L'efficienza energetica rimane uno dei pilastri del processo di decarbonizzazione in atto, così come ribadito anche dallo stesso Green Deal. La Direttiva Europea n. 1791, del settembre 2023, fornisce proprio un quadro di misure per promuovere l'efficienza energetica come fondamento di un sistema industriale integrato, cercando di fare attenzione non soltanto ai risultati che si raggiungono ma anche al modo in cui questi risultati vengono conseguiti. Proprio di efficienza energetica si è occupato il gruppo di lavoro di Assorisorse, che inaugurato in assemblea generale a febbraio di quest'anno, è partito operativamente un mese dopo.  L’iniziativa prevede la partecipazione attiva di 14 aziende associate ad Assorisorse che rappresentano i quattro settori di riferimento, dalla mineraria alla carbon neutrality ed economia circolare, per finire con le risorse energetiche e del sottosuolo e servizi.

L'obiettivo macro è oggettivamente sfidante. Si tratta di un progetto pluriennale che vuole costituire un supporto fattivo e concreto a tutte le aziende associate, anche a quelle che non hanno partecipato al gruppo di lavoro ma che sono comunque parte della filiera di Assorisorse. L'intento è quello di fare da alveo, da snodo di condivisione di esperienze, di competenze e conoscenze al fine di identificare quali sono oggi le criticità e le barriere da affrontare proprio per agevolare tutte le aziende della filiera a raggiungere in maniera più efficace i target di efficientamento energetico.

La metodica adottata ha previsto in primis una fotografia dello stato iniziale di partenza. A questa prima fase di inquadramento, è seguita la somministrazione di un questionario per tracciare le priorità e lo stato dell'arte al 20 giugno 2024, dal quale sono emersi dati interessanti. La fase 2 sarà, invece, una messa a terra più verticale, che prevede l'organizzazione di workshop dove contribuire in maniera fattuale con strumenti quali metodi di diagnosi, proporre un certo tipo di valori misurabili (KPI) e, in maniera più standardizzata e uniforme, una libreria di azioni e di strumenti che siano di supporto effettivo alle aziende. Siano esse esperienze e temi di comune interesse, quali l'accesso a fondi e a finanziamenti.

Da una panoramica delle risultanze di questo sondaggio emerge un primo dato sorprendente le imprese, a livello organizzativo, non solo hanno adottato un sistema di gestione per l'energia come la certificazione ISO 50001, ma hanno anche effettuato delle diagnosi energetiche mirate e puntuali. Esse si sono dotate anche di un'organizzazione con una figura cardine, ovvero quella dell’energy manager, molto spesso internalizzato.

Il secondo dato interessante riguarda le leve che portano ad attuare misure di emergenza di efficienza energetica: da un lato, c’è la direzione aziendale top down con le sue politiche e dall’altro, una maggiore attenzione che muove dal basso orientata a un’efficienza sul prodotto.

Tra gli strumenti di efficienza proposti nel questionario, i più scelti sono stati l’elettrificazione dei consumi, l'ottimizzazione dei processi industriali, soluzioni di efficientamento proprio nella realizzazione dei prodotti e servizi, gli interventi sugli edifici, oppure per chi fa cantieristica, le strutture temporanee prefabbricate. La scelta più comune e diffusa, però, rimane l’approvvigionamento da fonti rinnovabili.

Quanto alle difficoltà emerse, ve n'è una di natura più formativa, ovvero la necessità di aumentare un certo tipo di competenze interne in materia di tecnologia, sistemi, ma anche di norme, come nuove Direttive, proprio considerando una sempre maggiore complessità della normativa di settore che muove dal legislatore ma, anche dagli stakeholder.  

Inoltre, ancora oggi, vi è una capacità limitata di coinvolgere direttamente la filiera dei nostri fornitori. Ovvero tutti quei subcontrattisti strategici che hanno un impatto significativo sulla filiera. Questo è dovuto al fatto che, in particolare, se convertiamo la parte dell'efficienza energetica nelle emissioni generate dai gas a effetto serra, lo Scope 3 è quello più significativo, ma anche la misura più difficile da controllare perché fuori dal nostro perimetro aziendale. Questa rimane la vera sfida per noi.

Non ultima, tra le criticità riscontrate, figura la vastità di indicatori di efficienza che ogni azienda poi adotta in funzione delle sue caratteristiche che rendono altresì difficile fornire un parametro di riferimento, un monitoraggio, un’uniformità.

