Durante la Conferenza Stampa che ha seguito il Consiglio "Economia e finanza" del 7 dicembre, il Vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis ha annunciato l’inserimento del gas naturale e dell’energia nucleare nella tassonomia europea degli investimenti. La decisione verrà confermata con la presentazione del secondo atto delegato sulla tassonomia, ma sembra che la strada intrapresa dalle istituzioni europee vada in quella direzione. Già a marzo 2021, il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea si era espresso sull’assenza di prove scientifiche che dimostrassero una maggiore dannosità dell'energia nucleare per la salute umana o l'ambiente rispetto ad altre tecnologie di produzione di elettricità già incluse nella tassonomia come attività a sostegno della mitigazione del cambiamento climatico.

Una rinnovata attenzione nei confronti del nucleare arriva anche da diversi Paesi europei. A novembre, il Presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia, che già conta per circa il 70% della generazione elettrica sull’energia nucleare, costruirà nuovi reattori nucleari per garantire la sicurezza energetica e per raggiungere i suoi obiettivi di cambiamento climatico. Lo stesso Ministro italiano per Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato di sostenere che le tecnologie legate al nucleare di ultima generazione non debbano essere escluse a priori dallo scenario energetico futuro.

Ad oggi, l’energia nucleare detiene una rilevanza significativa nel mix energetico globale contribuendo alla generazione di elettricità con una quota pari al 10%, con 452 reattori nucleari attivi in 31 Paesi nel mondo per una capacità globale di 415 GW. Nell’Unione Europea, il nucleare rappresenta, invece, una quota pari al 25,4%.

In continua crescita anche gli investimenti nel mondo: nel 2019 e nel 2020 sono stati collegati alla rete rispettivamente 5,5 GW e 6,0 GW di capacità nucleare aggiuntiva e sono stati lanciati nuovi progetti per circa 5,2 GW e 4,8 GW rispettivamente. Notevoli sono anche le valenze strategiche e geopolitiche. Ad esempio, il governo vietnamita ha annunciato che costruirà un reattore nucleare di ricerca da 10 megawatt e da 300 milioni di dollari, con il supporto della Russia, una mossa che secondo molti esperti rappresenta un passo verso la ripresa dei piani per riabilitare il ruolo del nucleare nel panorama energetico del Sud-Est asiatico dopo gli eventi di Fukushima di 10 anni fa.

Tuttavia, nonostante l’aumento della spesa per lo sviluppo di questa fonte, i nuovi investimenti nel nucleare non sono sufficienti per essere in linea con lo scenario Net Zero Emissions by 2050 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), che prevede 812 GW di capacità nucleare al 2050 a livello globale, ben più basso rispetto ai 479 GW previsti secondo le tendenze attuali e gli obiettivi politici. In particolare, secondo l’AIE è necessaria un’installazione media annua di nuova capacità nucleare pari a 20 GW tra il 2020 e il 2050 per raggiungere gli obiettivi dello scenario Net Zero Emissions by 2050.

Capacità globale di energia nucleare (GW), 2020, 2035E e 2050E

Fonte: Elaborazione The European House – Ambrosetti su dati IEA, 2021.

Uno dei motivi per cui lo scenario Net Zero Emissions by 2050 richiede un incremento di capacità nucleare installata risiede nel fatto che l'energia nucleare rappresenta a livello globale la seconda fonte di elettricità a bassa emissione di carbonio, dopo quella idroelettrica, fornendo quasi il 30% di tutta la generazione low carbon. In particolare, l'energia nucleare ha contribuito a rallentare l'aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) negli ultimi 50 anni, evitando circa 55 Gt di emissioni di CO2, equivalenti a circa 2 anni di emissioni globali del settore energetico. Secondo le analisi del JRC, l’intensità di emissione di gas a effetto serra durante il ciclo di vita della produzione elettrica da energia nucleare è tra le più basse di tutte tecnologie energetiche ad oggi disponibili, pari a 28 tonnellate di CO2 equivalente per GWh (quasi l’equivalente di idroelettrico ed eolico e un terzo del fotovoltaico).

La recente forte crescita dei prezzi del gas naturale (+327% in Europa da gennaio a ottobre 2021) pone inoltre l’attenzione sulla necessità di poter fare affidamento su fonti energetiche con prezzi accessibili. A questo proposito, il nucleare presenta un costo livellato di circa 60 €/MWh in Europa, contro i 90 €/MWh dell’attuale mix energetico di capacità installata.

Affinché venga accelerata l’espansione della capacità nucleare e vengano raggiunti gli obiettivi dello scenario Net Zero Emissions by 2050, l’Agenzia di Parigi raccomanda che vengano attuate alcune azioni specifiche. In primo luogo, ridurre l'incertezza legata alla politica nucleare, che agisce da deterrente agli investimenti e riconosce il valore dell'energia nucleare nella decarbonizzazione dei sistemi energetici. Da qui l’importanza di includere l’energia nucleare nella tassonomia europea affinché gli investimenti possano beneficiare dell’accesso ai finanziamenti rivolti alle energie pulite. In secondo luogo, vi è la necessità di attuare riforme del mercato dell'elettricità volte a ridurne l’attuale incertezza, che rende difficile per gli investitori prevedere il possibile ritorno di un investimento in una centrale nucleare. Ugualmente rilevante è garantire una leadership di governo volta a promuovere nuovi investimenti nella tecnologia. Infine, poiché attualmente non esiste un sistema globale di licenze per le tecnologie nucleari e tale assenza rende necessario per gli investitori conformarsi agli standard di ogni singolo Paese, per l’AIE è importante armonizzare i requisiti normativi a livello globale e promuovere la collaborazione internazionale in materia di energia nucleare, in modo da garantire la piena sicurezza degli impianti nucleari e la protezione delle persone e dell’ambiente.