L’utilizzo del gas nel settore dei trasporti ha conosciuto negli ultimi anni una crescita significativa. Si può quantificare la portata di questa crescita?

In Italia lo scorso anno, sono stati immatricolati 44.871 nuovi veicoli leggeri (autovetture a furgoni) , 1.049 autocarri alimentati a gas naturale liquefatto (GNL) e 421 alimentati a Gas naturale compresso (GNC). Ho ritenuto opportuno fornire i valori assoluti perché solo essi sono in grado di fornire un’idea precisa dello stato dell’arte. Indicare le percentuali è quasi sempre fuorviante perché se il dato di partenza è esiguo, l’incremento di poche decine sembra indicare un fenomeno in grande evoluzione. Se però dovessimo passare alle percentuali, potremmo dire che lo scorso anno l’incremento dei veicoli leggeri è stato del 6% (dato perfettamente in linea con l’incremento dei Natural Gas Vehicles nel mondo) e ci aspettiamo per il 2020 un incremento superiore. Peraltro anche nel mondo ci aspettiamo che nel 2020 l’incremento possa essere a 2 cifre considerando i molti mercati emergenti che stanno facendo registrare alte percentuali di incremento.

Non solo carburante per l’autotrazione, il gas nella sua forma liquefatta sta trovando un buon sviluppo anche nel trasporto pesante. A che punto siamo in Italia? Punti di forza e criticità di un settore dalle grandi potenzialità

Nel settore dell’uso del GNL l’Italia ha una posizione di benchmark in Europa. Le immatricolazioni dei  veicoli pesanti alimentati a GNL sono state 1.049 (+50% rispetto al 2019). Sul nostro territorio circolano più di 2.500 veicoli e le stazioni di rifornimento si sono sviluppate di conseguenza. Attualmente ci sono 65 stazioni pubbliche e 13 private che erogano GNL (alcune di queste anche GNC). Questi numeri fanno dell’Italia il Paese con il maggiore sviluppo del GNL in Europa.

Il ruolo del gas come fonte di transizione nel processo di decarbonizzazione è stato confermato nel PNIEC che l’Italia ha presentato alla Commissione e anche nel Green New Deal da poco approvato a livello comunitario. Questo cambierà gli scenari di sviluppo di questa fonte o ancora ci sono margini di intervento?

Per quanto riguarda lo sviluppo del gas naturale come fonte di transizione verso una decarbonizzazione del settore trasporti, va subito detto che molto è stato fatto ma molto si potrebbe ancora fare.  In primo luogo va ulteriormente sostenuto lo sviluppo del biometano visto che  l’Italia vanta una produzione di biogas tra le maggiori al mondo e che il biometano potenzialmente disponibile potrebbe essere utilizzato per alimentare tutto il parco circolante a gas naturale ed un ulteriore 30% del rimanente. In secondo luogo bisogna incentivare la trasformazione dei veicoli, attualmente alimentati a benzina, che appartengono alle classi di emissioni più inquinanti,  che rappresentano una grande fetta del parco circolante in Italia, in modo tale da non gravare sulle economie delle famiglie che non possono permettersi di spendere diverse decine di migliaia di euro per acquistare un’auto elettrica.

Infine, innegabile il ruolo propulsivo dell’industria e delle case costruttrici di automobili. Quale è lo stato dell’arte della tecnologia motoristica a gas in Italia ma anche a livello globale.

Questo è un momento di transizione tecnologica dove purtroppo elettrico e ibrido sembrano la risposta al Green New Deal recentemente annunciato dalla Commissione Europea. Per cui anche le maggiori case automobilistiche devono orientarsi verso energie non fossili. E’innegabile non  riconoscere che la tecnologia dei motori a metano ha conosciuto negli anni un’evoluzione, con modelli sempre più performanti che li rendono sicuramente concorrenziali a quelli con carburanti tradizionali. Tuttavia rimango convinta che il gas naturale nelle sue diverse tipologie, compresso, liquido, bio, miscela gas-idrogeno avrà ancora l’attenzione degli OEM (Original Equipment Manufacturer).  Certamente il GNL sarà il carburante di riferimento per il trasposto pesante.