Ogni azienda, a seconda anche delle dimensioni, utilizza delle strategie differenti per traguardare gli ambiziosi obiettivi in materia di efficienza energetica. Tra le aziende del gruppo di lavoro, figura anche Snam, per cui l'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, quelle di gas naturale soprattutto, sono iniziative fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, già in atto da diversi anni. Il Gruppo sta portando avanti la certificazione ISO 50001 per i propri business di trasporto, stoccaggio e rigassificazione di gas naturale. In questo ambito, dal punto di vista operativo, sono in fase di installazione degli elettrocompressori sugli impianti di stoccaggio e di trasporto; si sta estendendo progressivamente l'utilizzo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili per il funzionamento degli impianti e, nei prossimi anni, si potranno sfruttare i benefici offerti dal biometano. Dal punto di vista delle emissioni, invece, sono stati ottenuti dei risultati molto importanti. Per esempio, nel miglioramento di tipo impiantistico e di tipo gestionale, dove, l'adozione di procedure di monitoraggio delle emissioni fuggitive consentono di monitorare periodicamente le emissioni degli impianti, e di intervenire, in tempi brevi, su quelle apparecchiature che presentano dei fattori di emissioni molto elevati. È inoltre in corso un piano di sostituzione e di ammodernamento delle apparecchiature. Un piano che ha portato già dei risultati importanti perché Snam a fine 2023, rispetto al 2015, ha più che dimezzato le emissioni. L’obiettivo in questo segmento è quello di arrivare a un target di riduzione del 55% al 2025, del 65% al 2030 e dell’80% al 2040. Snam ha confermato l'obiettivo di carbon neutrality su Scope 1 e 2 al 2040 e fissato il net zero al 2050 su tutte le emissioni, prendendo inoltre l'impegno di generare un impatto sulla natura positivo entro il 2027.

Snam, essendo una realtà che opera in molteplici contesti, può mettere a fattor comune l'esperienza che matura in Italia e all'estero su vari settori, facendo leva su esperienze, competenze e tecnologie al fine di ottenere risultati sempre più ambiziosi.

Inoltre, vi è un impegno profuso a far sì che il tema dell’efficienza energetica sia opportunamente valorizzato su tutta la filiera attraverso la condivisione del know how e delle competenze con tutti gli attori e anche con società più piccole che non dispongono di queste leve. Per questo, è molto importante partecipare a questi gruppi di lavoro, dove sono presenti sia società strutturate come Snam, ma anche subfornitori o enti di certificazione e di controllo, facendo sistema e mettendo a fattore comune esperienze e conoscenze.

In conclusione, negli anni, l’approccio all’efficienza energetica, prima vista come azione individuale, un onere per le aziende, un costo o come un'iniziativa che portava solo dei vantaggi in termini di immagine, è mutato. Oggi appare evidente come l’adozione di azioni finalizzate ad implementare l'efficienza energetica delle imprese porta anche altri vantaggi in termini di efficienza operativa e anche in termini di un miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi che possiamo offrire. Riprendendo l’esempio di Snam e dell’installazione degli elettrocompressori, con essa non solo si raggiunge un risultato immediato in termini di efficienza energetica e quindi in termini di emissioni sia locali che climalteranti, ma anche una riduzione dei costi di manutenzione, quindi una maggiore efficienza operativa e una maggiore flessibilità sugli impianti di trasporto e di stoccaggio del gas naturale.

Inoltre, il concetto di efficienza va letto all’interno dei tre pilastri del trilemma energetico.  Occorre tenere sotto controllo l'equità e la disponibilità per la necessità dei fabbisogni peculiari di ciascun Paese o territorio, senza approcci eccessivamente ideologici, ma con una sorta di agnosticismo su tecnologie e fonti energetiche che sappiano fare i conti con le peculiarità e le caratteristiche specifiche di ciascun sistema industriale garantendone la piena sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Bisogna quindi organizzarsi, prepararsi, acquisire e sviluppare le competenze necessarie, misurarsi e identificare gli indicatori a cui tendere. Ciò vuol dire quindi portare a bordo anche quegli elementi della filiera che per dimensione, resistenza culturale, sono un po' più indietro. La sensibilizzazione di tutti sull’importanza dell’efficienza energetica, la diffusione su larga scala di pratiche virtuose come la riduzione dei consumi o la gestione dei rifiuti, risultano tasselli altrettanto importanti per completare il quadro di quanto necessario al processo di transizione su cui ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo.