Il 2018 si sta rivelando un anno di svolta per l’idrogeno: se in passato veniva percepito come vettore energetico per un futuro lontano, oggi le dichiarazioni degli Stati, l’impegno delle industrie e le applicazioni in commercio dimostrano che quel futuro lontano è già arrivato.
Il ruolo dell’idrogeno è riconosciuto a livello mondiale per il contributo significativo che può dare nella transizione verso un sistema energetico a zero emissioni, grazie alla sua versatilità e alla possibilità di impiego in diversi settori. L'idrogeno infatti è un vettore energetico molto flessibile, il cui stoccaggio può permetterne l’utilizzo sia su larga scala, consentendo di sfruttare tutto il potenziale delle fonti energetiche rinnovabili variabili, disaccoppiando produzione e immissione in rete, sia su piccola scala, poiché particolarmente interessante soprattutto per i trasporti, dove è richiesta molta energia in spazi ristretti e con limiti di peso. Inoltre, l’idrogeno offre l’opportunità di essere prodotto da fonti rinnovabili tramite elettrolisi, rendendolo un vettore energetico pulito.
Per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni totali di CO2 di almeno il 40% al 2030 rispetto ai livelli del 1990, l’Europa dovrà ridurre in maniera drastica le emissioni provenienti dal settore dei trasporti, promuovendo la rapida diffusione di veicoli a zero emissioni.
Particolare attenzione quest’anno è stata data a questo vettore energetico del futuro per il ruolo che ricopre nell’evoluzione della mobilità sostenibile in risposta non solo ai cambiamenti climatici, sotto i riflettori oggi più che mai, ma anche come reazione alle preoccupazioni sui dati relativi alla qualità dell’aria. Il suo utilizzo ha come unica ‘emissione’ acqua e, se prodotto da fonti rinnovabili, risulta a zero emissioni totali.
L’idrogeno diventa così protagonista in diversi campi della mobilità; a fine 2017 è entrato in servizio in Germania il primo treno a celle a combustibile Coradia iLint alimentato a idrogeno prodotto da Alstom Ferroviara. Efficiente e a zero emissioni locali, risulta l’alternativa perfetta ai treni a diesel che tuttora rappresentano il 40%. Se su terra lo sviluppo di veicoli a idrogeno quali automobili, treni e mezzi pesanti è in continua evoluzione, su mare il primo battello a idrogeno sta già facendo il giro del mondo. L’Energy Observer è completamente elettrico grazie alla produzione di energia da un mix di fonti rinnovabili e grazie all’utilizzo di idrogeno prodotto on board usando l’acqua di mare desalinizzata e l’elettricità prodotta in eccesso che in questo modo non viene sprecata ma stoccata e utilizzata nei momenti in cui l’apporto da eolico e fotovoltaico non è possibile.
Interessanti sono anche gli sviluppi nel campo della logistica poiché i veicoli per la movimentazione di merci a celle a combustibile possono essere utilizzati in spazi chiusi per l’assenza di emissioni e risultano vantaggiosi in ambienti ad alta produttività in quanto possiedono un’elevata autonomia. Negli Stati Uniti ormai circa 20.000 veicoli per lo spostamento di merci sono a idrogeno e in Europa cominciano a vedersi le prime flotte in grandi centri logistici, come i 200 muletti a celle a combustibile del progetto HyLIFT-Europe utilizzati in due siti in Francia.
Nell’industria automobilistica nuovi attori si affiancano a Hyundai e Toyota che da anni producono veicoli a idrogeno. Il gruppo PSA attraverso il suo amministratore delegato, annuncia il progetto per la commercializzazione del primo veicolo a idrogeno del gruppo e Audi crea una partnership con Hyundai per spingere la produzione in serie di auto a idrogeno.
Ultimamente lo sviluppo tecnologico delle applicazioni idrogeno è caratterizzato da continue innovazioni che diventano mano a mano commercialmente disponibili ed economicamente attraenti.
Una così promettente evoluzione della mobilità a idrogeno deve essere sostenuta da altrettanti sviluppi di sistemi necessari al rifornimento.
In Italia, l’Associazione Italiana Idrogeno e Celle a Combustibile – H2IT, che conta attualmente oltre 20 soci fra Istituzioni, Università, Centri di Ricerca, Aziende e soci individuali, è un’organizzazione autonoma volta a promuovere la creazione dell’infrastruttura per l’uso dell’idrogeno nella mobilità facendosi portavoce degli attori del settore e sostenendo l’Italia nelle sfide che l’Europa ha lanciato nell’ambito della sostenibilità ambientale del settore dei trasporti e più in generale nella riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera.
La Direttiva 2014/94/UE stabilisce le linee guida per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi ed è stata recepita dai Paesi europei con decreti legislativi. In Italia il Dlgs 257 del 16 Dicembre 2016 introduce l’idrogeno nell’elenco dei combustibili alternativi e presenta in allegato le proiezioni del Piano Nazionale di sviluppo Mobilità Idrogeno Italia elaborato da H2IT.
Nonostante ciò solo alcuni Paesi stanno puntando strategicamente sull’idrogeno. In prima fila troviamo Germania e Francia; la prima con 50 stazioni presenti sul territorio e 400 stazioni in previsione al 2023 e la seconda con un piano da 100 milioni di euro totalmente dedicato allo sviluppo dell’infrastruttura per il rifornimento di veicoli a celle a combustibile.
Nell’economia del futuro l’idrogeno sarà protagonista non solo nella mobilità, ma anche nell’industria e nella produzione di energia. Il potenziale è enorme ma ci sono ancora sfide tecnologiche da affrontare e barriere economiche, sociali e normative da abbattere. La certezza per ora, è che le politiche energetiche vanno nella direzione di una produzione di energia da fonti rinnovabili e di una mobilità a zero emissioni e in entrambi i casi l’idrogeno rappresenta una scelta tecnologica vantaggiosa in grado di dare al sistema energetico la flessibilità necessaria a rispondere con prontezza ai cambiamenti.