Nei piani nazionali per l’energia (PNEC) e il clima i paesi europei assegnano al gas un ruolo diverso: si passa da casi in cui questa fonte è l’attore protagonista ad altri in cui la sua presenza è più marginale.
Questo articolo si propone di analizzare nello specifico tre paesi: Olanda, Romania e Danimarca, ognuno dei quali presenta un approccio molto diverso alla transizione energetica e al ruolo conferito al gas in tale processo. Interessante sarà vedere in che modo questi diversi percorsi si allineino o meno con la visione climatica a lungo termine proposta dalla Commissione europea, nel contesto di mercati e infrastrutture energetiche sempre più connesse in Europa.
Nella visione strategica europea per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, tutti gli scenari prevedono che il consumo di gas fossile si riduca significativamente entro il 2030, fino a raggiungere una quota del 3-4% nel 2050. Tale diminuzione è guidata da politiche climatiche e di decarbonizzazione che riducono la domanda energetica, e in particolare quella fossile, grazie alle sempre più competitive energie rinnovabili e all’efficienza energetica. Questo orizzonte mette in evidenza il rischio di investire in nuove infrastrutture per il gas che, a causa di una durata di vita di oltre 60 anni, perderebbero presto valore in un’ottica di neutralità climatica al 2050. Considerare l’orizzonte al 2030 scollegato dal 2050 sarebbe perciò altamente fuorviante.
È dagli anni ‘70 che il gas è estratto in Olanda sia per coprire la domanda interna sia per le esportazioni. Tuttavia, la maggior parte delle risorse nazionali si trovano ubicate nella zona di Groningen, negli ultimi anni fortemente colpita da terremoti. Motivo principale che ha portato il Governo, nel marzo 2018, a decidere di eliminare gradualmente l’estrazione di gas entro il 2030.
Questa scelta, pur in uno scenario di domanda relativamente modesta, porterà il paese, temporaneamente, a diventare un importatore di gas per colmare il vuoto lasciato dall’interruzione della produzione. Sul lungo periodo, così come indicato dal PNEC, si assisterà invece ad una revisione del mix energetico.
In primo luogo, al fine di eliminare progressivamente le estrazioni di gas, nei prossimi anni verranno ridotte le esportazioni verso Belgio, Germania e Francia, mentre si assisterà ad una riduzione dei consumi in ragione di un aumento della produzione interna di energia rinnovabile, dell’efficienza energetica e alla maggiore capacità di interconnessione elettrica con i paesi limitrofi.
In secondo luogo, non sono previsti investimenti significativi in infrastrutture di trasporto gas, ritenendo il network esistente sufficientemente sviluppato per coprire la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale. Dal PNEC olandese emerge invece la necessità di una maggiore attenzione politica e finanziaria ai settori dell’efficienza energetica, delle FER e dell’edilizia, che dovrebbero contribuire alla riduzione delle emissioni nazionali al 2030.
Fonte: Piano Nazionale Energia e Clima - Olanda
La Romania è un grande produttore di gas naturale e un esportatore netto di elettricità dal 2005. Nel 2016, la produzione di gas copriva il 30% della produzione totale di energia del paese, seguita dal 24% di energia rinnovabile.
Nel futuro mix energetico rumeno, si prevede che il gas continuerà a occupare un’ampia quota del consumo energetico in quanto, insieme all'energia nucleare (fonte in crescita), sostituirà le risorse petrolifere nazionali.
Il piano rumeno per lo sviluppo del sistema nazionale di trasmissione del gas prevede di dedicare, per il periodo 2018-2027, diverse centinaia di milioni di euro alle infrastrutture per il trasporto di questa fonte. L'obiettivo di questi progetti – che coinvolgono diversi paesi limitrofi (Bulgaria, Ungheria, Turchia, Ucraina, ecc.) – è quello di contribuire agli obiettivi europei di sicurezza dell'approvvigionamento di gas, di maggiore interconnessione in tutta l'Unione e di liberalizzazione del mercato.
Una spinta propulsiva verso il gas nonostante uno scenario atteso in cui la produzione per uso domestico e le esportazioni dovrebbero rimanere stabili, il consumo di gas in Europa è stimato diminuire, il prezzo delle rinnovabili diventa sempre più competitivo e il settore delle energie pulite presenta un potenziale significativo. Il boom economico nel settore delle rinnovabili in Romania ha infatti offerto lavoro a circa 45 000 persone e c’è ancora un potenziale significativo non pienamente sfruttato, come quello dell’energia eolica.
Fonte: Piano Nazionale Energia e Clima - Romania
Come i due precedenti esempi, la Danimarca è un esportatore netto di gas naturale. Nonostante ciò, è prevista una diminuzione della quota di gas nel mix energetico nazionale da circa il 17% al 12% entro il 2030. Il PNEC danese sta chiaramente mirando a uno scenario in cui il paese è meno dipendente dai combustibili fossili (in particolare carbone e gas) e investe sempre più nella costruzione di una rete elettrica stabile per le energie rinnovabili.
La diminuzione prevista dell’output di gas nazionale deriva da un lato dall’alternativa delle fonti rinnovabili – economicamente sempre più interessanti – e dall’altro dalla chiusura temporanea (2019-2022) del principale impianto di estrazione gas (Tyra) del paese a causa di una ristrutturazione. Lo stop di quest’ultimo rappresenterà sia una sfida in termini di sicurezza dell'approvvigionamento per il paese, ma anche un test per il sistema nazionale di trasmissione elettrica.
Per ciò che concerne le infrastrutture, il PNEC non prevede nessun nuovo progetto di trasporto per la rete nazionale di gas; tuttavia, il paese sostiene il progetto Baltic Pipe che porterà il gas norvegese in Polonia attraverso la Danimarca. Sono inoltre previsti diversi progetti di trasmissione di energia elettrica al fine di aumentare la capacità di interconnessione tra paesi dell’aerea del Mare del Nord e sostenere la loro sicurezza di approvvigionamento. Questo approccio risulta essere coerente con il bisogno di far fronte alla crescente quota di energia eolica e solare nel mix energetico nazionale. .
Infine, la Danimarca prevede che almeno il 90% del consumo di teleriscaldamento provenga da fonti di energia pulita entro il 2030. Di conseguenza, le pompe di calore dovrebbero sostituire l'uso del pellet, petrolio e gas naturale nel riscaldamento degli ambienti.
Fonte: Piano Nazionale Energia e Clima - Danimarca
Disclaimer: questo articolo non ha come scopo quello di fornire un'analisi completa delle bozze dei piani nazionali dell'energia e del clima presentati da questi tre paesi – ma guarda solo alle pianificazioni relative al gas.
La versione inglese di questo articolo è disponibile a questo link: Gas in the draft Integrated National Energy and Climate plans: examples from The Netherlands, Romania and Denmark