Dal 1° gennaio 2017 cambia in bolletta la parte di costi tariffari, quelli indicati come spesa “trasporto (energia) e gestione del contatore” e “oneri di sistema” che erano pari a poco meno del 50% del totale della bolletta elettrica.

Fino a ieri questi costi pesavano in bolletta non in modo proporzionale ai consumi, ma a prezzi crescenti per scaglioni di consumo, finendo col penalizzare non tanto gli spreconi di elettricità, bensì le famiglie numerose che – a parità di efficienza e di attenzione all’uso – hanno comunque consumi più elevati e le soluzioni tecnologiche più efficienti.

Si è ritenuto pertanto necessario modificare la struttura tariffaria anche per eliminare gli scaglioni di consumo che complicavano la comprensione della bolletta. Dal 2016 è partito questo processo che entrerà a pieno regime nel 2018.

Punti di forza della riforma:

  • Aumenterà la trasparenza delle bollette. L’eliminazione degli scaglioni renderà più facile comprendere quanto si paga per i propri consumi elettrici. Da gennaio 2017 il numero di scaglioni è ridotto da tre a due: è previsto un corrispettivo al kWh per i consumi da 0 a 1.800 e uno per i consumi oltre 1.800. Dal 2018 gli scaglioni saranno eliminati. 
  • Non si penalizza l’utilizzo di tecnologia ad alta efficienza. È il caso dalle pompe di calore che, se installate in zone climatiche adatte, sono impianti di riscaldamento ben più efficienti della caldaia a metano. La struttura tariffaria a scaglioni costituiva una barriera nella scelta e induceva inevitabilmente a preferire la caldaia a metano.
  • Si supera un sistema con sussidi incrociati. I consumatori non residenti, o con contatore superiore a 3 kW, pagavano anche per gli altri che beneficiavano di una tariffa sotto costo, sussidiandoli. La riforma porterà invece a una tariffa allineata al costo del servizio.
  • Scelta della potenza più adatta. Con la riforma tariffaria sarà possibile modificare la potenza del proprio contatore anche di solo 0,5 kW alla volta, in più o in meno, scegliendo il livello più adatto alle proprie esigenze per ottimizzare la spesa in bolletta.

Punti di debolezza della riforma:

  • incremento di spesa per i bassi consumi. L’aspetto critico è dato dal fatto che i clienti con bassi consumi (fino a 1.800 kWh/anno) subiranno degli aumenti non dovuti a cambiamenti del loro stile di vita, bensì ai maggiori importi di quota fissa e potenza. Per attenuare l’impatto è stato deciso di applicare la riforma gradualmente (in due anni).

Se la stima della spesa elettrica per due persone, con consumo di 1.500 kWh/anno e potenza 3 kW, era di 268,5 euro nel 2016, sale a 304,29 euro nel 2017. L’incremento è di 35 euro, pari a +13,3%. Pesa l’aumento della quota fissa e della spesa legata alla potenza del contatore: si passa dai 72,95 euro del 2016 ai 118 del 2017. Invece, una famiglia di 3‐4 persone, con consumi di 3.180 kWh/anno e potenza 3kW, con una spesa stimata nel 2016 di 649,29 euro, pagherà 602,71 euro nel 2017, cioè circa 46 euro in meno (‐ 7,2%).

Passando ai nuovi contatori elettronici, chiamati contatori 2G o di seconda generazione, nei prossimi anni, e‐distribuzione (società del Gruppo Enel) busserà alla porta di molti italiani per la sostituzione dei misuratori giunti a fine vita dei loro 15 anni di durata. La parte più corposa del processo di sostituzione avverrà tra il 2018 e il 2024.

Questi nuovi smart meter faciliteranno il monitoraggio dei picchi di potenza per capire se quella installata può essere rivista al ribasso, per risparmiare.

Il 2G consentirà, inoltre, letture più frequenti, migliorando la fatturazione ed evitando la quota di consumi stimati ancora presenti. Darà inoltre la possibilità di vedere su Pc o smartphone i propri consumi, grazie a delle applicazioni che saranno sviluppate dagli operatori di mercato, e permetterà di avere offerte commerciali più personalizzate.