ACQUA & AMBIENTE | 45 ARTICOLI
Non c’è agricoltura se non c’è acqua. O meglio, se non c’è nel modo giusto e nel momento giusto. Siccità al Nord, piogge torrenziali improvvise e gelo al Sud, segno inequivocabile della tropicalizzazione che sta cambiando il volto del nostro Paese, spiegano di fatto la crisi profonda del settore agricolo, chiamato oggi a produrre sempre di più e meglio, preservando le risorse naturali.
Il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato in Francia dal 1947 e caratterizzato da un deficit pluviometrico del 25%. Numerosi incendi hanno imperversato in oltre 72 mila ettari di foreste, danneggiando la biodiversità e riducendo drasticamente gli introiti estivi derivati dal turismo. La siccità estrema non ha risparmiato neppure il settore energetico, già precario a causa dello stop per manutenzione del 65% delle centrali nucleari esistenti.
Dopo un anno terribile per il comparto idroelettrico, come quello registrato nel 2022, il 2023 si preannuncia altrettanto difficile. Se il settore è abituato ad alternare periodi più prosperi ad altri più difficili, non è altrettanto attrezzato a superare crisi così prolungate che rischiano di diventare sistemiche. Quale è, quindi, la reale situazione degli operatori del comparto? Quali le principali criticità da superare? Dove è possibile intervenire? Ne abbiamo parlato con Paolo Taglioli Presidente di Assoidroelettrica.
Sale a 3 miliardi di euro il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti; il Po in secca peggio che a Ferragosto, i laghi svuotati e i campi arsi dove i raccolti bruciano sui terreni senz’acqua. Esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali con i foraggi bruciati dal caldo.
Nelle ultime settimane mi sono molto occupata della siccità che ha colpito l’Italia, e in particolare quella del Nord. Ma un conto è guardare, orripilata, le cartine e i dati del CNR-IRPI, un conto è stato attraversare il Piemonte in treno e trovarsi di fronte un paesaggio texano, in barba alle tradizioni agricole e produttive di quelle zone. Il cambiamento climatico non è affatto un problema che riguarda solo chi ha a cuore l’ambiente, ma sempre più esce dai testi scientifici e riguarda tutti.
Nella settimana fra il 21 e il 26 marzo si è tenuto a Diamniadio, in Senegal, il 9° Forum Mondiale dell’Acqua (FMA) la più importante manifestazione sulla gestione delle risorse idriche, organizzata ogni tre anni (Covid-19 permettendo) dal Consiglio Mondiale sull’Acqua (World Water Council), un’organizzazione internazionale supportata dalla Banca Mondiale e da varie multinazionali. Il tema di questa edizione era “Water security for peace and development”.
Il PNRR destina 59,47 miliardi di euro alla missione M2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), di questi 15,06 sono destinati a “Tutela del territorio e della risorsa idrica”. Tolti quelli allocati in azioni mirate alla tutela della risorsa idrica e alla difesa del suolo, ne restano 4,38 assegnati al servizio idrico, peraltro da dividere ulteriormente tra servizio idrico integrato e irrigazione.
In particolare, 2 miliardi di euro sono destinati a “Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento”, leggasi dighe, invasi e sistemi di grande adduzione. Nel concreto, si parla di 75 progetti di manutenzione straordinaria, del potenziamento di opere esistenti, e del completamento delle tante opere incompiute disseminate soprattutto nel Mezzogiorno.
L’allarme siccità nelle campagne italiane, dove si tenta di salvare le colture con le irrigazioni di soccorso, è la dimostrazione dell’importanza dell’acqua come vera e propria risorsa strategica nazionale. Infatti, la prolungata mancanza di precipitazioni insieme al caldo torrido stanno seccando la terra, svuotando le spighe, scottando la frutta e la verdura nei campi e provocando stress negli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. In sofferenza ci sono dagli ortaggi alla frutta, dal mais alla soia, dal pomodoro ai cereali.
Prima in Europa per prelievi di acqua a uso potabile (oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno, 25 milioni di metri cubi pari a 419 litri per abitante al giorno), l’Italia è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola.
Quando si parla di sviluppo sostenibile, emergono spesso dei “knotty problems”, dei veri e propri nodi da sciogliere - quelli che presentano barriere fondamentali al progresso sociale ma che rimangono estremamente difficili da risolvere. La questione dell'accessibilità economica è uno di questi problemi. Ma perché mai dovrebbe essere così difficile quando l'accessibilità è un concetto quotidiano, un aspetto con cui tutti possiamo relazionarci a livello personale? Quante volte in un mese guardiamo una pubblicità o una vetrina attraente e pensiamo "che peccato, non me lo posso permettere"?