettendo di recuperare il piccolo ritardo attuale.