La drammaticità delle giornate che stiamo vivendo e la recente dichiarazione del MITE sullo stato di pre- allarme per il sistema energetico nazionale rende quasi inopportuna qualunque riflessione che non sia incentrata sulla gravità della situazione attuale e sulle possibili linee di intervento.

Eppure, proprio per provare a gestire le grandi preoccupazioni di questi giorni, per trovare la lucidità che serve per affrontare situazioni così difficili abbiamo un disperato bisogno di parlare di futuro, di immaginarlo realizzabile e soprattutto vicino. Facendo nostro l’auspicio che anche da questa grave crisi si possa uscire con nuove consapevolezze, magari meno sereni, ma forse più responsabili.

Gli avvenimenti di questi giorni hanno dimostrato quanto la politica energeticadi un Paese sia, nella sostanza, anche la politica sociale ed economica di un Paese. Dalla capacità di avere un sistema energetico sicuro, resiliente ed economicamente efficiente dipende la capacità di sviluppo del Paese stesso, la capacità del sistema produttivo di evolversi e garantire occupazione, crescita, benessere economico e sociale.  

Per questo parlare di politica energetica richiede grande senso di responsabilità.

Alla luce di quello che oggi stiamo vivendo resta il rammarico per un dibattito energetico che negli ultimi anni è stato troppo spesso polarizzato, un dibattito che si è concentrato solo su alcuni aspetti. Abbiamo commesso l’errore di dare per scontata la garanzia di poter sempre disporre di risorse energetiche in abbondanza e a prezzi efficienti e così l’attenzione per la sicurezza e la diversificazione delle forniture è andata scemando.

Nell’immaginare un percorso di transizione di lungo termine abbiamo prestato poca attenzione alla definizione dei tempi. Abbiamo immaginato in tempi troppo brevi di poter fare a meno di alcune fonti energetiche e per questo non ci siamo più occupati delle loro esigenze di sviluppo e di investimento.  

Tuttavia, nonostante l’esperienza drammatica di questi giorni ci riporti a considerare la pace, la sicurezza e la garanzia di benessere sociale ed economico come temi prioritari, la sfida ai cambiamenti climatici resta comunque la nostra sfida esistenziale e non può venir meno il nostro impegno nell’affrontarla.

Certamente questi tempi difficili ci richiamano al pragmatismo e alla concretezza che è essenziale per individuare un percorso che sappia accompagnare l’evoluzione del sistema energetico ma, soprattutto, che sappia accompagnare anche la trasformazione del nostro sistema produttivo verso modelli più sostenibili, garantendo oltre alla sicurezza delle forniture anche una sostenibilità economica e sociale.

Si tratta di una sfida molto complessa ma che non possiamo perdere per non compromettere la competitività della nostra industria e lo sviluppo della nostra economia nazionale.

Per essere all’altezza di questa sfida dobbiamo fare sistema, valorizzare le nostre eccellenze, le nostre infrastrutture e le competenze delle nostre aziende, individuando sinergie preziose.

In quest’ottica deve essere promosso e sostenuto il processo di progressiva decarbonizzazione dei vettori gassosi che sarà essenziale per coinvolgere nel processo di transizione energetica tutti i consumatori, soprattutto quelli dei settori più energivori.

La prospettiva di utilizzo dei combustibili gassosi nel sistema energetico europeo al 2050 appare sostanzialmente stabile rispetto all’attuale assetto. Decisamente diverso sarà il mix dei combustibili gassosi che vedrà la progressiva sostituzione di molecole di metano con molecole di green e low carbon gas,  idrogeno. Va comunque chiarito che anche al 2050 circa un terzo dei combustibili gassosi resterà metano, accompagnato da meccanismi di cattura della CO2.

È importante aver presente questa prospettiva perché ci fa comprendere come i combustibili gassosi continueranno a svolgere un ruolo essenziale nel sistema energetico europeo sia durante il processo di transizione che dopo il 2050 e per questo saranno necessarie delle opportune politiche di investimento. Il processo di decarbonizzazione dei combustibili gassosi dovrà quindi affiancare e accompagnare il processo di decarbonizzazione dell’energia elettrica, con la promozione delle FER, in un processo sinergico e virtuoso.

Un processo in cui, l’esperienza drammatica di questi giorni, ci porterà a considerare la diversificazione come un valore essenziale, diversificazione delle fonti, dei vettori e delle tecnologie. Diversificare per garantire la sicurezza e la continuità delle forniture, la stabilità dei prezzi e la qualità dei servizi energetici, ma soprattutto diversificare per rendere resiliente il processo di transizione energetica. Diversificare che significa anche aprirsi, aprirsi alla possibilità di valorizzare le idee e le tecnologie che verranno, aprirsi a nuove collaborazioni e a nuove sinergie, confidare nel futuro e nel progresso, avere fiducia nell’uomo anche nei momenti più drammatici come quello che stiamo vivendo.