Come già evidenziato dall’International Energy Agency nel suo ultimo World Energy Outlook, le recenti dinamiche di produzione e di consumo di energia a livello globale riflettono una crescente preoccupazione rispetto all’effettiva capacità delle fonti rinnovabili di ridurre le emissioni climalteranti in un contesto di progressiva elettrificazione dei consumi. Posta in altri termini, nonostante quello elettrico sia considerato il settore nel quale maggiori sono i margini di decarbonizzazione, l’incremento della domanda di energia elettrica a livello mondiale - che deriva tanto da fattori strutturali legati alla crescita economica dei Paesi in via di sviluppo quanto dalle opportunità di un crescente impiego dell’elettricità in particolare nei trasporti, ma anche negli usi residenziali e nell’industria – più che compensa il maggiore peso delle fonti rinnovabili sul mix di generazione, potenzialmente vanificando l’impatto positivo in termini di contenimento delle emissioni climalteranti derivante dalla loro diffusione.

Quanto appena osservato emerge chiaramente dai dati contenuti nel BP Statistical Review of World Energy (BP_SRWE) del 2019. In termini estremamente sintetici, nel corso del 2018, tanto la domanda globale di energia elettrica quanto la produzione di elettricità da fonti rinnovabili hanno continuato a crescere così come, tuttavia, sono aumentate le emissioni climalteranti relative al settore elettrico.

Quanto alla domanda, l’incremento dei consumi elettrici a un ritmo più sostenuto della media degli ultimi 10 anni (pari al 3,7%) è responsabile di circa la metà della crescita di energia primaria a livello mondiale nel 2018. Circa i due terzi dei consumi elettrici addizionali sono riconducibili a Cina e India e, più in generale, ai Paesi in via di sviluppo. La domanda di energia primaria nell’Unione Europea si è invece ridotta dello 0,2%, inferiore al valore medio dell’ultimo decennio (-0,5%). 

La produzione globale di energia elettrica da fonti rinnovabili è cresciuta di 71 milioni di tep (mil. tep) (+14,5% rispetto al 2017), dato leggermente inferiore alla media storica, ma pari comunque a circa un terzo della crescita dell’offerta cui hanno contributo anche gas naturale (+3,9%) e carbone (+3,0%). La Cina (32 mil. tep) ha contribuito a quasi metà della crescita globale di generazione rinnovabile, con una produzione addizionale superiore a quella di tutti i Paesi OCSE (26 mil. tep). Il mix di generazione cinese rimane comunque ancora fortemente dipendente dal carbone con il quale sono prodotti i due terzi dell’elettricità (l’idroelettrico e le altre rinnovabili coprono invece poco più di un quarto della produzione 2018). È interessante evidenziare come il 75% dei Paesi inclusi nell’analisi di BP producono elettricità da rinnovabili (erano appena un terzo venti anni prima), sebbene con livelli di penetrazione che rimangono assai differenti anche in termini di aree geografiche (si veda la Fig. 1). I Paesi che nel 2018 presentavano un livello di penetrazione delle fonti rinnovabili diverse dall’idroelettrico superiore al 20% sono tutti europei, ad eccezione della Nuova Zelanda.

Fig. 1 - Produzione di energia elettrica per fonte e per area geografica (%)

Come già evidenziato dall’International Energy Agency nel suo ultimo World Energy Outlook, le recenti dinamiche di produzione e di consumo di energia a livello globale riflettono una crescente preoccupazione rispetto all’effettiva capacità delle fonti rinnovabili di ridurre le emissioni climalteranti in un contesto di progressiva elettrificazione dei consumi. Posta in altri termini, nonostante quello elettrico sia considerato il settore nel quale maggiori sono i margini di decarbonizzazione, l’incremento della domanda di energia elettrica a livello mondiale - che deriva tanto da fattori strutturali legati alla crescita economica dei Paesi in via di sviluppo quanto dalle opportunità di un crescente impiego dell’elettricità in particolare nei trasporti, ma anche negli usi residenziali e nell’industria – più che compensa il maggiore peso delle fonti rinnovabili sul mix di generazione, potenzialmente vanificando l’impatto positivo in termini di contenimento delle emissioni climalteranti derivante dalla loro diffusione.

Quanto appena osservato emerge chiaramente dai dati contenuti nel BP Statistical Review of World Energy (BP_SRWE) del 2019. In termini estremamente sintetici, nel corso del 2018, tanto la domanda globale di energia elettrica quanto la produzione di elettricità da fonti rinnovabili hanno continuato a crescere così come, tuttavia, sono aumentate le emissioni climalteranti relative al settore elettrico.

