La lotta all'evasione fiscale per recuperare risorse da mettere in bilancio non è un'idea inedita di questo governo. Tuttavia, nella manovra firmata dalla maggioranza M5s-Pd ci sono alcune misure particolarmente innovative per recuperare risorse sommerse che riguardano, nello specifico, IVA e accise non versate sui carburanti. Il contrasto alle frodi e al contrabbando nel settore, fino ad ora e solo da pochi anni, passa attraverso frequenti sequestri e operazioni di polizia. Eppure, le stime sulla portata del fenomeno dicono che l'ammanco annuale per le casse dello Stato va dai 4 ai 12 miliardi di euro, mentre le conseguenze per gli operatori del settore stanno mettendo alle strette un comparto che nel 2018 ha contribuito a finanziare la spesa pubblica per quasi 37 miliardi di euro. Non sorprende, quindi, il giro di vite che il governo ha inserito nell’ultima manovra, introducendo sistemi di controllo digitali per tracciare la vendita e il consumo dei carburanti per autotrazione con cui si prevede di incassare 635 milioni nel 2020. A fornire le stime del recupero atteso è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha articolato le misure previste negli allegati della lettera di risposta all’Unione europea sulla Legge di Bilancio.
Proprio in base alle valutazioni del Mef è possibile individuare le maggiori novità introdotte in manovra. Nel 2020 è previsto il recupero di 240 milioni di euro dall'avvio della presentazione telematica del Documento Amministrativo Semplificato (Das), cifra che raddoppierà nel 2021 e 2022. Nel Decreto Fiscale si richiede la sostituzione del bollo a secco applicato sul documento di accompagnamento del prodotto (quello che attesta l’avvenuto pagamento dell’accisa e quindi la sua sottoposizione all’Iva) con un innovativo sistema digitale. L’Agenzia delle Dogane ha reso noto che sul Das telematico saranno sviluppati controlli in linea con le tecniche basate sull'intelligenza artificiale. La digitalizzazione permetterà di recuperare altri 60 milioni nel 2020, in particolare con l'estensione del sistema Infoil – telemisure storicizzate sui serbatoi presso impianti di capacità – che viene reso obbligatorio per i depositi fiscali di prodotti energetici di mero stoccaggio non inferiori a 3.000 mc. Una misura con cui nei successivi due anni del triennio, 2021 e 2022, si mettono a bilancio 120 milioni all’anno. Altri 75 milioni saranno recuperati dal contrasto delle frodi sulle accise attraverso un rafforzamento del sistema di informatizzazione per il monitoraggio telematico delle movimentazioni in regime sospensivo e con un termine temporale più restrittivo – che scende a 24 ore – per la conclusione del regime stesso.
Sempre nel Decreto Fiscale sono contenute le disposizioni che impediranno l'utilizzo delle false dichiarazioni di intento per tutte le cessioni e le importazioni definitive di benzina e gasolio per motori. Questa misura dovrebbe garantire nel prossimo triennio un recupero di 200 milioni di euro l’anno secondo il Mef. In una recente audizione alla Camera, la Guardia di Finanza ha infatti valutato che il 40% delle frodi nel settore carburanti derivano anche dall’uso illegale di questo strumento di autocertificazione per l’esenzione dall’Iva. Infine, 60 milioni all'anno per i tre anni sono attesi da un nuovo sistema di tracciabilità dei prodotti lubrificanti sul territorio nazionale, per contrastarne la rivendita illecita come carburanti, una froda che secondo la Guardia di Finanza rappresenta un altro 40% degli illeciti. Su questo punto, il Decreto Fiscale introduce la tracciatura di ogni trasferimento di oli con un codice amministrativo di riscontro emesso dal sistema informatizzato dell'Agenzia, codice che va richiesto prima dell'introduzione dei prodotti sul territorio nazionale.
Per garantire ancora una parte delle coperture finanziarie necessarie a sostenere l'impianto della legge di Bilancio, benzina e gasolio sono ancora tirati in ballo da una clausola di salvaguardia che prevede l'aumento delle accise a partire dal 2021. Sono messe dunque a bilancio maggiori entrate per 868 milioni di euro nel 2021, 732 milioni nel 2022, 1,522 miliardi di euro nel 2023 e 1,243 miliardi nel 2024. La scommessa dell'esecutivo è quella di disinnescare le clausole ed evitare l'aumento, che altrimenti si tradurrebbe in maggiori accise per gli automobilisti tra i 3 e i 5 centesimi a litro. D'altra parte, il taglio dello sconto sull'accisa del gasolio per i mezzi pesanti Euro 3, sussidio considerato ambientalmente dannoso, è stato rimandato dopo un acceso confronto con il mondo dell'autotrasporto. La misura, prevista dalla legge di Bilancio, sarà dunque introdotta dal primo luglio 2020 invece che dal primo marzo. Oltre a rendere più selettiva la platea dei mezzi ammessi al contributo, la norma introduce anche dei limiti al rimborso dell'accisa al fine di ottimizzare l'uso di gasolio per il trasporto di merci e persone. I rimborsi si potranno ottenere infatti solo se con ogni litro di gasolio si percorre almeno un chilometro (percorrenza specifica minima), mentre attualmente viene riconosciuto per l'intero quantitativo consumato. Gli obiettivi sono di “evitare fattispecie elusive” e di “incentivare il consumo efficiente di gasolio nell'attività di autotrasporto”, spiega la relazione tecnica al decreto Fiscale. Il gettito atteso è pari a 65,7 milioni nel 2021 e 56,9 milioni nel 2022.