MERCATO ELETTRICO | 65 ARTICOLI
Una delle peculiarità del mercato elettrico europeo, almeno per come lo conosciamo dall’avvio delle liberalizzazioni, è che fatica a guardare lontano nel tempo. Nato con le direttive di fine anni Novanta con l'obiettivo di promuovere la competizione in un settore storicamente rigido e monopolistico, il disegno del mercato Ue si è strutturato intorno alla contrattazione di breve termine, in cui buona parte dell’energia viene scambiata giorno per giorno sulle borse spot. Un sistema ancora oggi dominante ma che a un ventennio di distanza ha iniziato a mostrare alcune criticità, (ri)portando alla ribalta forme di contrattualizzazione di più lungo termine, tra le quali rientrano i cosiddetti meccanismi di capacità.
Il mercato elettrico irlandese sta affrontando una serie di importanti cambiamenti strutturali poiché l’attuale sistema (The Single Electricity Market - SEM) è fortemente regolato e non è in linea con la normativa dell’Unione Europea, che mira a stimolare la concorrenza e ad armonizzare i mercati elettrici dei paesi membri. Pertanto, da qualche anno è cominciato un processo di riforma che porterà alla definizione di un nuovo mercato, I-SEM, che sarà operativo da maggio 2018
Una delle peculiarità del mercato elettrico europeo, almeno per come lo conosciamo dall’avvio delle liberalizzazioni, è che fatica a guardare lontano nel tempo. Nato con le direttive di fine anni Novanta con l'obiettivo di promuovere la competizione in un settore storicamente rigido e monopolistico, il disegno del mercato Ue si è strutturato intorno alla contrattazione di breve termine, in cui buona parte dell’energia viene scambiata giorno per giorno sulle borse spot. Un sistema ancora oggi dominante ma che a un ventennio di distanza ha iniziato a mostrare alcune criticità, (ri)portando alla ribalta forme di contrattualizzazione di più lungo termine, tra le quali rientrano i cosiddetti meccanismi di capacità.
I meccanismi di remunerazione della capacità rappresentano un elemento centrale nel crocevia tra realizzazione degli obiettivi (nazionali ed europei) di energia prodotta da fonti rinnovabili sui consumi elettrici, graduale eliminazione (phasing out) degli impianti a carbone e implementazione della sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico. In questo contesto, i fallimenti di mercato (come problemi di coordinamento e una scarsa elasticità della domanda) che si verificherebbero in un mercato non regolato rendono necessario un intervento dei soggetti competenti, tra i quali un ruolo preponderante è ricoperto dalle Autorità nazionali di regolamentazione
Il capacity market targato UK è stato introdotto con l’avvio nel 2013 della riforma del mercato elettrico britannico, basata sull’implementazione di un importante pacchetto di misure volte ad assicurare forniture energetiche affidabili e a basso contenuto carbonico. Il capacity market è una delle maggiori innovazioni previste dalla riforma ed è un meccanismo che garantisce una remunerazione su base regolare agli impianti "affidabili" (sia lato domanda che lato offerta) in cambio della messa a disposizione della relativa capacità quando il sistema è corto.
1. L’iter per il mercato della capacità è ormai gli ultimi passi, quando crede che partirà?
L’Europa ha approvato il mercato della capacità lo scorso 7 febbraio, dopo 4 anni di trattative con le autorità italiane e dopo ben 7 anni dall’avvio del meccanismo proposto dall’ARERA, che si colloca certamente tra le migliori practice internazionali, ispirando anche il modello di altri Paesi. Ora è necessario darvi attuazione, auspicando che Terna, ARERA e il Ministero dello Sviluppo Economico definiscano in tempi brevi la regolamentazione di dettaglio.
Alla prova della storia, l’atteso grande sviluppo industriale del nucleare civile – che il Presidente americano Dwight D. Eisenhower aveva prospettato nel famoso discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite “Atoms for Peace” l’8 dicembre 1953 – non si è mai avverato: rimanendo un fenomeno circoscritto in termini quantitativi, temporali, spaziali, anche se in nove delle dieci maggiori potenze mondiali la tecnologia nucleare diveniva componente più o meno essenziale del mix energetico.
Elettricità Futura ritiene che lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, unitamente all’evoluzione tecnologica, alla dismissione degli impianti termoelettrici più inquinanti ed allo switch dal carbone a gas naturale, consentiranno una radicale decarbonizzazione del settore energetico italiano, garantendo al contempo sicurezza degli approvvigionamenti e competitività.
Lo scenario al 2030 sarà determinato dall’effetto simultaneo di diversi fattori che delineeranno un processo di transizione in grado di valorizzare i punti di forza del nostro settore elettrico.
I caratteri della nostra transizione energetica si possono intravedere nelle misure delineate dal pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei” pubblicato dalla Commissione Europea nel novembre 2016 e dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) 2017, cui è affidato il compito di adattarne gli indirizzi all’ordinamento italiano.
Sulla carta, il sistema elettrico del futuro avrà caratteri di efficienza energetica, integrazione ed equità.
Il sistema elettrico da alcuni anni sta vivendo un’importante trasformazione, innescata dall’interesse verso le tematiche ambientali e lo sviluppo sostenibile, che ha spinto verso una sempre maggiore integrazione di generatori a fonti rinnovabili nella rete elettrica.
La struttura tradizionale del sistema elettrico è fortemente centralizzata e gerarchica: l’energia, prodotta da poche centrali di grande taglia, attraverso la rete di trasmissione, viene portata alla rete di distribuzione, per essere utilizzata dai carichi che sono sostanzialmente passivi.