Le eccezionali ed imprevedibili dinamiche che hanno caratterizzato il settore energetico negli ultimi due anni sono la conseguenza di una trasformazione profonda del sistema a livello globale, iniziata già anni prima.  Mentre nelle principali economie avanzate le politiche di investimento si concentravano sui target finali del percorso di transizione energetica, determinando una rilevante contrazione degli investimenti sulla catena del gas, la domanda mondiale di questa commodity continuava a crescere, aumentando la pressione sull’offerta e la competizione per il GNL disponibile.

Le fragilità del settore sono diventate evidenti dopo la pandemia, nel 2021, e si sono tradotte in prezzi elevati e grande volatilità, per aziende e famiglie, ma anche in un rallentamento del percorso di transizione ecologica: purtroppo le emissioni climalteranti per unità di PIL sono aumentate in tutto il mondo, Europa compresa.

Un anno dopo, la crisi ucraina ha innescato ulteriori cambiamenti, spingendo verso nuovi assetti di mercato, stante anche l’impegno dell’Europa di diversificare rapidamente le fonti di approvvigionamento.

Alla luce di tutto ciò, si impone oggi la necessità di una riflessione più ampia che, partendo dalle criticità emerse, avvii un’importante e profonda revisione delle politiche energetiche nazionali ed europee, sulla base di tre obiettivi prioritari.

Primo obiettivo: valorizzare tutte le risorse e le tecnologie disponibili, secondo criteri di efficacia ed efficienza, per la decarbonizzazione dei consumi, per contrastare i cambiamenti climatici e garantire la sicurezza e la sostenibilità delle forniture. Occorre promuovere un nuovo approccio che superi la logica dell’esclusività a favore della complementarietà e sinergia dei diversi comparti energetici. L’obiettivo deve essere quello di costruire un percorso di transizione energetica realmente attuabile in un’ottica di neutralità tecnologica, ovvero facendo leva sulle soluzioni già a disposizione e contemporaneamente sostenendo l’innovazione tecnologica.

In questo quadro, l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima rappresenta l’occasione per definire, a livello Paese, una nuova strategia che consenta il raggiungimento degli obiettivi ambientali fissati garantendo, al tempo stesso, sostenibilità economica e sociale, quindi anche sicurezza e competitività delle forniture.

Secondo obiettivo: diversificare rotte e flussi di approvvigionamento, ma anche risorse e vettori energetici, per garantire un sistema resiliente, al fine di sostenere lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.

Non potendo ambire ad una sostanziale indipendenza degli approvvigionamenti, è importante promuovere la minor dipendenza dalla singola fonte o vettore importato, diversificando il sistema di approvvigionamento dall’estero e aumentando la quota di risorse energetiche prodotte internamente, tra le quali anche il gas.

L’aggiornamento del PNIEC sarà l’occasione per valorizzare la posizione geografica del nostro Paese e costruire un nuovo ruolo strategico per l’Italia come hub energetico, nell’ambito delle nuove dinamiche europee e globali. Salvaguarderemo, così, la competitività del nostro sistema produttivo e sosterremo l’evoluzione dell’Italia da mercato di destinazione a Paese di transito.  

Terzo obiettivo: promuovere lo sviluppo dei green gas, in sinergia con il vettore elettrico, per traguardare il percorso di transizione energetica, garantendo ai consumatori un insieme di soluzioni per la decarbonizzazione, accessibili secondo princìpi di neutralità tecnologica.

Con questi tre obiettivi sarà possibile individuare concrete linee di intervento, affinché il settore gas possa contribuire a realizzare una transizione ecologica attuabile e a costruire un sistema energetico flessibile e sicuro.

In pratica, è necessario intervenire in più ambiti: produzione, infrastrutture, contratti.

Occorre promuovere la produzione nazionale di gas – ridotta negli ultimi vent’anni da 17 miliardi a poco più di 3 miliardi di metri cubi – e la capacità di importazione di gas naturale, valutando ulteriori iniziative per rigassificatori, nuovi gasdotti di importazione e/o potenziamento degli esistenti, che valorizzino l’area del Mediterraneo.

Occorre sostenere i contratti di importazione di lungo termine, che costituiscono la condizione imprescindibile per sviluppare nuova offerta di gas.

Occorre adeguare urgentemente il sistema di trasporto nazionale, per consentire la gestione di volumi crescenti da Sud e di potenziali esportazioni verso l’Europa.

Occorre potenziare la capacità di stoccaggio, per garantire al sistema quella flessibilità necessaria a bilanciare, nel modo più efficiente, domanda e offerta e ridurre la volatilità dei prezzi per famiglie ed imprese.

Infine, a livello locale, occorre sostenere e promuovere il processo di digitalizzazione delle reti di distribuzione del gas, funzionale alla gestione in rete di miscele di green gas nonché ad un utilizzo sempre più sostenibile del vettore gas minimizzando le emissioni fuggitive.

Sulla base di queste considerazioni, è essenziale che il futuro PNIEC definisca delle linee di intervento a sostegno di un efficiente sviluppo del sistema gas, sfruttando l’infrastruttura esistente e il suo potenziale di decarbonizzazione attraverso l’integrazione dei nuovi gas.

Gas naturale e green gas avranno un ruolo essenziale per salvaguardare il processo di transizione energetica e consentirne la concreta attuazione, specialmente in uno scenario globale che vedrà crescere la domanda energetica nei prossimi anni e che avrà bisogno del contributo dei gas per soddisfare tale domanda in modo sostenibile e come fondamentale alleato alla natura intermittente delle energie rinnovabili.