La "transizione gemella" rappresenta una sfida imprescindibile per le imprese moderne: questa doppia transizione che lega la decarbonizzazione alla digitalizzazione non è solo una risposta alle pressioni normative, ma una leva strategica per garantire la competitività aziendale nel lungo termine.

Le imprese oggi, infatti, possono divenire il baricentro di una radicale trasformazione del panorama economico globale in cui la sostenibilità sta rapidamente diventando un criterio chiave nella valutazione del successo aziendale. Accompagnare questo cambiamento con la digitalizzazione permette alle aziende di ottimizzare i processi, migliorare l'efficienza operativa e ridurre i costi, soprattutto attraverso l'automazione e l'utilizzo di dati per prendere decisioni più informate e tempestive.

Per cogliere questa doppia opportunità è necessario che gli imprenditori ed i manager del settore privato comprendano a fondo il ruolo che gioca la tecnologia, ma anche l’attenzione e la cura che va dedicata alla trasformazione culturale che deve accompagnare l’innovazione tecnologica. Non esiste, infatti, trasformazione che non passi attraverso un coinvolgimento ed una partecipazione dei soggetti che sono parte di un’organizzazione. Per questa ragione l’opportunità di cogliere i frutti della trasformazione gemella parte da una presa di coscienza e di responsabilità sull’adozione della tecnologia digitale come fattore abilitante della decarbonizzazione. I processi delle organizzazioni sono il riflesso dei comportamenti delle sue parti, pertanto va posta particolare attenzione all’abilitazione del cambiamento per ottenere risultati in scala e di lungo periodo.

La sinergia esistente tra digitalizzazione e decarbonizzazione porta benefici tangibili. La tecnologia digitale abilita, infatti, una gestione più efficace delle risorse, un miglior monitoraggio e reportistica delle emissioni e facilita l'adozione di pratiche di economia circolare. Questo non solo aiuta le aziende a rispettare regolamenti sempre più stringenti, ma le posiziona anche come leader nel promuovere un futuro sostenibile. In questo contesto, le imprese si garantiscono un vantaggio competitivo nel nuovo paradigma globale, dove sostenibilità e innovazione tecnologica vanno di pari passo verso la creazione di valore a lungo termine.

Il primo responsabile di questa riforma verso la sostenibilità è il quadro normativo-regolatorio poiché pone gli stessi obiettivi che la incalzano rimanendo reattivo rispetto alle istanze del mercato. Sono numerosi a tal proposito i piani varati dall'Unione Europea finalizzati alla decarbonizzazione come il Green Deal (2019), il Fit-for-55 (2021) e il REPowerEU (2022). L’obiettivo a lungo termine del raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 prevista dal Green Deal si accompagna con gli obiettivi intermedi annunciati dal Fit-for-55 (per ridurre del 55% le emissioni GHG entro il 2030 rispetto al 1990), successivamente innalzati dal REPowerEU.

La digitalizzazione non viene direttamente citata in nessuno di questi piani (sebbene rappresenti uno strumento cardine di molte proposte appartenenti al pacchetto Fit-for-55 come appare nell’Energy Performance Building Directive). È però al centro del piano Decennio Digitale 2030, istituito nel 2023 dalla Commissione e articolato in 4 macro-settori di azione per la trasformazione digitale: i diritti e principi cardine da rispettare, gli obiettivi degli Stati Membri, il programma politico e i progetti multinazionali.

Sotto il piano normativo, quindi, la fitta ed ambiziosa regolamentazione degli ambiti di decarbonizzazione e digitalizzazione rende inestricabile il loro percorso congiunto.

All’interno di questo panorama normativo esistono numerose opportunità per le imprese italiane, tra cui quelle relative al settore elettrico, alla gestione degli edifici, ai trasporti ed ai data center.

Le tecnologie digitali applicate al settore energetico permettono una migliore previsione della domanda e dell'offerta di energia, ottimizzando la distribuzione e riducendo gli sprechi. L'adozione di tecnologie avanzate come le smart grids, le cosiddette “reti intelligenti”, facilitano l'integrazione di fonti rinnovabili non programmabili come solare ed eolico (che dovranno raggiungere i 108 GW entro il 2030 in Italia), riducono le congestioni e migliorano gli scambi energetici transfrontalieri, nella direzione di un sistema energetico europeo più resiliente e sostenibile. Tale impegno risulta ancor più significativo se si considera la progressiva elettrificazione dei consumi che sposta il “fardello” delle emissioni proprio su questo settore.

La gestione sostenibile degli edifici è un altro ambito di intervento cruciale in uno dei settori a maggior fabbisogno energetico (49,5 Mtep nel 2021 per edifici residenziali e di servizi rispetto ad una domanda di energia primaria nazionale di 153,7 Mtep). La digitalizzazione può supportare l'implementazione di tecnologie per l'efficienza energetica, attraverso, ad esempio, sistemi di automazione che regolano la climatizzazione e l'illuminazione, riducendo così il consumo energetico e le emissioni di CO2: ad esempio, per una abitazione monofamiliare questi sistemi consentono di ridurre i consumi di più del 20%.

Il digitale offre grandi opportunità di decarbonizzazione anche nel settore dei trasporti abilitando una gestione ottimizzata dei veicoli (privati e commerciali), migliorando la logistica, la gestione del traffico, riducendo i tempi di viaggio e il consumo di combustibile tramite sistemi di pianificazione delle rotte di viaggio. Nonostante la carente prontezza normativa registrata dagli operatori di questo settore, programmi come il Fit-for-55 enfatizzano l'importanza di trasformare il parco veicoli, di sviluppare sistemi di trasporto pubblico più efficienti e realizzare infrastrutture di ricarica interconnesse.

Va infine tenuto a mente che la spinta verso la digitalizzazione (parallelamente al caso dell’elettrificazione e del settore elettrico) addossa la responsabilità dei consumi ai data center, la cui efficienza energetica e decarbonizzazione rappresentano quindi un ulteriore e fondamentale tassello verso la sostenibilità. Già oggi queste infrastrutture consumano tra il 5 e il 9% dell'elettricità mondiale contribuendo circa al 3% alle emissioni totali di gas serra. La sfida sta nel ridurre l'impatto ambientale senza comprometterne la capacità tramite azioni quali l'intensificazione dell'uso di energie rinnovabili, l’impiego di software ottimizzati e l’efficientamento energetico dell’alimentazione e del raffreddamento dei data center.

In conclusione, la transizione gemella non è solo una necessità imposta dagli imperativi climatici, ma una vera e propria opportunità per rinnovare l'economia e migliorare la qualità della vita in Italia, e non solo. Le imprese possono essere protagoniste di questa trasformazione se colgono la portata storica di questa opportunità generando partecipazione nelle persone in modo da integrare profondamente nelle azioni quotidiane la tecnologia digitale e generare un cambiamento rilevante verso la sostenibilità.

Con una strategia ben pianificata e il sostegno normativo adeguato, l'Italia può raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e diventare un leader nella lotta contro il cambiamento climatico, sfruttando la digitalizzazione come leva per una decarbonizzazione più veloce, efficace e pervasiva.