Oggi più che mai la disponibilità di una connessione alla rete ad elevato potenziale tende a qualificare la capacità di un territorio di produrre innovazione. D’altra parte, il dibattito in materia di innovazione si è spostato negli ultimi anni sul concetto di smart city, città intelligenti più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive e più vivibili. Tuttavia, lo sviluppo di questi modelli urbani passa necessariamente per l’erogazione dei servizi fondamentali attraverso il ricorso al digitale.

Le più autorevoli istituzioni internazionali - tra cui l’OCSE attraverso il suo “Digital Economy Outlook 2017” - concordano nel sostenere che tra le grandi economie europee, l’Italia continua a scontare un significativo ritardo in termini di digitalizzazione.

La disponibilità di una connessione alla rete di qualità adeguata garantirebbe maggiore efficacia alle politiche territoriali al centro dell’agenda pubblica: da un lato, si avrebbe un potenziamento delle aree metropolitane, tramite un ripensamento degli strumenti e delle modalità di fornitura dei servizi; dall’altro, la disponibilità di una rete ad elevato potenziale può innescare un recupero di competitività e favorire l’inclusione socio-economica nelle aree più periferiche e meno popolate del Paese.

Dagli studi in materia, le ricadute che originano dalla capacità di connessione possono essere declinate in termini di sostegno all’occupazione, di recupero di produttività del sistema delle imprese, di crescita del surplus del consumatore, di efficientamento dei servizi (in particolare pubblici), di inclusione sociale della popolazione a basso reddito, oltre agli effetti sul work-life balance e sul benessere generato dallo smart working.

Al fine di colmare il ritardo sopra citato, ad inizio 2015 il Governo italiano ha promosso la “Strategia italiana per la banda ultra larga”: tale programma si è posto l’obiettivo di garantire, entro il 2020, una velocità di connessione di almeno 100 Mbps all’85% della popolazione e di almeno 30 Mbps al 100% dei cittadini, nonché una copertura ad almeno 100 Mbps di velocità negli edifici pubblici, a partire da scuole e ospedali, e nelle aree industriali. Un percorso di digitalizzazione da cui trarranno beneficio soprattutto le aree più marginali, rurali e montane, oggi penalizzate dal digital divide.

Un altro aspetto fondamentale che concerne la sostenibilità degli ambienti urbani riguarda l’erogazione dei servizi pubblici locali, al punto che nella letteratura economica si sta facendo largo il concetto di “utility intelligenti”, in grado di interagire con il mondo virtuale dei servizi mobili, dell’internet delle cose e dei social network.

Con l’installazione di sensori e sistemi di rilevamento di ultima generazione, ad esempio, stiamo assistendo all’avvio di una fase nuova nella gestione della viabilità e della mobilità pubblica, fatta di monitoraggio e gestione in tempo reale del traffico e dei parcheggi, di semafori intelligenti per la regolazione dei flussi, di comunicazione “live” agli utenti per una più efficiente gestione degli spostamenti.

Stesso discorso vale nel settore dell’energia, con l’implementazione dell’illuminazione pubblica “intelligente” (lampioni che regolano il grado di luminosità in funzione di diversi parametri, garantendo l’ottimizzazione dei consumi) così come di monitoraggio, sicurezza e manutenzione di impianti e reti.

Nella gestione dei rifiuti le nuove tecnologie consentono di monitorare il livello di riempimento dei cassonetti distribuiti agli utenti, permettendo agli operatori del settore di organizzare in maniera più puntuale la raccolta, di monitorare lo stato degli impianti e di programmare tempestivamente gli interventi infrastrutturali.

Per la fornitura idrica, attraverso la georeferenziazione di acquedotti, reti fognarie, elementi geologici del territorio, è possibile ottimizzare gli interventi di gestione della rete per prevenire interruzioni, malfunzionamenti o dispersioni. Attraverso l’installazione in punti diffusi della rete di misuratori di portata e pressione si può realizzare un metodo efficace di ricerca delle perdite e di bilanciamento delle portate idriche da remoto.

Gli impieghi descritti rappresentano solo alcune delle innovazioni possibili nell’ambito dei servizi pubblici locali: in generale, grazie alla digitalizzazione sarà possibile orientare in maniera più focalizzata, secondo una chiara scala di priorità, gli investimenti di potenziamento della rete, come elemento strategico in un contesto di risorse scarse e agevolare il cittadino nella fruizione dei servizi, migliorando la qualità di vita che il territorio è in grado di esprimere.

Le aziende dei servizi pubblici locali sono fattori abilitanti dello sviluppo e dell’inclusione territoriale, veicolo di investimenti e modernizzazione del Paese. Esse rappresentano i primi interpreti del cambiamento, a partire dalla trasformazione degli ambienti urbani verso le cosiddette città “intelligenti”.

L’articolo è una rielaborazione sintetica del contributo di analisi n. 96 “Banda larga e digitale: il futuro è nelle utility ‘intelligenti’” del Laboratorio REF Ricerche di marzo 2018, disponibile online nella sua versione integrale.