Il prezzo europeo del carbonio (scadenza front month DEC-23) ha chiuso il 2023, in media, a 85,3 €/ton, dopo aver superato il livello simbolico di 100 €/ton a febbraio e stabilito un nuovo record dalla sua istituzione, avvenuta nel 2005. Il valore dei permessi di emissione si è mantenuto su livelli relativamente alti durante tutto l’anno, sostenuto principalmente dai progressi positivi compiuti sul fronte delle politiche ETS e dalle scelte dei legislatori dell’UE che hanno finalizzato le ambiziose leggi di riforma dell’ETS nell’ambito del nuovo framework Fit for 55. Tuttavia, merita rilevare come nell’ultimo trimestre dell’anno, il prezzo europeo del carbonio sia diminuito progressivamente, in ragione di una domanda scarsa di quote, che a sua volta ha risentito di un contesto macroeconomico di indebolimento. A questo va aggiunto il rallentamento dell’industria, prezzi del metano in calo che hanno sostenuto lo switching dal carbone al gas e una più ampia disponibilità di offerta dovuta all’aumento delle quote sul mercato per finanziare REPowerEU. Il contratto futures EUA di riferimento ha chiuso l’anno a circa 80,37 €/ton, in calo di 6 euro rispetto al livello di 86,28 €/ton del 2 gennaio 2023.
Guardando con più attenzione ai movimenti mensili del prezzo europeo del carbonio, si nota un avvio d’anno caratterizzato da un sostanziale rialzo a gennaio e febbraio. Verosimilmente gli operatori di mercato anticipavano la finalizzazione delle principali normative Fit for 55, tra cui la riforma dell’ETS dell’UE e la Riserva stabilizzatrice del mercato. In particolare, la prospettiva che i legislatori fissino obiettivi di riduzione delle emissioni più ambiziosi per l’ETS UE e una riduzione dell’offerta di quote per i prossimi anni hanno infuso ottimismo nel mercato del carbonio, e il 21 febbraio il prezzo ha raggiunto il livello record di 101,25 €/t. Inoltre, l’acquisto all’ultimo minuto di quote da parte di imprese industriali e compagnie aeronautiche, prima della scadenza di aprile, ha dato ulteriore slancio al rally dei prezzi del carbonio. La situazione è poi cambiata a marzo, quando le preoccupazioni per la crisi bancaria alimentate da Silicon Valley Band e Credit Suisse hanno agitato i mercati finanziari globali. In quella circostanza, alcuni investitori sono stati costretti a vendere le loro partecipazioni EUA per coprire il richiamo di margine (il termine descrive la notifica che i trader ricevono quando il saldo del conto scende al di sotto del requisito di margine richiesto per mantenere aperta una posizione). Il contratto future EUA DEC 23 è sceso di 15 euro, attestandosi a 85 euro a metà marzo.
Dopo le scadenze annuali di compliance di maggio, si allenta l’interesse dei buyers all’acquisto di nuove quote, il che ha pesato sui prezzi. Un’ulteriore pressione al ribasso è arrivata, poi, dalla riduzione delle emissioni derivanti dal settore energetico, dovuto da un lato, alla distruzione della domanda che frena il consumo di energia e dall’altro, alla robusta produzione di energie rinnovabili che erode spazio al fossile. Inoltre, l’annuncio della Commissione Europea dell’avvio della vendita di quote aggiuntive nelle aste, a partire da luglio, per finanziare il piano REPowerEU ha inviato un segnale ribassista al mercato. Il prezzo del carbonio nell’UE è sceso sotto gli 80 €/ton alla fine di maggio, per poi risalire nuovamente nei mesi estivi. Ad agosto, infatti, una riduzione dell’offerta all’asta – dimezzatasi – ha fornito un certo supporto, aiutando il prezzo del carbonio a recuperare fino a quasi 90 €/ton. Anche lo short squeeze degli investitori finanziari – che si verifica quando molti investitori vendono allo scoperto un'azione (scommettendo contro di essa), ma il prezzo dell'azione sale - ha accelerato il movimento al rialzo, con i fondi di investimento che hanno assunto posizioni corte nette a livelli record, come mostrato nei dati settimanali sull'impegno dei trader rilasciati dallo scambio ICE Endex.
Nel 2023, però, fra tutte le variabili, quella chiave nel condizionare l’andamento del mercato europeo del carbonio è stata lo switching da carbone a gas nella generazione elettrica, in ragione di prezzi di quest’ultimo molto più bassi rispetto ai valori record del 2022. Al hub olandese TTF, il prezzo del gas europeo è sceso da 80 €/MWh di inizio del 2023 fino a 23 €/MWh di giugno, per poi rimanere sotto i 40 €/MWh nel quarto trimestre. Prezzi del gas bassi, unitamente ad un clima invernale mite, hanno ridotto le ore di funzionamento delle centrali a carbone, frenando le emissioni delle utilities elettriche e, di conseguenza la domanda di quote di permessi. Di conseguenza, i risultati giornalieri delle aste EUA sono peggiorati nel quarto trimestre, con la maggior parte delle quote che non andavano sottoscritte o sottoscritte con ampio sconto rispetto ai prezzi del mercato. La domanda stagnante di quote ha pesato sui prezzi negli ultimi due mesi del 2023, facendo precipitare il contratto futures EUA di riferimento, il 14 dicembre, al minimo di un anno a 65,99 €/ton. Il prezzo si è poi ripreso nelle ultime due settimane del 2023, grazie a strategie di dip-buy (ovvero di acquisto quando costano meno per poi rivenderle quando il prezzo risale), e agli investitori che hanno costruito nuove posizioni per il 2024 in previsione di una minore offerta di quote.
Guardando al 2024, si prevede che il prezzo europeo del carbonio sarà sostenuto dalla riduzione del tetto massimo dell’ETS dell’UE e dall’acquisto di quote da parte di nuovi partecipanti al sistema, quali il settore marittimo. Tuttavia, il rialzo del prezzo europeo del carbonio potrebbe essere limitato e potrebbe non essere facile rintracciare di nuovo il livello di 100 €/t. In primo luogo, perché, se il prezzo europeo del gas dovesse rimanere ai bassi livelli attuali, lo switching da carbone a gas sarà più frequente, pesando sulla domanda di permessi. In secondo luogo, molto dipende dal ritmo della ripresa economica e della ripartenza delle attività industriali. Inoltre, a partire dall’anno corrente, il termine annuale di compliance viene spostato da aprile al 30 settembre. Ciò influenzerà la stagionalità dell’andamento del prezzo del carbonio, il che significa che è meno probabile che il prezzo subisca acquisti dell’ultimo minuto nel primo trimestre, traslati, più probabilmente in agosto e settembre.
La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui