In Italia acqua ed energia hanno da sempre avuto un legame molto stretto. A causa della carenza di risorse interne di carbone, la crescita della domanda di energia a cavallo tra la fine XIX Secolo e l’inizio del XX Secolo fu supportata dallo sviluppo della fonte idrica.

Come anche riportato da Giulio Boccaletti su Il Foglio, durante lo sviluppo industriale dei primi decenni del ‘900, furono i fiumi a definire la transizione energetica del Paese. L’idroelettrico rappresentava l’unica fonte energetica scalabile e le prime grandi centrali vennero costruite in prossimità delle zone più ricche d’acqua, plasmando la geografia economica del Paese, con le industrie che nascevano vicino ai corsi d’acqua. L’energia idroelettrica, quindi, ha storicamente rappresentato un asset per il fabbisogno energetico del Paese, coprendo in media, fino agli anni ‘60 del secolo scorso, il 90% del fabbisogno nazionale energetico.

In virtù di questa rilevanza, la situazione di marcata siccità che il Paese sta vivendo è causa di preoccupazione. L’Italia, più che altri Paesi, subisce gli effetti del cambiamento climatico. Come censito dall’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti*, il 21% del territorio nazionale è a rischio di desertificazione e gli eventi siccitosi, sempre più frequenti, stanno colpendo le principali fonti idriche.

Negli ultimi undici anni (2010-2021) gli eventi metereologici estremi legati all’acqua sono cresciuti con un tasso medio annuo del 25% e hanno interessato 602 Comuni (+95 rispetto al 2020, quasi +18%). Si tratta di eventi che hanno provocato allagamenti da piogge con annesse frane, blackout elettrici e altri danni a infrastrutture, ma anche prolungati periodi di siccità con temperature elevate.

Eventi metereologici estremi e precipitazioni in Italia (valori assoluti e mm), 1999, 2009 e 2019.

(*) Tasso di crescita annuo composto.

Fonte: Community Valore Acqua per l’Italia su dati Mipaaf, Legambiente ed European Severe Weather Database, 2022.

La crisi siccitosa che sta colpendo oggi l’Italia è una delle più gravi degli ultimi 70 anni. Le scarse precipitazioni e le temperature anomale stanno avendo impatti significativi sulla portata dei fiumi. L’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici nel Distretto Idrografico del Fiume Po, nel bollettino del 20 giugno, riporta come stia proseguendo l’esaurimento delle portate del fiume. In tutte le stazioni si registrano portate confrontabili o al di sotto dei minimi storici, rendendo difficoltoso il prelievo irriguo, di raffreddamento delle centrali termiche e soprattutto idropotabile. Il lago Maggiore ha un riempimento al 20%, con un’analoga situazione anche nel lago di Como al 18%. È significativo ricordare che l'anno scorso, i bacini settentrionali erano in questo periodo ancora oltre il 90% del riempimento.

Il protrarsi, già dal periodo invernale, di una tale condizione di siccità ha avuto effetti negativi sulla generazione idroelettrica. L’ultimo Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico elaborato da Terna (maggio 2022) fotografa una riduzione della produzione di elettricità da fonte idrica, nel periodo gennaio-maggio 2022, del 39,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Contestualmente, la quota di fonti energetiche rinnovabili (FER) sulla domanda di elettricità del Paese è scesa di 5,4 punti percentuali rispetto al 2021, soddisfacendo il 32% della richiesta elettrica, una delle quote più basse degli ultimi anni. Alla base vi è la contrazione della generazione idroelettrica e del relativo peso sulla produzione FER. Infatti, se dalla metà di marzo alcune centrali idroelettriche hanno dovuto ridurre la produzione di energia, oggi sono costrette a interromperla del tutto.

Figura 2. Quota di FER sulla domanda di elettricità, quota di idroelettrico sulla domanda di elettricità e quota di idroelettrico sulla produzione FER (valori percentuali), gennaio-giugno 2019 – gennaio-giugno 2022.

Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Terna, 2022.

Oltre la situazione congiunturale, le proiezioni a tendere indicano ulteriori elementi di attenzione. Secondo l’analisi della Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), sebbene le osservazioni non evidenzino tendenze statisticamente significative nelle precipitazioni annuali e stagionali tra il 1961 e il 2020 in Italia, si prevede che le precipitazioni medie annue diminuiranno e diventeranno più variabili entro la fine del secolo. L'aumento della temperatura media, l'evapotraspirazione e le scarse precipitazioni contribuiranno a una diminuzione del 40% del flusso d'acqua entro il 2080.

