Stimolare lo sviluppo e contrastare le criticità delle dinamiche socio-economiche di un territorio utilizzando l’innovazione come driver fondamentale. E’ questa la finalità del Progetto “Opportunità per la Basilicata”, uno studio che ha rivolto il suo sguardo sulla Basilicata, valutandone risorse, punti di forza e di debolezza, in un quadro di coerenza con le indicazioni strategiche e programmatiche elaborate dalla Regione. Il Progetto, voluto e supportato da ENI, ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di lavoro costituito da 31 tra ricercatori e docenti universitari appartenenti ad una rete di eccellenza di centri di ricerca ed università (CNR, Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, Università degli Studi della Basilicata, Università degli Studi Federico II di Napoli, ENEA, FEEM).
Il gruppo di lavoro ha elaborato un Piano di Sviluppo fondato su alcune innovazioni che, partendo dalle vocazioni e senza snaturare il contesto territoriale, potranno accompagnare la Basilicata verso obiettivi che le conferiscano un profilo di eccellenza ed unicità in grado di renderla attrattiva, in uno scenario di economia circolare.
Il Piano di sviluppo ha basato la sua analisi sulle seguenti fasi: mappatura delle risorse naturali esistenti e potenzialmente sfruttabili (acqua, suolo, biomasse) del territorio; analisi del quadro di riferimento normativo e di programmazione regionale; definizione di road-map tecnologiche basate sull’analisi effettuata; individuazione delle traiettorie tecnologiche prioritarie cantierabili nel primo triennio; stima preliminare del potenziale impatto occupazionale.
L’analisi condotta restituisce il quadro di una regione ricca di risorse naturali, con caratteristiche ambientali di pregio, con un distinto profilo rurale ed agroalimentare, con alcuni importanti insediamenti industriali, e con una buona presenza di poli di R&D di eccellenza.
Il Piano di Sviluppo ha definito un decalogo di linee di indirizzo generali, tra cui si segnalano l’urgenza di passare dall’economia materiale a quella della conoscenza, per fare il richiesto salto di qualità, ed il necessario coinvolgimento di tutti i portatori di interesse pubblici e privati. Il Piano evidenzia il ruolo importante dell’ecosistema regionale della ricerca ed innovazione, suggerendo, tra le altre cose, azioni per ridurre il gap tra ricerca scientifica, processi di trasferimento tecnologico e propensione imprenditoriale nei nuovi domini aperti dall’economia della conoscenza.
Lo studio individua quattro domini, che si articolano in undici traiettorie tecnologiche:
- Smart Farming, che prevede lo sviluppo e l’uso di tecnologie abilitanti (ICT, IoT, Sensori, etc.) per la realizzazione di un Network di Aziende Sperimentali intelligenti, e per la messa a punto di applicazioni applicabili in agricoltura, zootecnia, forestazione produttiva;
- Bioeconomia ed economia circolare, che punta alla valorizzazione sostenibile delle biomasse forestali e delle biomasse agroalimentari residuali in filiera corta ed in filiera lunga;
- Energia e mobilità sostenibili, con lo sviluppo di carburanti low-carbon e la generazione di energia da acque reflue e briglie fluviali;
- Industria culturale e creativa, con lo sviluppo di tecnologie ICT per la fruizione dei beni culturali.
- I domini rappresentano settori strategici di intervento, per vocazioni scientifiche, tecnologiche ed imprenditoriali presenti nella Regione Basilicata, per la disponibilità di risorse materiali ed immateriali ad essi correlate e per le potenzialità di sviluppo. Il carattere strategico è collegato alle probabilità di successo, all’entità delle ricadute di tipo economico e sociale ed alla capacità di innescare un processo virtuoso di sviluppo della Regione. I domini tecnologici del Piano di Sviluppo presentano regioni di interazione particolarmente marcate tra i settori Smart Farming, Bioeconomia ed economia circolare, Energia e mobilità sostenibili. Una quinta dimensione tecnologica, rappresentata dal complesso delle Tecnologie Abilitanti riconducibili al Paradigma Industria 4.0 e delle biotecnologie, costituisce un retroterra comune agli altri domini tecnologici.
A titolo di esempio, la traiettoria dello Smart Farm Network si basa sulla realizzazione di una rete di aziende agricole sperimentali distribuite sul territorio, dotate di infrastrutture smart in grado di favorire la ricerca e sperimentazione di soggetti che intendono sviluppare servizi ed applicazioni dedicate all’agricoltura 4.0. Un incubatore diffuso, che utilizza a pieno il sistema di aziende sperimentali pubbliche esistenti e le competenze regionali nel settore dello spazio, del telerilevamento e delle tecnologie di analisi delle immagini delle piante.
Il Progetto ha individuato opportunità di crescita che attendono di essere messe in pratica.