Le materie prime critiche sono quei componenti di fondamentale importanza economica per l'Europa, indispensabili per il corretto funzionamento e la solidità di una vasta gamma di settori industriali, essenziali per la transizione green. Tuttavia, queste risorse sono soggette a un alto rischio di approvvigionamento in un momento in cui la domanda sta aumentando a livelli senza precedenti.

L'Unione Europea prevede che entro il 2030 sarà necessario un aumento di 18 volte del litio e di 5 volte del cobalto rispetto ai livelli attuali per la produzione di batterie per veicoli elettrici e per lo stoccaggio dell'energia.

Entro il 2050, tali esigenze aumenteranno rispettivamente di 60 volte per il litio e 15 volte per il cobalto. Per quanto riguarda il neodimio, già entro il 2025 potrebbe essere richiesta una quantità 120 volte superiore alla domanda attuale dell'Unione Europea.

Attualmente, l'UE ha identificato 34 materie prime critiche, di cui 17 sono considerate strategiche, con una prevista crescita esponenziale della domanda. Queste materie prime hanno complesse esigenze di produzione e sono quindi esposte a un rischio maggiore di problemi di approvvigionamento. Tra queste rientrano le cosiddette "terre rare", metalli che sono fondamentali in svariati settori, dall'industria elettronica e tecnologica a quella aeronautica e militare. 

Performance Terre Rare Ossido - Prezzi Internazionali (€/kg) rilevazione del 3 maggio 2024

Fonte: Commodity Evolution

Gran parte delle materie prime critiche viene estratta al di fuori dell'UE, rendendo l'Unione dipendente da fornitori esterni. Attualmente, per alcune materie prime critiche, il Vecchio Continente dipende esclusivamente da questi Paesi:

  1. la Cina fornisce il 100% dell’approvvigionamento di elementi delle terre rare pesanti nell’UE;
  2. la Turchia fornisce il 98% dell’approvvigionamento di boro dell’Ue;
  3. il Sud Africa fornisce il 71% del fabbisogno di platino dell’Ue.

Per garantire un approvvigionamento sicuro, efficace e sostenibile di queste risorse, l'Europa ha istituito il Critical Raw Materials Act, un regolamento mirato a tale scopo.

Per ridurre la dipendenza dai paesi terzi, l'UE si è prefissata obiettivi ambiziosi per il 2030, tra cui aumentare l'estrazione, la trasformazione e il riciclo interno delle materie prime. Inoltre, si prevede di limitare la dipendenza da un singolo paese terzo per ciascuna materia prima strategica.

L'adozione di un approccio circolare alla catena di approvvigionamento potrebbe contribuire a garantire un maggiore grado di autosufficienza. Si stima, infatti, che entro il 2040 il riciclo potrebbe soddisfare una parte significativa del fabbisogno annuale di materie prime.

Anche il rame risulta un elemento chiave per la trasformazione del settore energetico verso una maggiore sostenibilità e un'economia a basse emissioni di carbonio, supportando lo sviluppo delle energie rinnovabili, dei veicoli elettrici e dell'efficienza energetica (conduzione dell'elettricità, energia rinnovabile, veicoli elettrici, infrastrutture di ricarica, efficienza energetica, stoccaggio dell'energia).

Pertanto, il fatto che il rame abbia raggiunto recentemente il prezzo di 10.200 dollari la tonnellata (massimi degli ultimi due anni) assume rilevanza nel panorama del mercato dei metalli. Questo aumento è stato trainato dalla crescente domanda delle industrie green e dalla difficoltà delle miniere nel soddisfare questo aumento della richiesta. L'ottimismo è palpabile tra i tori del settore, tra cui BlackRock Inc. e Trafigura Group, che prevedono un ulteriore crescita del rame per stimolare la creazione di nuove miniere e soddisfare la domanda crescente.

Tuttavia, nonostante l'aumento dei prezzi globali del rame, alcuni segnali contraddittori sollevano interrogativi sull'equilibrio effettivo tra offerta e domanda.

L’indicatore noto come premio “Yangshan”, dal nome dell’area costiera di Shanghai dominata dai magazzini di stoccaggio del rame importato nell’ultimo periodo è diminuito notevolmente scendendo  anche sotto lo zero. Al 6 maggio il prezzo è -2,32 euro/ton. Si tratta di un premio regionale, che come altri, viene pagato in aggiunta ai prezzi di scambio globali e offrono quindi un’idea della propensione all’acquisto. Questo movimento al ribasso, suggerisce una domanda sorprendentemente debole per i carichi importati, nonostante il rame abbia raggiunto massimi pluriennali sui mercati internazionali. Una discrepanza che pone domande sulle dinamiche del mercato e sulle aspettative future.

Rame LME - Posizioni Speculative Aperte

Fonte: Commodity Evolution

Sul fronte dei depositi, infine, detenuti dalla borsa London Metal Exchange (LME), il trend prevalente è stato di calo: si è passati  dalle 165.700 tons di inizio anno alle 117.500 tons del 26 aprile, per una variazione negativa del 29%. Al contrario, nell'ultimo mese, gli stocks sono cresciuti del 5%.

Rame Polizza Di Carico Yangshan - Cina (euro/ton)

Fonte: Commodity Evolution 

Si segnala, inoltre una crescita dei depositi di rame russi nei magazzini LME, con una giacenza del 62,13% in marzo rispetto al 51,6% di febbraio (il che implica un maggior peso della Russia), con un’importane percentuale dell’intero stock proveniente proprio da questo paese.

Depositi russi di rame in % nei magazzini LME

Fonte: Commodity Evolution 

Alla Russia, seguono in ordine di quantità (ton): Cile 17.750, Bulgaria 8.675, Perù 3.575, India 3.225, Australia 2.025, Cina 1.150, Giappone 225, Spagna 175, Stati Uniti 150, Germania 50, Corea del Sud 25.

Analizzando invece la stagionalità, si osserva che negli ultimi 10, 20 e 30 anni la media dei prezzi abbia registrato a fine aprile  sempre un massimo annuo, per poi tornare verso il basso nel mese e mezzo successivo.

Stagionalità sul rame LME

Fonte: Commodity Evolution

La decisa risalita del rame LME con consegna a 3 mesi ha raggiunto un massimo che non si vedeva da 2 anni, portandosi in area 10.208 doll/ton. L'attuale spinta rialzista difficilmente potrà durare ancora, anche se al momento gli indicatori non suggeriscono nessun rallentamento della salita.

Tuttavia, una pausa fisiologica dovrebbe essere verosimile, con potenziali rintracciamenti verso i primi supporti posizionati in zona 9.500 doll/ton. Prime conferme in tal senso vanno ricercate nel raggiungimento di una soglia di 9.700 doll/ton. Target di prezzo più ambiziosi si identificano in area 9.200 doll/ton.

Rame LME Cash €/ton Bloomberg giornaliero

Fonte: Commodity Evolution

Convertito in euro, un'eventuale flessione dei prezzi del rame, con un cambio euro/dollaro stabile intorno a quota 1,0600, potrà spingere nel giro di due/tre mesi i prezzi verso zona 8.900 €/ton.

Target per il mese di maggio 2024 

Fonte: Commodity Evolution