Il metano rilasciato in atmosfera è un gas serra molto potente, con oltre 80 volte il potenziale di riscaldamento globale rispetto all'anidride carbonica sul breve periodo. Scienziati, governi e la stessa industria energetica hanno convenuto sempre di più sul fatto che la riduzione di queste emissioni debba essere un pilastro cruciale di qualsivoglia strategia climatica. Proprio in ragione del fatto che la durata di vita del metano è relativamente breve – va dai 10 ai 12 anni – un’azione volta alla riduzione di questo gas potrebbe tradursi positivamente e in maniera più immediata sul livello di riscaldamento, con un vantaggio anche in termini di qualità dell'aria.

Il metano derivante dalla produzione, processamento, trasmissione e distribuzione di petrolio e gas, ammonta a oltre 6,7 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente ogni anno, pari al 16% di tutte le emissioni di CO2 prodotte dall'uomo. Sebbene l'industria petrolifera e del gas sia responsabile solo di un terzo delle emissioni di metano di natura antropogenica è il settore che presenta il maggior potenziale di riduzione: un impegno di questo comparto, infatti, potrebbe ridurre l'aumento della temperatura globale di 0,2 gradi entro il 2030 e di un terzo di grado entro la fine del secolo. Un risultato importante se vogliamo rispettare gli impegni presi con l’Accordo di Parigi.

Soluzioni efficienti sotto il profilo dei costi

Quando il gas naturale altrimenti disperso viene catturato e utilizzato per alimentare centrali elettriche o riscaldare le abitazioni, diventa una preziosa fonte di energia. L’Agenzia internazionale dell'energia stima che l'industria energetica potrebbe ridurre le sue emissioni globali del 75% e che circa il 40% di queste riduzioni potrebbe essere realizzato ad un costo netto pari a zero. Controllare e limitare le emissioni di metano è uno dei modi più veloci ed economici per rallentare il tasso di riscaldamento globale sul breve termine e si affiancherebbe agli sforzi per decarbonizzare il sistema energetico al attraverso il ricorso a fonti di energia più pulite. La riduzione del 75% delle emissioni di metano fossile si tradurrebbe in un risparmio pari a 6 Gt di CO2 equivalente all’anno, circa il 10% delle emissioni di gas climalteranti emesse nel 2019, inclusi i land-use change.

L'Oil and Gas Methane Partnership (OGMP)

L'Oil&Gas Methane Partnership (OGMP) è un'iniziativa che coinvolge diversi stakeholder. È stata lanciata nel 2014 dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) e dalla Climate and Clean Air Coalition per aiutare le aziende a ridurre le emissioni di metano nel settore petrolifero e del gas. Fornisce una piattaforma che garantisce che le emissioni di metano delle aziende aderenti siano gestite in modo responsabile.

Da quando è stata lanciata al vertice delle Nazioni Unite sul clima, OGMP ha sensibilizzato con successo l’industria dell’O&G sull’importanza di ridurre le emissioni di metano. Le prime dieci società aderenti sono tra i maggiori operatori mondiali di petrolio e gas nel mondo e rappresentano oltre il 15% della produzione di petrolio e gas a livello globale.  L'OGMP ha prodotto una serie di linee guida tecniche (Technical Guidance Documents -TGD) che forniscono metodologie di calcolo delle emissioni di metano da nove fonti emissive principali. Si tratta di strumenti riconosciuti su vasta scala e utilizzati da professionisti oltre che dalle aziende aderenti a OGMP.

A partire dal 2014, la consapevolezza che le emissioni di metano fossero uno dei principali problemi climatici è cresciuta significativamente, così come è cresciuto l’impegno da parte delle imprese. Ciò ha portato alla definizione dell'obiettivo collettivo di riduzione dell'intensità del metano dello 0,25% entro il 2025 delle aziende parte della Oil and Gas Climate Initiative.

