L’acqua è un elemento vitale e da sempre regola la vita sulla Terra, disciplinandone gli equilibri. Negli ultimi decenni i mutamenti nel clima globale hanno avuto conseguenze significative sul ciclo dell’acqua e sulle risorse idriche del pianeta. Eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, sono sempre più frequenti e intensi, comportando impatti negativi in tutto il mondo. Pertanto, risulta imprescindibile una efficace strategia d’azione integrata sulla sostenibilità degli attuali modelli di gestione e utilizzo delle risorse.

L’Accordo di Parigi del 2015, che si è posto come obiettivo principale quello di mantenere al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali la crescita della temperatura media globale sulla superficie delle terre emerse e degli oceani entro la fine del secolo, limitandola a 1,5°C, è già considerato utopico. L'Italia è direttamente coinvolta nel cambiamento climatico e nelle sue conseguenze. Situata nel cuore della regione mediterranea, la penisola è soggetta a un riscaldamento più rapido rispetto alla media globale, dovuto alle sue caratteristiche morfologiche. Il Paese ha subito gravi conseguenze dalla siccità, posizionandosi al posto in Europa per la quota di territorio esposto a siccità severo-estrema negli ultimi due anni, che ammonta al 13,2%, superando di 5,6 punti percentuali la media.

Partendo da queste considerazioni la Community Valore Acqua per l'Italia di The European House – Ambrosetti ha condotto un'analisi dettagliata dei dati per valutare lo stato attuale della gestione delle risorse idriche nel nostro Paese, elaborando proposte di policy e azioni concrete per lo Stato.

In primis, nonostante l'aumento della pressione sulla risorsa idrica, l'Italia rimane uno dei Paesi europei più idrovori, posizionandosi al posto in Europa per consumo domestico di acqua potabile, con una media di 62 m3 annui pro capite. Uno dei motivi di tale deresponsabilizzazione del consumo idrico da parte degli italiani si può ricollegare alla limitata tariffa idrica nazionale, pari a 2,1 euro/m3 nel 2022, che colloca l’Italia al 19° posto della classifica europea, con un valore quasi 5 volte più basso rispetto a quello del 1° classificato, la Danimarca (9,9 euro/m3). Considerato che in Italia circa l'80% degli investimenti nel settore idrico è finanziato attraverso la tariffa e che ogni euro aggiuntivo di tariffa si traduce in 15 euro di investimenti pro capite in più, emerge la necessità di adottare una tariffa adeguata al fine di sostenere gli investimenti nel Servizio Idrico Integrato. Infatti, un ridotto tasso di investimenti comporta un patrimonio infrastrutturale vetusto e inefficiente: le perdite idriche percentuali nel 2021 raggiungono una quota del 41,2% sul totale dell’acqua distribuita, posizionando l’Italia al quartultimo posto in Unione Europea.

Prelievi di acqua a uso potabile per abitante nei Paesi UE-27+UK (m3 per abitante), 2021 o ultimo anno disponibile

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2024

Risulta pertanto necessario realizzare un adeguamento tariffario al rialzo, creando una roadmap programmata con l’obiettivo di raggiungere il volume medio europeo entro il 2030 e allinearsi ai top-10 Paesi entro il 2050, garantendo un’efficace «risposta» nella crescita della copertura degli investimenti.

Ciò permetterebbe inoltre di supportare la filiera dell’acqua italiana, che vanta già una solida base industriale, con competenze e innovazione all’avanguardia. Nel complesso, nel 2022 la filiera estesa dell’acqua ha generato un Valore Aggiunto complessivo di 367,5 miliardi di euro: senza la risorsa acqua un quinto del PIL italiano non potrebbe essere generato. Affinché tale filiera mantenga questa competitività e reagisca efficacemente alle nuove sfide poste dal cambiamento climatico, è importante che vengano adottati due paradigmi: il modello “Circular Water” e quello “Smart&Digital Water”.

Il paradigma circolare mira a garantire una gestione sostenibile e circolare dell'acqua lungo tutto il suo ciclo di vita. Questo modello promuove l'efficienza e l'espansione delle infrastrutture per la raccolta delle acque piovane, come i bacini e gli invasi, la salvaguardia a lungo termine delle falde acquifere, la riduzione delle inefficienze nel sistema idrico, il riuso dell'acqua attraverso il rafforzamento delle infrastrutture di depurazione e la ricerca di fonti alternative e complementari di approvvigionamento idrico, come ad esempio i dissalatori.

Al contempo, il paradigma digitale enfatizza l'importanza dell'innovazione e della tecnologia per favorire la transizione circolare della filiera dell'acqua. La tecnologia può migliorare la gestione dell'acqua attraverso l’implementazione di sistemi automatizzati e predittivi per monitorare la rete idrica e ridurre le perdite, l'installazione di smart meter per aumentare la consapevolezza del consumo idrico e ridurlo e l'adozione di sistemi di irrigazione agricola tecnologicamente avanzati per minimizzare l’input idrico. Con particolare riferimento a quest’ultimo obiettivo, può essere funzionale prevedere l’introduzione di sistemi premianti o «Certificati Blu», a seconda del settore di utilizzo, per incentivare il risparmio idrico e la riduzione dei prelievi da parte di tutti gli utilizzatori della risorsa idrica.

Affinché questo modello sostenibile e circolare di gestione e utilizzo dell’acqua sia adottato in maniera pervasiva nella quotidianità di tutti i cittadini e le aziende, risulta essenziale attivare programmi di educazione sul valore dell’acqua. Per ottenere un’azione strutturata di sensibilizzazione sull’importanza dell’acqua come risorsa scarsa e strategica, occorre una stretta collaborazione tra le Istituzioni locali e nazionali. Infine, per rispondere alle sfide crescenti del settore occorrono corsi innovativi per la creazione di competenze sull’acqua, nonché un upskilling e reskilling dei professionisti del comparto.

In generale, per rispondere efficacemente alle nuove sfide che il cambiamento climatico pone al settore idrico, occorre elaborare una visione-Paese di medio-lungo termine sulla gestione efficiente e sostenibile della risorsa idrica, che coinvolga tutti gli stakeholder della filiera estesa dell’acqua in Italia, e che sia capace di attrarre investimenti e innovazioni tecnologiche, rendendo la gestione sostenibile della risorsa acqua un asset competitivo e di sviluppo per l’Italia.

Lorenzo Tavazzi è Senior Partner e Responsabile Area Scenari & Intelligence e  Benedetta Brioschi, Partner e Project Leader della Community Valore Acqua per l’Italia, The European House - Ambrosetti