Quanto alla domanda, l’incremento dei consumi elettrici a un ritmo più sostenuto della media degli ultimi 10 anni (pari al 3,7%) è responsabile di circa la metà della crescita di energia primaria a livello mondiale nel 2018. Circa i due terzi dei consumi elettrici addizionali sono riconducibili a Cina e India e, più in generale, ai Paesi in via di sviluppo. La domanda di energia primaria nell’Unione Europea si è invece ridotta dello 0,2%, inferiore al valore medio dell’ultimo decennio (-0,5%). 

La produzione globale di energia elettrica da fonti rinnovabili è cresciuta di 71 milioni di tep (mil. tep) (+14,5% rispetto al 2017), dato leggermente inferiore alla media storica, ma pari comunque a circa un terzo della crescita dell’offerta cui hanno contributo anche gas naturale (+3,9%) e carbone (+3,0%). La Cina (32 mil. tep) ha contribuito a quasi metà della crescita globale di generazione rinnovabile, con una produzione addizionale superiore a quella di tutti i Paesi OCSE (26 mil. tep). Il mix di generazione cinese rimane comunque ancora fortemente dipendente dal carbone con il quale sono prodotti i due terzi dell’elettricità (l’idroelettrico e le altre rinnovabili coprono invece poco più di un quarto della produzione 2018). È interessante evidenziare come il 75% dei Paesi inclusi nell’analisi di BP producono elettricità da rinnovabili (erano appena un terzo venti anni prima), sebbene con livelli di penetrazione che rimangono assai differenti anche in termini di aree geografiche (si veda la Fig. 1). I Paesi che nel 2018 presentavano un livello di penetrazione delle fonti rinnovabili diverse dall’idroelettrico superiore al 20% sono tutti europei, ad eccezione della Nuova Zelanda.

Fig. 1 - Produzione di energia elettrica per fonte e per area geografica (%)

Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2019, www.bp.com/en/global/corporate/energy-economics/statistical-review-of-world-energy.html Copyright 1996-2019 @BP plc.

Come evidenziano i dati del BP_SRWE, nonostante la forte diffusione e penetrazione di eolico e solare fotovoltaico in particolare nel contesto europeo, il mix di generazione a livello globale è invece rimasto sostanzialmente inalterato negli ultimi venti anni con il carbone che ha mantenuto una quota del 38% sulla produzione globale e le fonti non fossili (nucleare, idroelettrico, eolico, solare fotovoltaico, ecc.) che ne rappresentano il 36%. La restante parte è prodotta da olio combustibile e gas naturale, sebbene con un effetto di ricomposizione a favore di quest’ultima (si veda Fig.3).

Fig.3 -  Quota della generazione di energia elettrica per fonte (in percentuale)

Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2019, www.bp.com/en/global/corporate/energy-economics/statistical-review-of-world-energy.html Copyright 1996-2019 @BP plc.

Se combinato con una domanda in crescita, il risultato complessivo si è riflesso nella difficoltà di ridurre le emissioni climalteranti nel settore elettrico che nel corso del 2018 sono al contrario cresciute in maniera significativa del 2,7% (Figura 4). Non sorprendono dunque le preoccupazioni connesse a una crescente elettrificazione dei consumi in assenza di un significativo contributo del settore elettrico al contenimento delle emissioni a livello globale. I rilevanti tassi di crescita delle fonti rinnovabili a livello globale hanno di fatto consentito di mantenere il peso delle fonti fossili stabile nel corso degli ultimi venti anni.

Sotto il profilo delle policy, una simile dinamica richiede particolare attenzione soprattutto se rapportata alle crescenti aspettative che tuttora si alimentano in particolare nel settore dei trasporti. Si pensi a riguardo alla crescita di domanda di elettricità connessa alla diffusione della tecnologia elettrica in sostituzione della trazione fossile. Affinché possa tradursi in un effettivo vantaggio ambientale, non legato alla sola fase di utilizzo del veicolo, è necessario che siano poste le condizioni per uno sviluppo coerente dell’offerta di energia. Si tratta di un’esigenza che caratterizza anche quei contesti, come l’Unione Europea, che maggiore successo hanno ottenuto nella decarbonizzazione dell’elettricità in un quadro tuttavia di riduzione o stabilità della domanda (le emissioni si sono ridotte del 2%). L’assenza di una visione complessiva delle dinamiche in atto rischierebbe di portare a risultati differenti da quelli che hanno sinora motivato lo sviluppo e la diffusione delle fonti rinnovabili di energia.

Figura 4. Emissioni di CO2 nel settore elettrico

Fonte: BP Statistical Review of World Energy 2019, www.bp.com/en/global/corporate/energy-economics/statistical-review-of-world-energy.html Copyright 1996-2019 @BP plc.