Tra gli obiettivi generali del PNEC rientra il garantire adeguati approvvigionamenti delle fonti energetiche convenzionali perseguendo sicurezza e continuità della fornitura “con la consapevolezza del progressivo calo del fabbisogno di tali fonti sia per la crescita delle rinnovabili che per l’efficienza energetica”.
Nel 2018 l’Italia ha consumato 72,6 mld mc di gas naturale, pari a 59,5 Mtep, per un’incidenza sui consumi primari di energia valutabile nel 38% circa a fronte di un consumo di rinnovabili intorno al 18% (stima). Nello scenario PNEC, che quantifica gli obiettivi strategici del Piano al 2030, il fabbisogno, in conseguenza di misure di efficienza ed espansione delle rinnovabili, è visto scendere a circa 60 mld mc pari 49 Mtep, nonostante il phase out del carbone nel mix di generazione elettrica. Un calo del 17% rispetto ai livelli attuali, circa 13 mld mc in meno. Dati gli effetti dell’efficienza sui consumi complessivi di energia, al 2030 il peso del gas nel mix del fabbisogno primario resisterà al 37% a fronte di un’incidenza delle rinnovabili che salirà al 28% per progressiva sostituzione dei combustibili fossili. Le FER spingeranno poi il metano verso il 33% in corrispondenza del 2040.
Il calo del fabbisogno gas in termini assoluti sarebbe quindi molto significativo già al 2030 e si accentuerebbe procedendo verso il 2040; tuttavia, secondo il PNEC, il metano “giocherà un ruolo indispensabile per il sistema energetico nazionale e potrà diventare il perno del sistema energetico ibrido elettrico-gas”. Nella dimensione della sicurezza, che si intende perseguire sia attraverso la riduzione della dipendenza dalle importazioni mediante efficienza ed incremento delle rinnovabili sia attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, il gas viene considerato come elemento fondamentale: per il peso che conserva nella copertura del fabbisogno energetico di medio termine, come strumento di flessibilità a fronte dell’aumento delle FER, per la possibilità di ampliare le sue fonti di provenienza dall’estero soprattutto tramite ricorso al GNL.
Merita rilevare che nell’enfasi data agli obiettivi di crescita delle rinnovabili, il metano venga visto giocare nella transizione un ruolo sì indispensabile, ma quasi ancillare rispetto alle FER, soprattutto nella generazione elettrica dove il gas dovrà fungere da supporto e complemento alle rinnovabili. Infatti è sottolineato come obiettivo principale quello di garantire un sistema gas complessivamente “più sicuro, flessibile e resiliente” per fronteggiare un contesto più incerto e volatile e supportare il forte sviluppo delle rinnovabili non programmabili, garantendo la copertura del fabbisogno di energia soprattutto in relazione ai picchi di domanda coincidenti con bassi livelli di produzione delle FER. Per il PNEC sicurezza e flessibilità del settore gas possono essere raggiunte attraverso l’incremento della diversificazione delle fonti, lo sviluppo del GNL, l’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti.
In particolare, il tema della sicurezza del sistema metano viene affrontato in considerazione del Regolamento UE n. 1938/2017 (misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento gas) e in termini di miglioramento dei margini di garanzia in coincidenza con i picchi di domanda. Il PNEC rileva che i risultati delle simulazioni condotte relativamente alla c.d. formula N-1 (funzionamento del sistema in assenza della principale struttura di approvvigionamento, nel caso dell’Italia le importazioni dalla Russia tramite gasdotto TAG) forniscono un valore molto vicino alla soglia minima al di sotto della quale lo standard infrastrutturale è considerato inadeguato a garantire i necessari livelli di sicurezza per il paese. Secondo il PNEC, ciò è dovuto alla crescita della domanda di punta di gas, ma soprattutto alla diminuzione dei flussi di alcuni metanodotti di importazione, sia per motivi tecnici, sia per la diminuzione dei volumi dei contratti in corso di rinegoziazione con l’Algeria. Viene considerata quindi urgente una revisione del Piano di Azione Preventiva del sistema italiano gas in funzione del nuovo Regolamento di sicurezza n. 1938/2017, tenendo conto della recente mutata situazione delle disponibilità infrastrutturali per l’inutilizzabilità di uno dei due gasdotti che costituiscono il sistema di trasporto TENP in Germania e che collega il gasdotto svizzero Transitgas al nord Europa.
