Con la pubblicazione della nuova proposta di Regolamento per la riduzione dei target di CO2 dei veicoli pesanti, la quale prevede un inseverimento degli obiettivi di riduzione per l’anno 2030 dall’attuale -30% a -45%, e la definizione di nuovi obiettivi di riduzione di lungo termine, fissati a -65% al 2035 e -90% al 2040, anche il trasporto merci si trova a dover affrontare la più grande rivoluzione della sua storia.

Dispiace constatare che, come per i veicoli leggeri, l’approccio regolamentare al tema della decarbonizzazione continua a violare il principio della neutralità tecnologica e resta vincolata alla modalità di calcolo delle emissioni di CO2 “tank to wheel – dal serbatoio alla ruota” non prendendo in considerazione il fondamentale contributo apportato dall’utilizzo dei carburanti rinnovabili.

La filiera italiana è fermamente convinta che i carburanti rinnovabili a basse o nulle emissioni di CO2 come biometano/BioLNG svolgeranno un ruolo chiave nel futuro del settore dei trasporti su strada ed è per questo che insistiamo sul chiedere alle istituzioni europee che l’obiettivo principale del regolamento sia quello di promuovere la graduale eliminazione delle fonti energetiche di origine fossile, prevedendo l’introduzione di un meccanismo di contabilizzazione dei benefici che questi carburanti stanno apportando già oggi agli obiettivi di decarbonizzazione dell'UE.

Inoltre, gli obiettivi e gli impegni economici assunti a livello europeo e nazionale per lo sviluppo della filiera italiana del biometano consentono di prefigurare un’ulteriore affermazione del gas rinnovabile come vettore energetico per la transizione sostenibile della mobilità.

In particolare, nella sua forma liquefatta, il bio-GNL, può contribuire, in maniera decisiva, alla sostenibilità dell’autotrasporto. Ciò è possibile grazie a performance ambientali che, in una misurazione delle emissioni “dal-pozzo-alla- ruota”, risultano al momento più competitive sia dei carburanti tradizionali, sia delle nuove tecnologie a zero emissioni allo scarico, le quali scontano ancora una generazione elettrica in gran parte alimentata da fonti fossili.

I dati prodotti dall’Istituto sull'inquinamento atmosferico (IIA) del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) nel 2021 comparando i risultati emissivi dei veicoli commerciali pesanti (oltre le 16 tonnellate) dimostrano che il bio-GNL derivato da biometano prodotto con otto diversi tipi di combinazioni di feedstock agricolo garantisce una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 rispetto il diesel fino anche del 121,6%

Emissioni di CO2 per tipologia di carburante

Fonte: IIA-CNR

In considerazione della totale compatibilità, sia in purezza che in blending, dei motori a gas fossile con l’equivalente molecola rinnovabile e della crescente disponibilità di biometano, l’intero parco nazionale dei veicoli commerciali pesanti a GNL – circa 5.000 veicoli_(Fonte ANFIA) – potrebbe facilmente essere alimentato da gas rinnovabile e contribuire anche all’efficientamento energetico del parco circolante.

Considerando per questa categoria veicolare un consumo medio di circa 30.000 chilogrammi annui, per raggiungere tale obiettivo sarebbe necessario immettere nella rete di distribuzione almeno 150.000 tonnellate all’anno di bio-GNL, una dimensione assolutamente compatibile con le dinamiche di sviluppo del settore.

In piena sintonia sulla necessità e la volontà di ridurre le emissioni del trasporto su gomma, l’auspicio della filiera automotive è che la regolamentazione europea si basi su un approccio pragmatico e realistico, che siano adottati obiettivi sfidanti, ma raggiungibili definendo una roadmap di transizione che valorizzi le enormi potenzialità dei biocarburanti (il bio-GNL per la mobilità a gas naturale e HVO per la mobilità a gasolio) ed allo stesso tempo sia socialmente ed economicamente giusta, tenendo in considerazione le peculiarità dell’industria europea e nazionale, nonché dei produttori, trasportatori e distributori di gas naturale per autotrazione.