Siamo esseri sociali, quindi non sorprende che le relazioni tra le persone abbiano un impatto sulla nostra capacità di far fronte alla povertà energetica. Nel recente studio che abbiamo condotto, abbiamo scoperto che le persone attivano una serie di relazioni (amici, familiari, consulenti e altri) per accedere più facilmente a servizi energetici adeguati in termini di riscaldamento, mobilità ed elettricità. In maniera inversa, avere accesso ai servizi energetici può far sì che le persone siano più incentivate a formare o mantenere relazioni, con risvolti che possono essere positivi o negativi. Ciò significa in sostanza che quando le persone non hanno forti connessioni sociali o non sono in grado di allacciare e mantenere relazioni, sono più vulnerabili alle sfide della povertà energetica.

La nostra ricerca si è basata su interviste qualitative per analizzare e comprendere la vita quotidiana di un campione eterogeneo di individui. A partire da queste, si è cercato di scoprire nel dettaglio come viene affrontato il mancato accesso all’energia nel Regno Unito e in che modo le relazioni sociali incidono sulla capacità delle persone di far fronte alla povertà energetica e viceversa. In realtà, abbiamo attinto a dati qualitativi raccolti in passato che miravano a comprendere l'esperienza vissuta dalle persone in termini di povertà energetica, riutilizzandoli per rispondere a nuove domande su come i rapporti delle persone influenzano la risoluzione di questa sfida. Per lo studio in questione abbiamo selezionato 12 interviste su un campione di 197, condotte tra il 2004-2018, scegliendo quei casi in cui i rapporti fra persone erano molto buoni o, al contrario, situazioni in cui a prevalere era l'isolamento e il senso di solitudine rispetto alla società circostante.

Ebbene è emerso come le relazioni, comprese quelle con amici, familiari, professionisti dell'energia e sconosciuti, possano avere un impatto sostanziale sulla capacità delle persone di accedere alle risorse, condividere servizi energetici e scoprire nuove forme di sostegno e siano quindi spesso utilizzate in tal senso.

Le relazioni domestiche sono quelle più influenzate dalla povertà energetica, per cui ad esempio una famiglia potrebbe aver bisogno di usare la propria casa in modo diverso in inverno a causa del freddo, trascorrendo più tempo nello stesso spazio per risparmiare sulla risorsa energetica (vedi l'immagine "intimità").

Al contempo le persone si troveranno a dover negoziare con agenzie, rivenditori e fornitori di servizi energetici, creditori e proprietari di casa e, a seconda del loro background relazionale e delle risorse a disposizione, ciò può rappresentare una sfida. Nell’immagine "esclusione" (la prima partendo da sinistra), vediamo un'immigrata sentirsi come se non meritasse l'aiuto a causa del modo in cui il suo interlocutore le parla al telefono. 

Le persone che subiscono la povertà energetica, inoltre, vivono spesso con disagio la propria condizione, tanto che possono avere difficoltà nel mantenere la dignità di fronte allo stigma della povertà. Nell'immagine "solidarietà" vediamo però che chiunque può intervenire per migliorare le condizioni di vita di un “prossimo”.

Situazioni di “esclusione”, “intimità” e “solidarietà”

Fonte: Mary Tallontire @murkybucket

Quindi cosa accade quando le persone non sono in grado di stabilire e mantenere connessioni con gli altri individui? Prendiamo uno dei nostri casi di studio. Marie è una persona anziana, con problemi di salute, che vive da sola nella sua abitazione indipendente. Ha una figlia che vive nella stessa città. Trascorre la maggior parte del tempo a casa e la sua vita sociale si limita alle visite dei parenti e in particolar modo a quelle di sua figlia adulta. La figlia di Marie le è di grande supporto: la capacità di Marie di accedere ai servizi energetici dipende fortemente dal fatto che sua figlia funga da intermediaria, sia per programmare e gestire i lavori di ristrutturazione e manutenzione, sia per comunicare con il fornitore di energia e pagare le bollette. In inverno, Marie deve scegliere se spendere i suoi soldi per scaldare la casa o per utilizzare il telefono, il che accentua il suo isolamento dal mondo che la circonda. Il fatto che Marie viva da sola, sia in cattive condizioni di salute, sia una persona anziana, le rende difficile l'accesso ad altri tipi di supporto, con la conseguenza che dipendere da una sola persona (sua figlia) la rende più vulnerabile agli effetti negativi della povertà energetica. La ricerca dimostra, inoltre, come l’isolamento, oltre ad avere un effetto negativo sull'accesso a servizi energetici adeguati, si ripercuota indirettamente sul rapporto con la figlia.

In conclusione, il nostro studio evidenzia come le relazioni sociali tra le persone siano un argomento importante da considerare quando si affronta il tema della povertà energetica. Si osservano sempre più casi in cui le persone diventano vulnerabili se non hanno una forte rete sociale a cui rivolgersi e viceversa. Inoltre, suggerisce che le politiche e gli studi che intendono affrontare (e risolvere) la povertà energetica devono tener conto della qualità delle relazioni sociali delle persone, nonché del potenziale impatto che le politiche possono avere su di esse, talvolta incentivandole, talvolta impedendole. In altre parole, combattere la solitudine e l'isolamento dovrebbe diventare parte integrante della battaglia alla povertà energetica.

L’articolo qui proposto è l’estratto di un lavoro più ampio di ricerca consultabile a questo link:“Energy poverty and social relations: A capabilities approach”. La traduzione è stata curata dalla redazione di RiEnergia, il testo in lingua originale è consultabile qui.