Una realtà di spicco italiana nel recupero dei rifiuti. È questa l’identità di Calabra Maceri e Servizi S.p.A., un’impresa calabrese che si occupa di stoccaggio, messa in riserva, deposito preliminare e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi. L’azienda nasce nel 1990 dall’idea di tre fratelli, con lo scopo di intercettare materiali di recupero – corrispondenti al volume complessivo di rifiuti prodotti nell’area urbana di Cosenza - sottraendoli alle discariche al fine di valorizzarli come materia prima seconda. Ad oggi, quella che nasceva come piccola impresa, ha aumentato notevolmente il volume d’affari, raggiungendo circa i 38 milioni di euro di fatturato, con un parco automezzi di oltre 200 veicoli di svariate caratteristiche e dimensioni, una forza lavoro composta da circa 350 unità e una media di 1.000 tonnellate al giorno di rifiuti trattati (di cui oltre 300 tonnellate al giorno raccolte direttamente attraverso servizi erogati ad enti pubblici e a privati). La mission aziendale è quella di dare vita ad un’idea di industrializzazione ecologicamente sostenibile attraverso la scelta di processi produttivi tesi a ridurre i consumi di energia utilizzata per il recupero, trattamento e trasformazione dei rifiuti.
L’insieme di questi fattori genera un bilancio ambientale di massa ed energia molto elevato in termini di ottimizzazione delle risorse e qualità dei prodotti, favorendo non solo le dinamiche economiche e produttive interne ma migliorando anche il servizio fornito ai clienti privati ed all’utenza pubblica.
La recente realizzazione di un biodigestore è la conferma di una politica aziendale che guarda all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità dei processi. Si tratta di un impianto che trasforma ogni anno circa 50.000 tonnellate di frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti in 10 milioni di metri cubi l’anno di biometano per autotrazione. La sua realizzazione è figlia di due anni di progettazione e sperimentazione che hanno coinvolto, oltre ai tecnici aziendali, i ricercatori di due università calabresi, professionisti e tecnici del luogo ed aziende italiane specializzate del settore. Due anni di sviluppo e ricerca costati all’azienda circa 600.000 euro, serviti a testare e verificare tutte le fasi applicative attraverso un piccolo impianto pilota realizzato in house; 12 milioni di euro è invece la spesa sostenuta per la realizzazione dell’impianto vero e proprio, che prevede a regime di generare profitti per circa 3,2 milioni di euro sul fatturato annuale, derivanti dalla vendita del biocarburante alla Green Fuel, società che opera nel comparto energetico ed in particolare nel settore della distribuzione e commercio di combustibili gassosi.
Il biometano per autotrazione, ottenuto grazie a un sofisticato sistema di purificazione del gas, consente di percorrere all’anno fino a 180.000.000 km il che vuol dire che con una media di 20.000 km annui a mezzo di trasporto, può alimentare fino a 10.000 autovetture, con un risparmio complessivo di oltre 15.000.000 kg di CO2 all’anno (1.500 kg per auto). Se riferita ai consumi domestici, la stessa produzione può soddisfare il fabbisogno energetico annuale di circa 10.000 famiglie per approvvigionamento di gas per cucina e riscaldamento.
Contestualmente al biodigestore, è nata la Waste to Methane Srl, uno spin-off costituito lo scorso ottobre e determinato a replicare il modello ingegneristico, tutto made in Italy, che ha portato alla realizzazione del biodigestore. La neo azienda sarà presente a Rimini nel corso dell’edizione 2018 di Ecomondo.
Il nuovo biodigestore, avviato con eccellenti risultati nel mese di agosto 2018, è il primo impianto di questo tipo nel Centro-Sud Italia ad essere connesso alla rete nazionale del gas naturale di Snam per gli usi industriali, residenziali e per l’autotrazione, nonché il primo ad essere inaugurato dopo il decreto interministeriale varato lo scorso 2 marzo dal MISE, MATTM e MIPAF con cui si stabilisce un sistema di incentivi per la produzione in Italia di biometano e la sua promozione nel settore dei trasporti. A chiusura della filiera di questo mirabile esempio di economia circolare c’è la Green Fuel Company S.p.A., associata a Federmetano, che sta garantendo che tutto il biometano prodotto raggiunga i tanti veicoli a gas naturale già circolanti in Italia.
Oltre ai citati 10 milioni di metri cubi di biometano annui, l’infrastruttura produce anche 20.000 tonnellate l’anno di ammendante compostato, un fertilizzante ideale per l’agricoltura biologica: sul mercato con il nome di Terrasana Bio, il prodotto è stato riconosciuto nel 2016 con il marchio di qualità del Consorzio Italiano Compostatori ed è in grado di migliorare le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche del terreno, in particolar modo in una terra come la Calabria, con aree ad alto rischio di desertificazione.
L’impianto, che rappresenta una dimostrazione di efficienza imprenditoriale nel Sud Italia, è stato completamente realizzato con fondi propri, utilizzando tecnologie e professionalità interamente italiane. Inoltre, nella sua realizzazione, è stata prestata particolare attenzione all’intero ecosistema, come ne è prova il continuo investimento in innovazioni tecnologiche e l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile. In riferimento a quest’ultimo aspetto, sul tetto degli edifici del biodigestore è stata installata una serie di impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva pari a circa 2.500 KWp, in grado di alimentare oltre il 65% dei processi produttivi con un notevole risparmio sia in termini di emissioni che di bolletta elettrica.