I risvolti incalzanti dei cambiamenti climatici e il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile ci stanno trasmettendo un messaggio forte e chiaro: è il momento di intraprendere una rapida e vera transizione energetica in direzione delle rinnovabili. Queste rappresentano la soluzione a breve e lungo periodo per rifornire i paesi di energia pulita così da poter rispondere all’urgente necessità di diversificare le fonti energetiche nazionali, garantendo una maggiore sicurezza energetica e contribuendo, allo stesso tempo, allo sforzo internazionale di riduzione delle emissioni inquinanti per combattere i cambiamenti climatici.

Tra le rinnovabili, le bioenergie rappresentano sicuramente la tecnologia energetica più disponibile e allo stesso tempo la meno valorizzata.

Sappiamo che la bioenergia può essere ottenuta dalle foreste, dall'agricoltura, da scarti organici di produzione agro-industriale e dai ri­fiuti organici (siano essi rifiuti organici municipali o deiezioni animali). Il grande vantaggio delle bioenergie è che rappresentano l’unica fonte rinnovabile che può fornire energia sotto diverse forme: elettricità, calore e biocarburanti per il trasporto. Con le bioenergie infatti possiamo scaldare le case, alimentare auto, aerei e navi (biocarburanti liquidi e gassosi) e generare elettricità e calore, per esempio mediante il biogas prodotto in impianti che sfruttano la componente organica di scarti e ri­fiuti.

C’è ancora molto da fare per dare alle bioenergie il giusto ruolo e soprattutto per permettere alle bioenergie di contribuire alla transizione ecologica dell’Italia e del mondo intero. In questo sforzo globale è opportuno menzionare che l’Italia, nel lontano 2005, è stata lungimirante a proporre nel contesto del G8 l’istituzione di una iniziativa internazionale per lo sviluppo sostenibile delle bioenergie: la  Global Bioenergy Partnership (GBEP). A quasi venti anni dalla sua istituzione e in un momento d’intenso dibattito sulle fonti energia, la GBEP continua a lavorare attivamente per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare ed energetica. La partnership, che ha sede presso la FAO in Roma, ha ricevuto ripetute espressioni di supporto dai recenti G7 e G20, e riunisce circa 90 membri tra governi e organizzazioni internazionali in un impegno comune per promuovere le bioenergie per lo sviluppo sostenibile.

La FAO svolge un ruolo molto importante per favorire la conoscenza e l’applicazione delle bioenergie sostenibili non solo contribuendo e coordinando la GBEP, ma anche attraverso numerosi progetti e attività in tutto il mondo. Il “Forum Internazionale sui biocarburanti sostenibili” organizzato a Torino il 28 aprile nel contesto della Ministeriale Clima, Energia e Ambiente del G7, sotto presidenza dell’Italia, è stata l’occasione per condividere l’esperienza FAO in questa materia.

Roundtable del Forum Internazionale sui Biocarburanti Sostenibili di Torino (28 aprile 2024)

Fonte: FAO Morese

La FAO ha una robusta esperienza in materia di bioenergia sostenibile, sia attraverso valutazioni ex ante, ossia sul potenziale bioenergetico in base alla disponibilità di biomassa - includendo anche valutazioni tecno-economiche attraverso l’uso del Bioenergy and Food Secutity Approach (BEFS) - sia attraverso valutazioni ex post, ossia valutando la sostenibilità di filiere bioenergetiche esistenti, al fine di migliorarne la sostenibilità. Quest’ultimo tipo di valutazioni viene svolto utilizzando un set di 24 indicatori di sostenibilità (GSIs) concordati nel contesto della GBEP, a cui la FAO ha contribuito sia in fase di definizione che nella successiva fase di implementazione.

Indicatori di sostenibilità Global Bioenergy Partnership

Fonte: FAO 2011

Questi indicatori di sostenibilità vengono utilizzati per misurare gli impatti ambientali, sociali ed economici di qualsiasi filiera bioenergetica, allo scopo di favorire la formazione locale e, allo stesso tempo, informare i decisori politici sugli interventi necessari per migliorare la sostenibilità della filiera.

15 Paesi in tutto il mondo hanno già misurato la sostenibilità dei loro settori bioenergetici a livello nazionale attraverso gli indicatori della GBEP ed in particolare la FAO lo ha fatto in quattro paesi (Colombia, Indonesia, Vietnam e Paraguay). Queste valutazioni di sostenibilità contribuiscono a informare l'elaborazione di politiche e strategie nazionali volte a facilitare uno sviluppo sostenibile della bioenergia in linea con gli obiettivi climatici e dell'Agenda 2030.

Altre buone pratiche a cui la FAO ha contribuito, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile di filiere bioenergetiche, sono alcuni progetti finanziati dall’Europa. Nel progetto BIOPLAT-EU si è mirato a  valorizzare il potenziale ruolo di terreni marginali, sottoulitizzati e contaminati in Europa, per la produzione di biomasse non destinate all’alimentazione umana e/o animale. In questo contesto si è sviluppata una piattaforma telematica costituita da una banca dati GIS (WebGIS tool) contenente mappe sulle aree marginali e contaminate in Europa, per la valutazione della sostenibilità ambientale, sociale e tecnico-economica di filiere bioenergetiche in tali aree. Nel più recente progetto BIKE si è andati oltre, analizzando la produzione di biocarburanti in Europa a basso impatto ILUC (indirect land use change), al fine di facilitare l’implementazione della Direttiva europea Renewable Energy Directive II.

Nel parlare di bioenergia sostenibile non possiamo non menzionare i risultati di un altro importante studio sviluppato dalla FAO, in India. Si stima che in India, nel Punjab, si producano ogni anno 18 milioni di tonnellate di paglia di riso che, per velocizzare il passaggio da una cultura alla successiva, viene bruciata sui campi provocando ragguardevoli quantità di emissioni inquinanti. La FAO ha stimato che utilizzando il 30% della paglia di riso prodotta nel solo Stato del Punjab, quest’ultimo riuscirebbe a raggiungere i suoi obiettivi statali di produzione di pellet, bioetanolo e biogas compresso.

Alla luce di un contesto internazionale dove è riconosciuto alle bioenergie un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare ed energetica, il tema della sostenibilità del settore delle bioenergie è essenziale e centrale. Alla luce di quanto abbiamo analizzato è evidente che la sostenibilità è anche un tema di grande complessità poiché implica aspetti di tipo ambientale, economico e sociale che vanno tenuti presenti ed affrontati simultaneamente in una visione olistica che coinvolga tutti gli attori interessati, dai funzionari pubblici agli esperti tecnici, dagli agricoltori ai produttori, dai politici alla società civile.