Per raggiungere l’obiettivo del Net Zero, l’AIE (nei suoi ultimi report, preparati in occasione del recente G20 Energia a Foz do Iguaçu, Brasile) mostra come sia essenziale accelerare, ed in modo significativo, nell’impiego dei biocombustibili sostenibili, senza il contributo dei quali non saremo nelle condizioni di seguire il percorso previsto. A scala globale, dovremmo crescere di 2,5 volte rispetto alla produzione registrata al 2023. Siamo quindi grandemente off-track, al momento.

Produzione di biofuel per feedstock negli scenari AIE

Fonte: OECD/IEA 2024, Carbon Accounting for Sustainable Biofuels”, IEA Publishing. Licence: www.iea.org/t&c

Non solo: AIE osserva anche come diverse delle filiere dei biocombustibili sostenibili siano ormai prossime o già in grado di essere (anche grandemente) Carbon Negative. A titolo meramente illustrativo, l’Agenzia per l’energia riporta alcune stime per diverse di queste filiere, alle condizioni attuali e future, con riferimento alla loro capacità di prestazioni in termini di GHG savings.

Esempio di un sistema di etichettatura dell’intensità carbonica dei carburanti sostenibili

Fonte: OECD/IEA 2024, Towards Common  Criteria for Sustainable Fuels”, IEA Publishing. Licence: www.iea.org/t&c

In realtà entrambe queste considerazioni non sono nuove per l’Europa: nei nostri studi per la Commissione Europea (Development of outlook for the necessary means to build industrial capacity for drop-in advanced biofuels) avevamo già identificato la necessità di incrementare notevolmente la produzione di biofuel sostenibili, proprio 2,5 volte rispetto al dato 2021 (pari a 16,5 Mtoe/y di produzione di biofuel) e sino a 42,8 Mtoe/y. L’industria EU aveva però quantificato in un valore inferiore, 23,6 Mtoe/y, l’obiettivo industrialmente realizzabile al 2030 sulla base delle politiche correnti, mostrando quindi un gap da colmare attraverso policy mirate.

Anche la possibilità di realizzare filiere Carbon Negative è nota da tempo, grazie anche al supporto che la Commissione ha dato allo studio di filiere per la produzione di biocombustibili sostenibili (ad esempio progetti Europei quali BIO4A, e BIKE), sia liquidi che gassosi, ed all’iniziativa delle imprese EU e nazionali più virtuose.

La cosa non sorprende, in quanto la conversione della CO2 in carbonio organico è esattamente l’azione che la fotosintesi svolge, ed a condizioni molto competitive rispetto ad altre soluzioni tecnologiche più onerose e complesse, se la filiera bio è ben progettata.

La dichiarazione finale stessa del G20 include un riferimento esplicito alla capacità di rimozione delle filiere virtuose dei biofuel: “Underscore the crucial role of technologically neutral, integrated, and inclusive approaches to develop and deploy a variety of sustainable fuels and technologies, including for abatement and removal, carbon management, and emission reduction […]”.

Inoltre, di biomasse sostenibili utilizzabili per questo scopo ve ne sono ancora molte, con range variabile in funzione della nostra capacità di mobilizzarle: 310-836 Mt/y al 2030, e 294 - 892 Mt/y al 2050. Il maggior contributo atteso è dalle biomasse agricole, seguito da quelle forestali. Nel periodo 2040-2050 ci si attende poi una significativa quota dalle aree chiamate marginali (severely degraded land nella legislazione EU), dai cover ed intermediate crops, e dalle aree degradate.

Nonostante ciò, non vi è ancora una generale consapevolezza di quelle che possono essere le prestazioni GHG delle filiere ben progettate per i biofuel sostenibili, e li si considerano essenzialmente inevitabili solo nei settori hard to abate dell’Aviazione e del Marittimo, quando il maggior peso delle emissioni dei trasporti ricade sullo stradale. La questione è quindi ancora del tutto aperta, ed al momento attiene paradossalmente più alla comunicazione che al merito.

Inoltre, la nuova Direttiva REDIII apre, rispetto alla REDII, alla possibilità di valorizzare le filiere più performanti in termini di GHG savings. Questo, oltre al favorire le filiere virtuose e stimolare l’innovazione in tal senso, apre uno spazio di lavoro molto importante, soprattutto per quel che saranno gli obiettivi di decarbonizzazione a dover conseguire nel periodo 2030-2040 (ricordiamo l’obiettivo del 90% di riduzione delle emissioni, proposto per il 2040 dalla Commissione EU).

Su questa base, escludere a priori i biocombustibili sostenibili dal novero delle soluzioni percorribili ricorrendo ad una metodologia non corretta, Tank-To-Wheel, invece che Well-To-Wheel o (meglio) LCA, rappresenta un sostanziale errore ambientale, nella predisposizione di roadmap verso Net Zero e Net Negative. Inoltre, l’avanzante desertificazione richiede il contributo delle filiere che possono riportare carbonio e sostanza organica nel suolo, oltre che rimuovere CO2 dall’atmosfera. E su questo insistono altre importanti azioni della Commissione Europea, quali quella della DG Clima su carbon removal and carbon farming (Regolamento appena entrato in vigore in EU).  

Le filiere biofuel virtuose, implementando corrette rotazioni agronomiche e curando la salute del suolo, rappresentano addirittura un supporto alla sostenibilità delle filiere food e feed, al contrario di quello che è il sentimento comune. Queste ultime soffrono gravemente degli impatti del cambiamento climatico, e per questo l’attenzione al suolo, e l’impiego di risorse provenienti dal mondo dell’energia per iniettarle nel settore agricolo tradizionale, può essere una delle soluzioni più efficaci.

Non sono solo le motivazioni socio-economiche, quindi, che spingono a considerare in modo più oggettivo queste filiere bio, ma in primis quelle ambientali. La motivazione alla base di una riconsiderazione dell’impiego di questi biofuel sostenibili in ambito stradale, passenger car od heavy duty che sia, nei motori a combustione interna non è quindi solo legata agli impatti sociali ed industriali, drammatici, che stiamo osservando in Europa, per quanto rilevanti ed oggettivi.

È invece proprio il tema del GHG savings, e quindi del clima, e della salute dei suoli, che dovrebbe essere attentamente considerata.