Le intense piogge che hanno recentemente colpito l'Emilia Romagna hanno sollevato interrogativi sulle cause di questo eccezionale evento meteorologico. È fondamentale fare chiarezza su quanto è accaduto, considerando anche i numerosi episodi di disinformazione che si sono verificati in questi giorni. Le condizioni meteorologiche e il cambiamento climatico sono strettamente correlati a queste piogge abbondanti. Esse sono state causate da un ciclone che, formatosi nel Tirreno meridionale, si è trovato intrappolato tra due aree di alta pressione e il suo carico di aria umida si è scontrato con gli Appennini. È evidente che il riscaldamento globale che stiamo osservando oramai da diversi anni ha svolto un ruolo significativo nell'intensificazione di questo evento. Infatti, l'atmosfera più calda trattiene una maggiore quantità di vapore acqueo il quale, in determinate condizioni meteorologiche, può generare piogge intense.
Va altresì sottolineato che, secondo le diverse proiezioni dei modelli climatici oggi disponibili, questa tendenza potrebbe accentuarsi ulteriormente in futuro, rendendo la pioggia meno frequente ma più intensa. L'eccezionalità di questo evento appare evidente dalle analisi preliminari dei dati meteorologici condotte dai vari centri di ricerca. Infatti, se consideriamo la climatologia che caratterizza la zona, le quantità di pioggia registrate in quei giorni sono rare. In aggiunta a ciò, dobbiamo evidenziare che queste intense piogge sono avvenute successivamente ad altri fenomeni quali un evento pluviometrico intenso, registratosi all'inizio di maggio e un periodo prolungato di siccità nei mesi precedenti. Un susseguirsi di “condizioni rare” che ha avuto un rilevante concorso nell’aumento della vulnerabilità di un territorio di per sé fragile e soggetto ad un elevato rischio e ad un ingente utilizzo del suolo.
Per ridurre gli impatti di tali eventi per i quali, come detto, ci si attende nei prossimi anni una intensificazione a causa del cambiamento climatico è necessario adottare una serie di azioni integrate, sia strutturali che non, e pianificare strategie di adattamento al cambiamento climatico efficaci nel lungo periodo. Le azioni strutturali possono comprendere la realizzazione di opere come vasche di laminazione e accumulo per gestire il flusso dell'acqua in eccesso e ridurre gli effetti negativi delle piogge intense. Altre azioni possono includere la creazione di serbatoi acquiferi sotterranei che svolgono un ruolo importante nel contrastare periodi prolungati di siccità. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria anche la delocalizzazione di interi quartieri per restituire spazio ai fiumi e garantire una migliore gestione delle acque.
Le azioni non strutturali sono altrettanto cruciali. Queste includono l'informazione e la formazione dei cittadini su questi temi al fine di renderli consapevoli dei cambiamenti in corso ed attori degli interventi necessari sul territorio. È fondamentale anche una pianificazione territoriale costantemente aggiornata e un monitoraggio attivo e capillare del territorio. Il monitoraggio è essenziale per programmare interventi mirati alle esigenze del territorio e per gestire le emergenze, al fine di garantire che la popolazione sia consapevole dei comportamenti da adottare durante le situazioni di allerta.
Un'altra pratica rilevante è la riforestazione, che svolge un ruolo significativo nella riduzione del rischio idrogeologico, oltre a fornire benefici ambientali come il miglioramento della qualità dell'aria e la prevenzione dell'erosione del suolo. Se le iniziative di adattamento ai cambiamenti climatici sono indispensabili, è fondamentale coinvolgere l'intera comunità in questo processo, poiché si tratta di trasformazioni significative del territorio che avranno un impatto rilevante sulla vita delle persone, su settori economici e su ambiti sociali.
Una spinta importante per la realizzazione dell’adattamento è l’avanzamento della conoscenza scientifica: i risultati della ricerca, infatti, sono all’origine di ogni informazione indispensabile a comprendere l'evoluzione del clima e supportare una pianificazione “climate proof”, ovvero che tenga conto dei cambiamenti climatici attesi.
La ricerca scientifica può anche sostenere il coinvolgimento della comunità nelle pratiche di adattamento. Ad esempio, AGORA è una delle iniziative che si muovono in questa direzione, con l’obiettivo di costruire un'Europa resiliente ai cambiamenti climatici e meno vulnerabile ai suoi effetti negativi. Coordinato dalla fondazione CMCC, il progetto è frutto di una collaborazione internazionale che analizza e promuove le migliori pratiche, gli approcci innovativi, gli strumenti politici e i meccanismi di governance che coinvolgono in modo significativo ed efficace le comunità locali (dall’ambito comunale fino a quello regionale) nelle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici.
Variazione (%) del massimo di precipitazione giornaliera sul periodo 2036-2065 rispetto al periodo 1981-2010
Fonte: Elaborazioni Fondazione CMCC su dati Copernicus Climate Change Service (C3S)