Innovazione e sostenibilità sono le chiavi per un cambiamento che garantisca un futuro al nostro Pianeta. Una transizione verso un modello di economia circolare rappresenta una necessità sempre più urgente per minimizzare l’uso delle risorse e risparmiare nell’utilizzo e nella gestione di materie prime. Per raggiungere gli obiettivi europei e globali occorre investire nello sviluppo di soluzioni tecnologiche sempre più innovative e orientate alla sostenibilità, che ci permettano anche di puntare a target sempre più sfidanti.

Uno degli ambiti più urgenti su cui investire per una transizione verso un nuovo sistema economico globale, è una gestione dei rifiuti che sia in grado di trasformarli in risorse ad alto valore aggiunto. È in questa direzione che si inserisce l’ultimo progetto di Aliplast, che ha da poco siglato un accordo strategico con NextChem, controllata del Gruppo Maire Tecnimont, per la realizzazione di un impianto che farà leva su una tecnologia innovativa per produrre fino a 30 mila tonnellate di polimeri riciclati di altissima qualità a partire da rifiuti plastici.

Con questo accordo Aliplast, azienda del Gruppo Hera, intende dare nuovo slancio a un impegno che da anni la vede fra le realtà di eccellenza, anche a livello internazionale, nel comparto del riciclo e della rigenerazione dei materiali plastici. Prima azienda italiana ad aver raggiunto la piena integrazione lungo tutto il ciclo di vita della plastica e a gestire in completa autonomia e indipendenza il suo ciclo integrato, è presente con impianti anche in Francia, Spagna e Polonia e leader nella produzione di film flessibili in PE e di lastre in PET, con 90 mila tonnellate annue di prodotti finiti/polimeri rigenerati in uscita e oltre il 90% di recupero/riciclo rispetto ai volumi lavorati.

Il nuovo impianto ci consentirà di ricevere e trattare plastiche diverse, che prima trattavamo solo marginalmente (polipropilene, polietile elta densità, ABS, polistirolo), per realizzare polimeri di altissima qualità, dalle caratteristiche analoghe a quelle delle corrispondenti plastiche vergini, in modo tale da poter rispondere con efficacia anche alla domanda dei mercati qualitativamente più esigenti. Sulla plastica, del resto, si tratta di superare l’alternativa fra sostenibilità e qualità. E questo impianto, in coerenza con la tradizione di Aliplast, garantirà l’una e l’altra, avvalendosi di caratteristiche all’avanguardia dal punto di vista ingegneristico, gestionale e di impatto ambientale. Hera già da tempo esplora le applicazioni più innovative delle tecniche di big data analytics, e anche nel nuovo impianto si sfrutteranno l’elevata automazione dei processi, la digitalizzazione e le intelligenze artificiali.

I rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata urbana e gli scarti industriali verranno dunque impiegati in un processo di “upcycling”, ovvero in un trattamento che ne eleva la qualità: usciranno materiali migliori di quelli che vi entreranno. Possiamo parlare, cioè, di un riciclo avanzato, che si avvarrà anche di alcuni passaggi chimici che sfruttano il know-how del nostro partner, Maire Tecnimont, combinato con la nostra esperienza nel riciclo meccanico. L’obiettivo è quello di continuare a servire i clienti offrendo uno spettro sempre più ampio di plastiche riciclate di alta qualità, in direzione di modelli avanzati di economia circolare che siano in linea non soltanto con i target di UE e ONU, ma anche con il New Plastics Economy Global Commitment della Fondazione Ellen MacArthur, importante network internazionale sull’economia circolare di cui il Gruppo Hera – anche e soprattutto grazie ad Aliplast – è membro.

Significativo è l’impatto positivo sull’ambiente. Impianti di questo tipo permettono a determinati comparti produttivi, un tempo obbligati a usare polimeri vergini, di utilizzare polimeri riciclati. Il monitor del computer, la lavastoviglie e altri prodotti simili, che hanno bisogno di plastiche esteticamente molto performanti, possono così diventare più sostenibili, perché le linee di produzione che li realizzano non saranno più obbligate a intaccare le riserve di petrolio e potranno anzi mantenere altissimi livelli di qualità servendosi, finalmente, di plastica riciclata.