Tuttavia, nonostante l’impegno, l’opinione pubblica si è mostrata particolarmente reticente e negativa nei confronti dell'industria petrolifera e del gas e in un sondaggio di Ernst Youg, solo il 37% degli intervistati ha affermato di fidarsi del settore. Di fronte a questa percezione e alla crescente pressione da parte di investitori, governi e società civile, le aziende associate all'OGMP hanno deciso di reimpostare il programma in modo da renderlo molto più ambizioso, d'impatto e completo.

OGMP 2.0 – le linee guida per il reporting del metano

Nel 2020, UNEP, la Commissione Europea, l'Environmental Defense Fund, la Climate and Clean Air Coalition e 64 aziende con asset in cinque continenti che rappresentano il 30% della produzione mondiale di petrolio e gas hanno adottato un nuovo framework OGMP 2.0. E’ stato predisposto un gold standard che migliorerà l’accuratezza del reporting e la trasparenza dei dati sulle emissioni di metano prodotte dall'uomo. L'obiettivo dell'OGMP 2.0 è fornire all'industria, alla società civile e al governo informazioni più dettagliate e trasparenti sui livelli di emissioni di metano, le fonti e le azioni di riduzione. Questo nuovo framework si prefigge di raggiungere un target di riduzione del 45% delle emissioni di metano del settore entro il 2025 e del 60-75% entro il 2030.

Secondo le nuove regole, le aziende riporteranno i dati effettivi sulle emissioni di metano derivanti sia da asset operati direttamente che da quelli in joint ventures in linea con il loro perimetro di reporting. La rendicontazione coprirà tutti i segmenti del settore del petrolio e del gas che emettono quantità significative di metano. Le aziende inoltre annunceranno i propri obiettivi di riduzione individuali e riferiranno periodicamente sui progressi fatti in tal senso.

L'OGMP stabilisce cinque livelli di rendicontazione: man mano che si sale di livello, il reporting è più preciso e dettagliato fino ad arrivare alla riconciliazione tra misurazione delle emissioni a livello di sorgente e a livello di sito. Le aziende hanno 3 anni  per rispettare le regole previste per gli asset operati direttamente e 5 anni per le joint ventures. Questo miglioramento del reporting  sul metano aiuterà l'industria petrolifera e del gas a realizzare riduzioni significative delle emissioni di questo gas nel prossimo decennio e di farlo in modo trasparente per la società civile e i governi. Come affermato nella sua strategia sul metano 2020, la Commissione europea baserà la sua futura legislazione sull'OGMP2.0.

Un nuovo osservatorio in fase di realizzazione

L'UNEP, con il supporto della Commissione Europea, sta inoltre finalizzando un piano per istituire un Osservatorio Internazionale delle Emissioni di Metano (IMEO). L'Osservatorio aggregherà e analizzerà i rapporti delle aziende membri di OGMP e li confronterà con i flussi di dati sulle emissioni di metano (inventari nazionali, studi di misurazione diretta, osservazioni satellitari) per eliminare le incongruenze tra i livelli emissivi segnalati e quelli osservati.

Aiutando l'industria e i governi ad affrontare l'incertezza relativa alle emissioni riportate, l'Osservatorio migliorerà la coerenza e la credibilità dei dati sulle emissioni di metano e accelererà le azioni di mitigazione.

OGMP: pronti al lancio (virtuale)

Il 23 novembre, il direttore esecutivo dell'UNEP, il commissario europeo per l'energia, il presidente di EDF e gli amministratori delegati che rappresentano le 64 compagnie O&G membri dell'Oil and Gas Methane Partnership, presenteranno l'OGMP Reporting Framework in un evento virtuale che discuterà anche dei prossimi passi per ottenere riduzioni significative de metano nell'industria dei combustibili fossili in linea con le più recenti conoscenze scientifiche del sistema climatico.

Le aziende italiane hanno risposto con entusiasmo all'appello di UNEP, Commissione ed EDF. ENI è membro di OGMP sin dalla sua fondazione nel 2014, mentre altre imprese come Adrigas, GEI, Italgas, LD RETI, SNAM, Unareti, LD RETI, Retragas, si stanno unendo quest’anno.

Manfredi Caltagirone e Giulia Ferrini dirigono le iniziative sul metano del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP)