L’ultimo decennio è stato un periodo molto critico per le attività della petrolchimica di base e della raffinazione in Europa. La crescita della produzione chimica e della raffinazione a basso costo in Asia, unita al crollo dei margini di raffinazione in Europa, hanno messo a dura prova questo comparto e hanno portato alla chiusura di numerosi stabilimenti nel Vecchio Continente. Nel solo periodo 2008-2014 i consumi di carburante si sono ridotti del 20%. Dal 2009 sono state chiuse 11 raffinerie in Europa, per una capacità complessiva di 1,4 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno (mil. boe/g).

Parallelamente, le normative legate alla tutela dell’ambiente e al contrasto del cambiamento climatico producono impatti significativi sul downstream petrolifero (riduzione delle emissioni di gas serra legate ai carburanti, obiettivo di additivazione del 10% di biocarburanti - su base potere calorifico - nei carburanti trazione entro il 2020).

La tecnologia EcofiningTM ed il progetto “Green Refinery”: innovazione di processo

Per affrontare le sfide poste dalla crisi strutturale, Eni ha valorizzato i risultati dei propri investimenti in ricerca ed ha scommesso sulla riconversione dei siti industriali meno recenti.

Il risultato è stato la costruzione della Bioraffineria di Venezia: prima bioraffineria al mondo ottenuta dalla conversione di una raffineria tradizionale, utilizzando un brevetto depositato Eni.

La riconversione ha comportato costi di investimento di circa il 75% più contenuti rispetto alla costruzione ex-novo di una bioraffineria e ha ricevuto il pieno supporto degli attori economici locali poiché ha consentito il mantenimento sostanziale dei livelli occupazionali. Il sito è quindi perfettamente integrato con la realtà territoriale che lo ospita. Il processo utilizzato ed il prodotto finale ottenuti a Porto Marghera sono resi possibili dall’applicazione di soluzioni tecnologiche innovative, frutto di un’intensa attività di ricerca e sviluppo tecnologico e della collaborazione con partner autorevoli.

L’impianto utilizza la tecnologia proprietaria Ecofining™ sviluppata a partire dal 2005 grazie alla partnership con l’azienda americana Honeywell-UOP. Questa tecnologia – basata sulla idrogenazione completa degli oli vegetali – consente ampia flessibilità rispetto alle cariche biologiche da utilizzare come materia prima, che possono essere costituite da biomasse oleose di vario tipo: oli vegetali, ma anche cariche di seconda generazione (grassi animali, oli esausti di cottura) e cosiddette “advanced” (ad esempio oli da alghe, da rifiuti, da materiale lignocellulosico, ecc.). Il prodotto finito principale ottenuto è un Diesel di elevata qualità, con caratteristiche decisamente migliori rispetto ai prodotti disponibili sul mercato e che permette una maggiore efficienza di utilizzo grazie alla creazione di minori residui nelle camere di combustione.

Fig. 1 – Il processo Ecofining

La bioraffineria di Venezia ha avviato la produzione a maggio 2014 e ha una capacità di lavorazione di circa 360.000 tonnellate/anno (ton/a) di materie prime di origine biologica. Attualmente, è alimentata quasi esclusivamente con olio di palma, che è la materia prima maggiormente disponibile sul mercato, ma gradualmente Eni sta incrementando l’utilizzo di cariche non in competizione con il mercato agroalimentare.

I biocarburanti prodotti (Green Diesel, Green nafta e Green GPL) sono utilizzati da Eni per rispettare le prescrizioni della normativa europea riguardo al contenuto minimo di biofuel nei carburanti (5% nel 2015 fino al 10% previsto al 2020). Il Green Diesel prodotto, in funzione degli economics, può essere venduto sul mercato o miscelato nel gasolio sostituendo volumi di biodiesel che Eni avrebbe dovuto acquistare sul mercato da altri operatori: in altri termini, a fronte del vincolo normativo, Eni ha la possibilità di scegliere tra l’opzione industriale (make) e quella commerciale (buy).

Nel 2014, nell’ambito del protocollo d’intesa siglato il 6 novembre al Ministero dello Sviluppo Economico con le organizzazioni sindacali, le istituzioni e Confindustria, Eni ha anche annunciato la realizzazione a Gela di una seconda bioraffineria che avrà una capacità di lavorazione di circa 710.000 tonnellate di materie prime di origine biologica.

Eni Diesel +: innovazione di prodotto

La disponibilità di un Green Diesel di alta qualità ha permesso alla Ricerca Eni di formulare un nuovo carburante, Eni Diesel +, in grado di coniugare le caratteristiche prestazionali dei carburanti premium di ultima generazione (basso contenuto in aromatici e poliaromatici) con una maggiore attenzione all’ambiente grazie alla presenza di una elevata componente bio (15%).

Eni Diesel + può fornire un contributo immediato alla riduzione delle emissioni sull’intero parco veicolare a gasolio in quanto non è un prodotto rivolto alle sole nuove motorizzazioni ma, proprio per i suoi benefici ambientali, può essere utilizzato con ottimi risultati nel trasporto pubblico in aree ad alta intensità veicolare. Consente inoltre una riduzione dei consumi, il miglioramento della fluidità di marcia e migliori partenze a freddo, minore rumorosità e migliore filtrabilità del gasolio.

I test effettuati sia nei laboratori di ricerca Eni di San Donato Milanese che presso i laboratori di ricerca del CNR di Napoli – Istituto Motori, mostrano risultati molto interessanti per ciò che concerne la riduzione di emissioni inquinanti ed incremento di efficienza motoristica su tutta una vasta gamma di autoveicoli, mezzi trasporto merci (medium e heavy duty) e trasporto pubblico di nuova e vecchia tecnologia.

Le prove effettuate hanno evidenziato una riduzione consistente delle emissioni nocive e in particolare del particolato primario e secondario, responsabili di molte forme di malattie legate all’apparato respiratorio.

I benefici riportati sono riconducibili alle peculiari caratteristiche del nuovo gasolio che presenta un elevato numero di cetano (che determina una maggiore efficienza di combustione) ed un contenuto di componenti aromatici e poliaromatici decisamente bassi, responsabili della formazione di particolato primario durante la combustione. Inoltre la componente biologica, oltre a permettere una migliore e più regolare combustione, riduce le emissioni di CO2 di oltre il 5% rispetto ad un normale gasolio in commercio.

Tab.1-Riduzione Emissioni Inquinanti


Fig. 2 – Caratteristiche di Eni Diesel +

 

Il nuovo gasolio è particolarmente indicato per veicoli che lavorano la maggior parte del tempo in transitorio, come nel caso dei mezzi pubblici che sono soggetti ad innumerevoli fermate, partenze ed accelerate a velocità limitata. In queste condizioni la maggiore efficienza di combustione porta a riduzioni di idrocarburi incombusti, monossido di carbonio e particolato particolarmente elevate, superiori a quelle registrate quando il motore lavora a regime costante.

La maggiore efficienza di combustione e la presenza di additivi detergenti in grado di mantenere ottimale la pulizia degli iniettori, ha permesso di traguardare minori consumi fino al 4% rispetto a gasoli attualmente in commercio e di prolungare gli intervalli di manutenzione e sostituzione dei filtri.

*Giovanni Biscardi: Technology Licensing Contract Manager - Eni Refining & Marketing

Giacomo Rispoli:  Portfolio Management & Supply and Licensing Executive Vice President - Eni Refining & Marketing)