L’obiettivo prioritario in materia di rifiuti perseguito a livello europeo (e quindi nazionale) è quello di garantire l’uso efficiente delle risorse e la realizzazione dell’economia circolare. Tale obiettivo è stato perseguito con una serie di atti regolamentari e di indirizzo realizzati attraverso il cosiddetto “Pacchetto Economia Circolare”*, con il “Programma nazionale per la gestione dei rifiuti” e con la “Strategia nazionale per l’economia circolare”.

Tutto questo, nel 2019, ha preso le mosse dal Green Deal europeo creato perché i cambiamenti climatici e il degrado ambientale venivano individuati come un vero pericolo a livello globale. Nel marzo 2020 la Commissione UE varava il Piano d’Azione per l’Economia Circolare e nel febbraio 2025 lanciava il Clean Industrial Deal per aumentare la circolarità dell'economia e la decarbonizzazione europee.

Tra i regolamenti e le direttive più significativi ai fini della transizione verso l’economia circolare vi rientrano:

  • Regolamento UE 2024/1252 sulle materie critiche: che ha come obiettivo il funzionamento del mercato interno attraverso sia l’approvvigionamento europeo di materie prime critiche sicuro, resiliente e sostenibile sia la promozione della circolarità lungo la catena del valore. Gli Stati membri devono adottare e attuare le misure per migliorare la raccolta di rifiuti ricchi di materie prime e garantirne il riciclaggio in materie prime critiche secondarie.
  • Regolamento UE 2024/1781 sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili (il cosiddetto Ecodesign): la pietra angolare varata dalla Commissione Ue sui prodotti più sostenibili e circolari. Esso stabilisce specifiche di progettazione ecocompatibile per i prodotti da immettere sul mercato e introduce il "passaporto digitale del prodotto" sulla sostenibilità ambientale dei prodotti.
  • Regolamento UE 2024/1157 sostitutivo dal 20 maggio 2024 del regolamento sull'import/export dei rifiuti 1013/2006/CE.
  • Regolamento UE 2024/3110 sui prodotti da costruzione con l’obiettivo di favorire l’economia circolare e lo sviluppo tecnologico nel settore. 
  • Regolamento UE 2025/40 che contiene nuove disposizioni sulle caratteristiche ambientali degli imballaggi e sulla loro gestione a fine vita.
  • Direttiva 2024/825/UE sul corretto funzionamento del mercato interno in base a un livello elevato di protezione dei consumatori e dell’ambiente per consentire di compiere progressi nella transizione verde. La direttiva introduce azioni specifiche per  contrastare le pratiche commerciali sleali che ingannano i consumatori impedendo di compiere scelte di consumo sostenibili.
  • Direttiva 2024/1799/UE sul diritto alla riparazione, per rafforzare le disposizioni relative alla riparazione dei beni, come le apparecchiature elettriche ed elettroniche, e contribuire al corretto funzionamento del mercato interno, garantendo un elevato livello di tutela dei consumatori e dell’ambiente.  
  • Direttiva 2024/1785/UE di revisione di precedenti direttive su prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento e della direttiva 1999/31/CE sulle discariche di rifiuti.

Con l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari, si cita inoltre la revisione della Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/UE: il 9 settembre 2025 il Parlamento UE ha formalmente approvato il testo dell’accordo provvisorio e ora è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale UE. 

Altri importanti regolamenti e direttive sono in corso di emanazione, ma l'obiettivo comune è sempre quello di facilitare il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti e di rendere effettiva la transizione verso l'economia circolare.

Quanto al settore della plastica (definito come un polimero a cui possono essere stati aggiunti additivi o altre sostanze), la Strategia europea per la plastica nell'economia circolare è stata adottata dalla Commissione UE il 16 gennaio 2018, sulla scorta del Piano d'azione per l'economia circolare varato dalla stessa Commissione nel 2015. Sono state così poste le basi per un’economia della plastica, tutta improntata alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclo nell’ottica della sostenibilità.

Dalla Strategia del 2018 si apprendeva che ogni anno in Europa si producono circa 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, di cui meno del 30% sono raccolti a fini di riciclaggio. Gran parte dei flussi trova la strada di Paesi non OCSE che hanno norme ambientali più miti. Invece, lo smaltimento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti di plastica si attestano rispettivamente al 31% e al 39%.

Inoltre, la domanda di plastica riciclata oggi rappresenta solo il 6% circa della domanda di plastica in Europa.  Non solo, in Europa, si legge nella Strategia, ogni anno finiscono in mare tra 150.000 e 500.000 tonnellate di rifiuti di plastica. 

Il mondo della plastica è stato fortemente inciso dalle Direttive 2018/851/UE  sui rifiuti e 2018/852/UE sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio e dalla Direttiva 5 giugno 2019, n. 2019/904/UE sulla riduzione della plastica monouso. Nel 2026 farà il suo ingresso il Regolamento UE 2025/40, noto come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation) che armonizza le norme sull'imballaggio e sui rifiuti da imballaggio in tutta l'UE, introducendo requisiti più stringenti per promuovere l'economia circolare.

La logica di fondo è sempre quella di promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili e incoraggiare progettazione e produzione di prodotti durevoli, riparabili e riutilizzabili, anche incoraggiando attività di riparazione.

Recentemente, il Regolamento CE 1907/2006 sul REACH è stato modificato dal Regolamento UE 2023/2025 che ha introdotto il divieto di immissione sul mercato delle microparticelle di polimeri sintetici con specifiche caratteristiche di peso, dimensioni e lunghezza. Invece, il Regolamento UE  2022/1616  ha introdotto le nuove regole di fabbricazione di materiali e oggetti in plastica riciclata destinati a venire a contatto con gli alimenti. L’allegato I al Regolamento indica le tecnologie di riciclaggio idonee: riciclo meccanico di Pet post consumo e riciclaggio da circuiti di prodotti che si trovano in una catena chiusa e controllata. È stato istituito un Registro UE delle tecnologie, dei riciclatori, dei processi di riciclaggio, degli schemi di riciclaggio e degli impianti di decontaminazione. Il Registro è consultabile dal pubblico.

Ancora la direttiva 2019/904/UE è relativa alla plastica monouso e fa parte della Strategia europea per la plastica nell'economia circolare approvata dalla Commissione UE il 16 gennaio 2018.

Sul fronte della tassazione, si sottolinea l’esistenza della plastic tax europea di cui alla decisione Consiglio UE 2020/2053  e versata alla UE dai singoli Stati membri. Si tratta di un'aliquota uniforme di prelievo sul peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati prodotti nei singoli Stati membri.  L'aliquota uniforme di prelievo è pari a 0,80 euro/kg. 

Il peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati è calcolato come differenza tra il peso di quelli prodotti in uno Stato membro in un determinato anno e il peso di quelli riciclati nello stesso anno.

* Le direttive che costituiscono il cd. "pacchetto economia circolare" sono le seguenti: 849/2018/UE, 850/2018/UE, 851/2018/UE e 852/2018/UE). Hanno modificato le direttive sui rifiuti a partire dalla direttiva "madre" 2008/98/Ce e poi quelle su: rifiuti di imballaggio (1994/62/Ce), discariche (1999/31/CE), rifiuti di apparecchiature elettrice ed elettroniche - "RAEE" (2012/19/UE), veicoli fuori uso (2000/53/CE) e rifiuti di pile e accumulatori (2006/66/CE). 

Paola Ficco è Giurista ambientale – avvocato in Roma, Direttore responsabile di “Rifiuti-Bollettino di informazione normativa”, Coordinatore scientifico della formazione di ReteAmbiente