In tale contesto una maggior sicurezza è ottenibile perseguendo l’obiettivo di diversificazione della capacità di importazione. Viene citata l’apertura del “Corridoio Sud” tramite il TAP, ma soprattutto viene sottolineata la necessità di ottimizzare l’uso della capacità di importazione di GNL nei terminali esistenti e di meglio sfruttare le opportunità del mercato del gas liquefatto “pur in uno scenario di consumi in calo”. L’aumento delle forniture di GNL e della capacità di ricezione, anche in forma “small scale”, vengono considerati nel PNEC fattori fondamentali nella transizione, perché consentiranno di cogliere le opportunità del mercato GNL che si prevede in eccesso di offerta fino alla prima metà del prossimo decennio e allo stesso tempo di gestire la riduzione delle importazioni dall'Algeria, offrendo alternative di approvvigionamento per il mercato spot che possano competere per la posizione di fonte marginale. Inoltre in Sardegna, nella visione del PNEC, la disponibilità di GNL permetterebbe di rifornire di gas le industrie sarde, sostituire i carburanti per il trasposto pesante e i carburanti marini tradizionali nonché alimentare le centrali termoelettriche previste per il sistema elettrico locale.
Di conseguenza tra le policy riguardanti la dimensione della sicurezza vengono annunciate misure volte allo sviluppo dell'utilizzo del GNL per i trasporti marittimi e i servizi portuali: norme di defiscalizzazione per costruzione di depositi e/o distributori di GNL nei porti, riduzione delle tariffe portuali per mezzi a GNL, misure di incentivo per la cantieristica navale a GNL e, concordemente con l'UE, forme di finanziamento per la costruzione di depositi e mezzi a GNL.
Per il PNEC sicurezza vuol dire anche accrescere la flessibilità del sistema gas come sostegno allo sviluppo delle rinnovabili elettriche al fine di fronteggiare “rapide variazioni meteorologiche in grado di influenzare la produzione di energia da FER”. Tra le misure viene quindi considerato anche l’adeguamento delle funzioni della rete di trasporto e stoccaggio, le cui infrastrutture si manterranno all’attuale livello di disponibilità, ma cui sarà richiesto di fornire sempre maggiore flessibilità in relazione alle esigenze delle FER. Inoltre siccome il consumo del gas per il settore termoelettrico dipenderà dalla volatilità della domanda residua determinata dalla intermittente produzione degli impianti rinnovabili, dalla loro ubicazione e dalla diffusione dei sistemi di accumulo, sarà necessario considerare questi aspetti nella localizzazione di eventuali nuovi impianti termoelettrici a gas per il bilanciamento della rete, anche in considerazione di necessità locali derivanti dalla chiusura delle centrali a carbone.
Riguardo lo spread tra prezzi del gas italiani e nord-europei, esso viene attribuito ad un’incompleta integrazione del mercato italiano con i mercati più liquidi a cui è connesso tramite il gasdotto svizzero Transitgas che ha “una gestione delle capacità di trasporto a breve termine non corrispondente alle regole europee”. La situazione è considerata in peggioramento a causa della già citata messa fuori esercizio di uno dei due gasdotti del TENP, che tramite il Transitgas collega l’Italia al nord Europa. Ai fini della riduzione dello spread, il PNEC intende intervenire sui piani di sviluppo decennali del “Transmission System Operator” italiano (cioè Snam) e di quello tedesco per la riattivazione del gasdotto fuori esercizio, in cooperazione con il TSO svizzero e i regolatori di Germania e Italia, introducendo eventualmente modalità di realizzazione dell'intervento anche a carico del sistema italiano.
In generale, anche per gas e sicurezza nel documento sembra al momento prevalere la parte relativa a obiettivi e scenari, mentre policy e misure appaiono ancora non sufficientemente definite. Posto il forte calo attribuito ai consumi energetici complessivi per gli ambiziosi recuperi di efficienza fissati, il fabbisogno di metano nello scenario obiettivo viene derivato in termini residuali rispetto allo spazio riservato alle FER elettriche e termiche. Target che dovranno essere sostenuti da misure puntuali ed efficaci dati anche gli impegni di fronte all’Unione che la presentazione del Piano comporta.
Un’ultima annotazione riguarda la poca attenzione riservata al biometano: l'unica cifra presente nel documento ne quantifica l’utilizzo per il solo settore trasporti in 1,1 md mc al 2030, mentre tra gli interventi in altri settori rientra genericamente lo “sviluppo dell’utilizzo del biometano tramite misure di semplificazione”. Si ricorda che il potenziale teorico complessivo di crescita al 2030 stimato dalla SEN era di 8 md mc.