L’UE ha fissato una serie di obiettivi per poter raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e le misure e le sinergie messe in atto oggi sono essenziali per imboccare la strada giusta. In questo percorso, i gas rinnovabili sono chiamati a svolgere un ruolo importante e il Bio-GNL non è esente da questo compito.

Il Bio-GNL è prodotto attraverso la liquefazione di un gas rinnovabile: il biometano. Ha un ampio potenziale per ridurre le emissioni nel settore della mobilità, inclusi il trasporto marittimo e stradale e può essere movimentato utilizzando le infrastrutture esistenti dedicate al GNL senza la necessità di investimenti addizionali.

Si tratta di una fonte dalle grandi potenzialità: basti pensare che alla fine del 2019, l’Unione Europea poteva contare su una produzione di 167 TWh di biogas e 26 TWh (pari a 2,43 mld di metri cubi) di biometano (forma purificata del più grezzo biogas). Sempre in quell’anno gli impianti di biogas ammontavano a 18.943 unità mentre quelli di biometano si attestavano a 725.

Il biometano si presta bene al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione perchè può essere usato come sostituto del gas naturale nei trasporti. Da un punto di vista produttivo, sta seguendo un pattern di crescita significativo: nel 2019 la produzione è aumentata del 15% sul 2018 – l’incremento più alto mai registrato da questa fonte – e ad oggi, non sembrano esserci segnali di rallentamento.

Quanto alla materia prima utilizzata per la sua produzione, si assiste ad un’evoluzione ambientalmente più sostenibile. A partire dal 2013, infatti, le cosiddette “colture energetiche” sono state via via sostituite con residui agricoli, rifiuti urbani e biologi e fanghi di depurazione, tanto che dal 2017 nessun impianto di produzione di biometano ha utilizzato nei propri processi colture agricole dedicate.

La scalabilità del settore dovrebbe continuare anche nei prossimi anni: i vari studi sull’argomento convergono sul fatto che entro il 2030 il biogas e il biometano possano quasi raddoppiare la produzione, per un potenziale stimato in 44 mld di metri cubi, equivalenti a 467 TWh. Entro il 2050, quindi, l’output produttivo potrebbe più che quadruplicare.

Si tratta di volumi sufficienti a coprire la futura domanda di Bio-GNL nel settore trasporti, stimata dalla società di consulenza Navigant in 461TWh entro il 2030, che corrisponde al 45-50% della capacità produttiva totale di biometano in Europa. 

L’elettrico non basterà

Nel processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti, l’utilizzo del Bio-GNL potrebbe giocare un ruolo di primo piano, con rapidità dei risultati e costi contenuti. Nonostante tutti gli sforzi compiuti dall’UE, il settore dei trasporti è l’unico che non ha intrapreso un reale processo di affrancamento dalle fonti fossili, nonché quello che mostra un incremento continuo delle emissioni su base annua almeno dal 2014.

Lo sviluppo della mobilità elettrica, per quanto proceda, non riuscirà a garantire il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione nei tempi prefissati e soprattutto non riuscirà a coprire adeguatamente tutti i segmenti del trasporto. Per questo è necessario associare alla mobilità elettrica i gas rinnovabili, così da velocizzare il processo di decarbonizzazione e far sì che i benefici economici che da questo processo ne deriveranno possano rimanere entro i confini comunitari.

Mobilità a emissioni negative

Il Bio-GNL consente di ottenere un bilancio delle emissioni negative. In pratica, un veicolo alimentato da questo combustibile non aumenta le emissioni di gas serra, ma le riduce, a seconda del tipo di materia prima utilizzata. Infatti, oltre ad evitare le emissioni derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili, verranno evitati i volumi emissivi derivanti dalla decomposizione naturale dei residui organici, utilizzati come materia prima per produrre biometano, che altrimenti verrebbero rilasciati nell’atmosfera. Si tratta di un risparmio per  nulla trascurabile, considerando che i settori dell’agricoltura e dei rifiuti, sono tra quelli maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra causate dall’attività umana.

Il Bio-GNL può essere trasportato utilizzando l'infrastruttura GNL esistente senza eccessivi adattamenti tecnologici o onerosi costi aggiuntivi. Per poter garantire, quindi, il pieno sviluppo di questa nuova fonte, diventa imprescindibile continuare a puntare sullo sviluppo dell’infrastruttura per il trasporto del gas naturale liquefatto, che tra l’altro permette anche il commercio transfrontaliero del Bio-GNL. Ad oggi, l’UE può contare su 53 porti in cui è disponibile il rifornimento di GNL e oltre 330 stazioni di rifornimento di GNL: un numero destinato ad aumentare in modo esponenziale nei prossimi anni. Le sole stazioni di servizio dovrebbero crescere di sei volte, fino a raggiungere le 2.000 unità al 2030.

Il Bio-GNL, inoltre, è intercambiabile con il GNL sia come carburante che negli altri usi e non richiede una differente expertise o manodopera specializzata.

Nel 2030, secondo NGVA Europe, la flotta di veicoli alimentati a GNL richiederà circa 100 TWh di carburante, di cui almeno il 40% sarà coperto da Bio-GNL, che sembra essere una soluzione percorribile anche per il settore marittimo.

Da un punto di vista tecnologico, l’utilizzo del biometano nel settore dei trasporti è già possibile: i motori a combustione interna (MCI) tradizionali sono compatibili con il biometano. I primi studi di settore dimostrano che i MCI alimentati a biometano hanno performance migliori dei motori elettrici in termini di emissioni di CO2 sia nella fase di produzione che nella fase di fine vita e smaltimento.

Trasporto pesante e marittimo

Il trasporto pesante è tecnicamente difficile da elettrificare, poiché richiede motori elettrici ad elevata performance in grado di coprire lunghe distanze. Per far viaggiare  un camion da 40 tonnellate per oltre 1.000 km, un camion elettrico richiederebbe una batteria da 6,4 tonnellate con la migliore tecnologia odierna, mentre la stessa distanza può essere coperta con alcune centinaia di litri di Bio-GNL.

Se guardiamo al trasporto marittimo, quest’ultimo consente il trasporto dell'80% delle merci mondiali, ma è anche responsabile di un volume emissivo non trascurabile, quantificabile nel caso dell’UE nel 3,7% delle emissioni totali. Si tratta di un settore in forte crescita, il che presuppone un aumento delle emissioni fino al doppio rispetto ai livelli attuali entro il 2050.  Tuttavia, oggi, meno dell'1% della flotta mondiale utilizza combustibili alternativi, per questo decarbonizzare il settore richiederà l'uso di carburanti a zero o basse emissioni di carbonio, compreso il Bio-GNL.

In chiave prospettica, un quadro legislativo a livello comunitario coerente e di sostegno accelererà i progressi in corso e incoraggerà gli investimenti, aiutando il settore a espandersi. Il Bio-GNL è un combustibile rinnovabile, prodotto in Europa e fonte di molteplici vantaggi socio-economici e ambientali che andranno direttamente a vantaggio dei cittadini dell'UE.