Le crisi siccitose nei prossimi anni e decenni rischiano di incidere fortemente su un comparto strategico per la transizione energetica e la decarbonizzazione del Paese. Ad oggi, l’idroelettrico detiene la quota più alta rispetto al totale delle FER nella generazione elettrica (40,7% contro 21,3% del solare e 16,0% dell’eolica). La rilevanza dell’idroelettrico verrà mantenuta anche negli scenari futuri al 2030, confermandosi anche tra 10 anni una fonte cruciale nel parco delle FER italiane.

Figura 3. Generazione elettrica per tipologia di FER (valori % sul totale delle FER), 2020 e generazione elettrica per tipologia FER secondo i vecchi e i nuovi scenari PNIEC (valori % sul totale delle FER), 2030.

 (*) Per i nuovi scenari PNIEC è stata elaborata una proiezione partendo dai dati del Piano per la transizione ecologica (+30-35 GW di potenza di nuova capacità da installare al 2030 rispetto al vecchio scenario PNIEC). La potenza è stata poi suddivisa per tipologia di FER assumendo 25 GW per il solare, 6,5 GW per l’eolico e 1 GW per l’idroelettrico, ipotizzando un valore medio di nuova potenza installata pari a 32,5 GW.

Fonte: The European House – Ambrosetti “Le concessioni idroelettriche in Italia. Incertezze e opportunità per il rilancio del Paese” su dati Terna, Proposta di Piano per la Transizione Ecologica e Elettricità Futura, 2022.

L’idroelettrico, poi, assume un ruolo strategico anche alla luce dello scenario energetico attuale, segnato dall’incremento dei prezzi – in particolar modo del gas – che si è registrato negli ultimi mesi e che verosimilmente rischia di contraddistinguere anche il prossimo futuro. L’impennata delle quotazioni dell’energia elettrica e del gas naturale, infatti, si ripercuote sulla sicurezza energetica europea ed italiana.

In questo senso, l’energia idroelettrica rende il sistema energetico più sicuro, resiliente e sostenibile. L’idroelettrico rappresenta una fonte in grado di offrire maggiore flessibilità e sicurezza al sistema energetico rispetto alle fonti fossili, facilitando anche l’integrazione delle FER. Infatti, adeguandosi al livello sia minimo che massimo di domanda sulla rete e permettendo l’accumulo di energia, garantisce la stabilizzazione della rete elettrica, soprattutto alla luce del costante aumento di produzione energetica da fonti rinnovabili intermittenti. Secondo i dati dell’IEA a livello globale, le centrali idroelettriche assicurano il 29% della flessibilità oraria di energia.

Un ulteriore elemento di forza proviene dalla sicurezza di approvvigionamento. La tecnologia idroelettrica, infatti, trae le sue fonti a livello locale e territoriale ed è in grado di garantire la sicurezza di approvvigionamento, riducendo la dipendenza dai mercati esteri e rafforzando la competitività del settore energetico comunitario e nazionale.

Infine, secondo le analisi del Joint Research Center (JRC) della Commissione Europea, il “lifecycle assessment” delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dall'energia idroelettrica risulta essere il più basso di tutte le tecnologie energetiche ad oggi disponibili, insieme all’eolico, producendo 26 tonnellate di CO2 equivalente per ogni GWh di energia generata.

In conclusione, la transizione energetica del Paese non può prescindere dall’acqua. È di estrema importanza dotarsi di strategie efficaci di adattamento al cambiamento climatico e trasformare in modo efficace ed efficiente la gestione della risorsa acqua sul territorio per ridurre la vulnerabilità climatica di cui soffre l’Italia.

*Fondata nel 2019, la Community Valore Acqua per l’Italia è una piattaforma di confronto multistakeholder dedicata alla gestione della risorsa acqua come driver di sostenibilità, competitività e sviluppo industriale. Sono attualmente partner della Community: A2A, ACEA, Acquedotto Pugliese, Celli Group, Hera, Iren, MM, SMAT, ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, Engeneering, Schneider Electric, SIT, Suez, SOTECO, RDR, Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Brianzacque, Padania Acque, Maddalena, IWS, Fisia Italimpianti, Barchemicals, Alfa Varese, Irritec, Livenza Tagliamento Acque e AcegasApsAmga.