Il sistema dei titoli di efficienza energetica (TEE) – altrimenti noti come certificati bianchi - è sempre stato basato su un meccanismo di mercato e come tale soggetto a variabilità.

Già nei primi anni di funzionamento del meccanismo (2006 – 2008), anche in funzione del ricorso massiccio ad alcune schede standardizzate, i prezzi hanno subito forti cadute fino ad arrivare ad un valore di 35 euro/TEE. Negli anni immediatamente successivi e fino al 2015, il sistema sembrava aver trovato una certa stabilità, con prezzi medi intorno ai 105 euro/TEE. In questo periodo, il meccanismo incentivante dei TEE ha ricoperto un ruolo importante per lo sviluppo del settore dell’efficienza energetica in Italia, consentendo in particolare alle Energy Service Company italiane di riuscire ad offrire servizi sempre più specializzati soprattutto nel settore industriale. Tuttavia, come evidenziato negli ultimi tempi da numerose associazioni di categoria e in special modo da AssoESCo (Associazione Italiana delle Energy Service Company) gli operatori del settore lamentano difficoltà crescenti legate proprio all’utilizzo di tale strumento.

Contemporaneamente, a partire dal 2016, si è registrata una costante crescita dei prezzi di scambio dei TEE, con un primo picco di circa 150 euro nel corso dell’estate 2016, per poi toccare nuovi massimi prossimi ai 250 euro a fine 2016 e arrivando a sfiorare i 270 euro a fine febbraio 2017.

Per gli operatori è difficile interpretare le recenti evoluzioni del mercato e la percezione è di forte volatilità e incertezza.

I dati messi a disposizione dal GSE riguardanti l’evoluzione del mercato sul lato offerta TEE, quindi la numerosità dei progetti proposti dagli operatori e il loro peso in termini di TEE potenzialmente generabili, offrono comunque degli spunti di riflessione.

Se si osservano i volumi di TEE rilasciati negli ultimi anni sembra evidente che i progetti a consuntivo (modalità di richiesta TEE tipica del settore industriale) stiano trovando difficoltà sia in fase di approvazione che in fase di rendicontazione dei risparmi. Il numero decrescente di proposte di progetto e programma di misura (PPPM) presentate (tabella 1) e i TEE da esse generabili (tabella 2) evidenziano un allontanamento dal meccanismo degli operatori, in particolar modo di quelli legati al mondo dell’industria, settore che pesa per oltre il 90% nelle Richieste di verifica e certificazione dei risparmi a consuntivo (RVC-C). Il crollo dei TEE rilasciati per RVC-C nel 2015 e nel 2016 rispetto al 2014 potrebbe trovare spiegazione proprio nell’inasprimento dei criteri di valutazione del GSE e nel conseguente rigetto di numerose RVC-C, anche relative a progetti precedentemente beneficiari di TEE.

Tabella 1 – Evoluzione dei progetti a consuntivo 

Fonte: GSE, rapporti annuali sul meccanismo dei TEE (2014-2016) 

 

Tabella 2 – Potenzialità di generazione di TEE nell’immediato futuro da progetti a consuntivo

Fonte: GSE, rapporti annuali sul meccanismo dei TEE (2014-2016)

Tornano invece ad avere un ruolo primario le Richieste di Verifica e Certificazione dei Risparmi standardizzata (RVC-S) che avevano subito un forte rallentamento nel 2013 a seguito del decreto 28/12/2012 e dei divieti di cumulabilità degli incentivi, ma nel 2016 arrivano ad avere lo stesso peso delle RVC-C. Il contributo principale arriva proprio dai risparmi relativi all’isolamento termico dell’involucro edilizio in ambito civile, settore peraltro ampiamente incentivato anche dalle detrazioni fiscali del 65%. Il settore industriale, invece, individuato negli anni passati come il principale destinatario del meccanismo TEE, sembra allontanarsi con chiare conseguenze sull’offerta futura di TEE e i relativi equilibri di mercato.

Tuttavia, in un comunicato diffuso il 13/03/2017 il GSE ha ribadito che non sono prevedibili criticità per gli obblighi nel triennio 2017 – 2019, dichiarazione che ha portato un po’ di calma nel mercato.

A questo scenario va aggiunta una forte incertezza relativa alla pubblicazione delle nuove linee guide e alla loro futura attuazione. Nel testo del decreto appena pubblicato (3 aprile 2017) non sono stati chiariti molti degli aspetti alla base di numerosi contenziosi tra GSE e operatori, allo stesso tempo imponendo ulteriori vincoli in termini di tempistiche per la presentazione dei progetti.

L’incertezza relativa ai margini di discrezionalità nella valutazione dei progetti, in combinazione con i tempi e con i costi di preparazione e presentazione degli stessi, potrà poi contribuire ad un’ulteriore contrazione dell’offerta di TEE nel prossimo futuro. Proprio a questo proposito, Roberto Olivieri, Presidente di AssoESCo, ha in più occasioni dichiarato che: “il meccanismo dei certificati bianchi deve basarsi su due principi fondamentali: certezza, evitando il cambiamento delle norme con effetto retroattivo e discrezionalità nella loro applicazione, e trasparenza, rendendo pubbliche il numero di proposte di progetto e i programmi di misura (PPPM) non approvati, le richieste di verifica e certificazione dei risparmi (RVC) respinte, i tempi di riposta e i contenziosi in essere”.

Nell’attuale situazione si ritiene che tali problematiche possano essere risolte solo mediante un ulteriore intervento legislativo.


* Hanno contribuito alla stesura di questo articolo Antonio Ciccarelli e Gianluca Marcotullio (SEA)