L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha pubblicato ad ottobre il World Energy Outlook (WEO) 2021, pensato come guida alla conferenza sul cambiamento climatico COP26 e che intende analizzare gli impatti degli impegni di riduzione delle emissioni presi finora dai Governi di tutto il mondo e suggerire azioni aggiuntive necessarie a limitare il riscaldamento globale entro la soglia critica di 1,5 °C.

Un primo punto di partenza da considerare con attenzione è che le temperature medie globali hanno già oggi raggiunto un aumento di 1,1 °C rispetto all’era preindustriale. Inoltre, se da un lato, le proiezioni al 2030 degli andamenti attuali e degli obiettivi prefissati sembrerebbero in linea con il trend delineato nello scenario Net Zero Emissions by 2050, dall’altro lato, dalle analisi dell’AIE emerge con preoccupazione che gli impegni presi dai Governi di tutto il mondo in vista della COP26 non saranno sufficienti a contenere l’innalzamento della temperatura sotto la soglia critica dell’1,5°C nel medio-lungo periodo.

In particolare, se questi obiettivi venissero attuati interamente e per tempo condurrebbero, secondo le stime dell’Agenzia di Parigi, a una riduzione del 40% delle emissioni globali di CO2 legate all’energia entro il 2050, ma ad un aumento della temperatura media globale di circa 1,8°C nel 2050 e di circa 2,1 °C nel 2100 sopra i livelli preindustriali. Inoltre, se si ipotizza un andamento del trend a “politiche attuali” (quindi meno ambizioso rispetto agli impegni annunciati), le temperature medie globali nel 2100 raggiungerebbero addirittura i +2,6 °C rispetto ai livelli preindustriali.

Aumento della temperatura negli scenari WEO 2021 (°C), 2030-2100

Fonte: Elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Agenzia Internazionale dell’Energia, 2021.

Il mondo deve quindi fare ancora molto per posizionarsi su una traiettoria in linea con il mantenimento del riscaldamento globale sotto la soglia di 1,5 °C. Questo obiettivo non è però irraggiungibile e il WEO 2021 propone quattro misure chiave che possono aiutare a colmare il divario tra gli impegni presi ad oggi e la traiettoria necessaria. In particolare, le quattro priorità d’azione riguardano l’elettrificazione pulita, l’efficienza energetica, la prevenzione delle perdite di metano dalle operazioni con i combustibili fossili e l’innovazione nel campo dell’energia rinnovabile.

La decarbonizzazione del mix elettrico attraverso l’elettrificazione pulita rappresenta la leva più importante: il settore dell’elettricità ha, infatti, emesso nel 2020 il 36% di tutte le emissioni legate all’energia, più di qualsiasi altro settore. Il carbone rimane la più grande fonte di elettricità in tutto il mondo, causando quasi tre quarti delle emissioni di CO2 del settore elettrico. Una rapida decarbonizzazione del settore elettrico richiede, secondo le stime dell’AIE, un raddoppio della diffusione del fotovoltaico e dell’eolico rispetto allo scenario basato sugli impegni attualmente annunciati. A ciò si aggiunge una grande espansione di altra generazione elettrica a basse emissioni, come l’energia nucleare, l’energia idroelettrica, la biomassa e la geotermia. La decarbonizzazione del settore energetico presuppone anche lo stop agli investimenti in nuove centrali elettriche a carbone non rinnovate, così come strategie per riconvertire quelle esistenti. Inoltre, è di fondamentale importanza investire nell’infrastruttura di rete elettrica e in tutte le soluzioni che garantiscono flessibilità del sistema, a partire dai sistemi di stoccaggio. Infine, bisogna  promuovere l’elettrificazione degli usi finali, a partire dal trasporto e dal riscaldamento.

Un’altra leva è quella dell’efficienza energetica, abilitata da misure volte a temperare la domanda di servizi energetici attraverso l’efficienza dei materiali e il cambiamento dei comportamenti. Nello scenario Net Zero Emissions by 2050, è necessario che l’intensità energetica dell’economia globale diminuisca di oltre il 4% all’anno tra il 2020 e il 2030, più del doppio del tasso medio registrato nel decennio precedente.

È poi di estrema importanza ridurre le emissioni di metano. Ad oggi, il metano contribuisce infatti a circa il 30% dell’aumento globale della temperatura e il settore energetico è una delle maggiori fonti di emissioni di metano. Vi sono diverse tecnologie e misure che il WEO 2021 segnala a questo proposito, quali i requisiti di rilevamento e riparazione delle perdite, gli standard tecnologici di base, il divieto di flaring e venting non di emergenza e tasse sulle emissioni abilitate da sistemi di misurazione e verifica più robusti. Secondo le proiezioni dello scenario Net Zero Emissions by 2050, le emissioni totali di metano da tutte le operazioni con combustibili fossili dovrebbero diminuire di circa il 75% tra il 2020 e il 2030.

Infine, quasi la metà delle riduzioni di emissioni ottenute nello Scenario Net Zero Emissions by 2050 provengono da tecnologie attualmente allo stadio dimostrativo o di prototipo, particolarmente necessarie per decarbonizzare i settori industriali pesanti e i trasporti a lunga distanza, che difficilmente possono essere oggetto di elettrificazione. L’ultimo pilastro fondamentale è dunque rappresentato dall’innovazione nel campo dell’energia pulita, in aree tecnologiche chiave quali le batterie avanzate, i carburanti a basso contenuto di carbonio, gli elettrolizzatori di idrogeno e la cattura e lo stoccaggio del carbonio.

Emissioni di CO2 negli scenari WEO 2021 (Mt CO2), 2010-2050.

Fonte: Elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Agenzia Internazionale dell’Energia, 2021

Dal punto di vista degli investimenti richiesti, portare il mondo al raggiungimento dell’obiettivo di 1,5 °C richiede, fino a quasi 4 trilioni di dollari all’anno entro il 2030. Circa il 70% della spesa aggiuntiva è necessaria nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. La maggior parte degli investimenti dovranno essere effettuati da attori privati che rispondono ai segnali di mercato e alle politiche stabilite dai governi, i cui investimenti dovranno quindi essere incentivati dalle istituzioni finanziarie pubbliche, specialmente nelle aree in cui essi non vedono ancora il giusto equilibrio tra rischio e rendimento.

Se da un lato, il WEO 2021 è stato pensato come guida alla COP26, i risultati di quest’ultima restituiscono un quadro a luci ed ombre. Un risultato positivo è sicuramente rappresentato dal fatto che per la prima volta è stata citata la necessità di ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili, obiettivo tuttavia ridimensionato rispetto all’iniziale necessità di eliminazione degli stessi. Inoltre, non sono stati annunciati nuovi piani di riduzione delle emissioni da parte dei Paesi presenti, i quali saranno chiamati a discuterli nuovamente l’anno prossimo.

L’importanza di agire per contrastare il climate change (e i suoi effetti, già oggi evidenti) è sotto gli occhi di tutti e non è più rimandabile. Gli elementi per costruire la strada verso una società carbon neutral sono stati definiti e sono chiari: è il momento di agire con tempestività e coraggio per lasciare in eredità alle future generazioni un ecosistema sostenibile.