L’Ocse stima per l’Italia una crescita del 5,9% nel 2021 e non è l’unica previsione che attesta il nostro Pil intorno al +6% a fine anno. Segno che cittadini e imprese possono guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi dopo i pesanti danni causati dal Coronavirus. La crescita globale porta però con sé anche il forte incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Le bollette di elettricità e gas avrebbero subito un aumento generalizzato, già dal mese di ottobre, che non potevamo consentire. Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica ad aver acceso i riflettori sulla necessità di un intervento immediato.
Gli oltre 3 miliardi stanziati dal cosiddetto decreto Bollette portano sollievo soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione nel quarto trimestre 2021: un provvedimento necessario, che protegge innanzitutto gli oltre 3 milioni di famiglie più in difficoltà e 6 milioni di piccole e piccolissime imprese, rispetto al quale proporremo ulteriori modifiche e aggiustamenti in sede di conversione in legge qualora emergesse la necessità di una migliore tutela dei consumatori. Purtroppo però questo decreto da solo non è sufficiente a fronteggiare una situazione che si protrarrà ancora per diversi mesi.
Per questa ragione abbiamo proposto e approvato alla Camera, con il consenso di tutta la maggioranza, una mozione che fornisce al governo le indicazioni per intervenire anche sui prossimi trimestri.
Innanzitutto abbiamo proposto di utilizzare il maggior gettito derivante dalla vendita all’asta delle quote di CO2 per calmierare i prezzi delle bollette. Inoltre, si può intervenire sugli oneri di sistema, cioè tutti i costi extra consumo che servono tra l’altro a finanziare lo sviluppo delle energie rinnovabili, affinché siano razionalizzati e non gravino più sugli utenti finali. Possiamo poi ridurre l’Iva, attualmente applicata al totale del costo finale del servizio, incluse le accise: questo eviterebbe anche che lo Stato possa generare degli extra profitti su un maggior costo sociale. A tal proposito, è necessario anche tutelare le fasce più deboli della popolazione potenziando il sistema dei bonus. Altro snodo fondamentale è poi il superamento in tempi brevi del modello di riscossione degli oneri di sistema, abolendo l’attuale passaggio nella disponibilità dei venditori. Un sistema che il MoVimento 5 Stelle ha cancellato con un emendamento al decreto Semplificazioni che auspichiamo trovi rapida attuazione.
In un contesto così delicato è fondamentale sgomberare il campo da ogni equivoco: il caro bollette non si contrasta certo estraendo più gas e petrolio nei nostri territori, se non altro perché quella della grande disponibilità di fonti energetiche fossili nel nostro Paese è un falso mito. Piuttosto è nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento che va individuata la soluzione, anche perché la principale ragione del “caro bollette” è proprio la forte dipendenza dei sistemi energetici europei dalle fonti energetiche fossili, gas in primis. Lo ha evidenziato anche il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, chiarendo che puntare sulle energie rinnovabili aiuta a ridurre questa dipendenza e quindi a liberare le dinamiche del prezzo dal ‘ricatto’ delle fonti più inquinanti. La soluzione dunque è quella di premere l’acceleratore su efficienza energetica ed ecoenergie: i dati del Gse rilevano che il nostro Paese ha già aumentato la produzione di energie rinnovabili per la parte elettrica dal 42% del 2019 al 45% del 2021. Più questa percentuale aumenta e più ci affranchiamo dalla dipendenza dai Paesi esteri. Con le risorse del Recovery Plan dobbiamo ora accelerare su questi ed altri fronti: elettrificazione, reti intelligenti, comunità energetiche rinnovabili e sviluppo dei sistemi di accumulo.
Proprio su quest’ultimo punto occorre mettere in campo – cosa che proponiamo ormai da anni – un meccanismo di aste infrastrutturali di lungo periodo: un arco di 20-30 anni che consenta di remunerare la capacità di realizzare stoccaggi elettrochimici o naturali. Accanto a queste, si possono poi prevedere aste di breve periodo, mensili o annuali, per gestire la capacità di accumulo spostando l’immissione di energia in altri periodi temporali.
Accanto a ciò, è necessario mettere in campo una seria riflessione sulla totale liberalizzazione del mercato, uno scenario davvero pericoloso per i consumatori italiani. È la stessa relazione di Arera per il 2020 a mettere in evidenza come l’opzione del mercato libero continui a portare con sé bollette più alte rispetto al mercato tutelato, un costo più elevato del 57% rispetto al servizio di maggior tutela. È evidente che senza questo paracadute i cittadini, tutti e le fasce più vulnerabili in particolare, restano in balia di dinamiche pericolose e sulle quali non possono incidere in alcun modo.
Dobbiamo per far sì che questo servizio venga magari messo a gara, ma la maggior tutela non si può cancellare, perché è un baluardo a salvaguardia del consumatore. Su questo fronte c’è anche un altro grande obiettivo tutt’altro che raggiunto eppure fondamentale se si parla di scelta informata tra le offerte disponibili: dobbiamo mettere effettivamente i cittadini in condizione di disporre di tutte le informazioni necessarie e di scegliere con cognizione di causa la fornitura più consona alle proprie esigenze di consumo.
Una situazione complessa come quella del rincaro dei costi energetici richiede una risposta articolata, fatta di diversi interventi armonizzati tra loro per concorrere a costruire un sistema più efficiente e resiliente. E va preso in considerazione anche il contributo di misure apparentemente lontane, come il Superbonus 110%, che invece è un grande strumento di efficientamento energetico dei nostri edifici. Anche per questa ragione il MoVimento 5 Stelle ne chiede da sempre la proroga per altri due anni almeno: oltre a produrre significativi risparmi in bolletta, la nostra misura dà un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni climalteranti provenienti dagli edifici residenziali. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo prefissati non se ne può fare a meno e, anzi, andrebbe esteso ad altri settori come quello dell’ospitalità alberghiera ed extra alberghiera.
Allo stesso modo è, ad esempio, importante continuare a puntare sull’innovazione nel campo della mobilità elettrica, oltre che sulla sua sempre maggiore diffusione. Per contribuire al bilanciamento del sistema elettrico e garantire la continuità dell’approvvigionamento in un sistema sempre più basato sulle rinnovabili, sarà fondamentale disporre di colonnine di ricarica con tecnologia vehicle to grid, regolamentata con un decreto fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle ed emanato dal Mise il 30 gennaio 2020. L’obiettivo è quello di far diventare l’auto elettrica una sorta di batteria mobile a disposizione della rete, per renderla più stabile ed efficiente e garantire un servizio migliore ai cittadini, anche nell’ottica del progressivo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Tutte queste proposte insieme non solo rispondono all’esigenza di fronteggiare il caro bollette, ma rappresentato i tasselli di un puzzle che una volta terminata disegnerà un nuovo scenario di politica energetica e industriale, contribuendo al tempo stessa alla transizione ecologica e alla ripartenza del Paese.