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FONTI RINNOVABILI | 136 ARTICOLI

La resilienza delle FER nella generazione elettrica in Italia

In modo ancor più evidente rispetto a quanto già avvenuto nella crisi economica del 2008, l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19 e le conseguenti limitazioni agli spostamenti e alle attività produttive hanno determinato il risultato apparentemente positivo di un incremento della quota dei fabbisogni energetici coperta dalle fonti rinnovabili di energia (FER). In particolare, nel settore elettrico le FER hanno raggiunto un nuovo massimo storico coprendo, sulla base delle stime dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA, oltre il 50% dei consumi finali lordi complessivi nel mese di maggio. Si tratta di un dato di poco inferiore al target settoriale del 55% al 2030 recentemente definito nell’ambito del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).

Il Green Deal darà nuovo slancio alle rinnovabili?

Mai come oggi la sostenibilità economica e ambientale è in cima alle priorità dell’agenda politica dell’Unione europea. Per la prima volta la Commissione europea, nominata il 27 novembre 2019, ha istituito una delega ad-hoc per il clima e previsto un piano da 1.000 miliardi di Euro per rendere l’Europa un continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, attraverso jl programma “European Green Deal”.

Rinnovabili: ripartire dall’offshore?

Oltre a una crisi sanitaria senza precedenti e al baratro della conseguente crisi economica la pandemia da Covid-19 ha aperto una parentesi che, dal punto di vista squisitamente ambientale, sembra invece contenere risultati più che incoraggianti. Nel secondo trimestre del 2020 i consumi di energia italiani sono calati del 22% rispetto al 2019 (mentre su base semestrale segnano -14%) e «anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda parte dell’anno, a fine 2020 la flessione sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009 (-6%)», spiega Francesco Gracceva, il ricercatore che ha curato l’ultima Analisi trimestrale del sistema energetico italiano di Enea.

Il percorso di decarbonizzazione del gas all’orizzonte 2050

Il 18 dicembre 2019 l'impianto "La Castellana" ha iniziato a produrre biometano e ad iniettarlo nella rete gas italiana. La struttura è situata in un'azienda agricola lombarda che ha adottato il modello “Biogas Fatto Bene” che consiste nella produzione di biometano da residui agricoli e colture stagionali, utilizzando gli scarti della digestione anaerobica come fertilizzante biologico. La Castellana è solo uno dei primi impianti di biometano in Italia, a cui ne faranno seguito molti altri negli anni a venire. Si stima, in particolare, che nei prossimi decenni la quantità di biometano prodotta su scala nazionale e trasportata, immagazzinata e distribuita attraverso l'infrastruttura gas esistente potrebbe attestarsi a 15 miliardi di metri cubi.

Gas Decarbonisation Pathways from today to 2050

On 18 December 2019 the ‘La Castellana’ biomethane plant started to produce biomethane and inject it in the Italian gas grid. The facility is located on a farm in Lombardy which adopted the Biogasdoneright model for sustainable agriculture. Biomethane is produced from agricultural residues and sustainable sequential crops and biogas digestive is being fed back to the field, avoiding the use of chemical fertilisers. La Castellana is one of the first biomethane plants in Italy, and many similar facilities are planned to be build in the coming years.

Perchè gas e rinnovabili elettriche non sono nemici

Il Patto verde per l’Europa o “European Green Deal” (visto che ormai non si possono chiamare anche le cose più semplici con un termine italiano) segnava già la direzione auspicata per lo sviluppo economico europeo dei prossimi anni prima della crisi del Covid19 ed è diventato un mantra durante il confinamento (o lockdown) che ne è seguito. Molti ripetono in coro: bisogna ripartire, ma non come prima e la prima cosa da fare è puntare sulla sostenibilità e quindi su uno sviluppo rispettoso dell’ambiente.

Quale futuro per rinnovabili e idrogeno?

La pandemia Covid-19 sta rallentando l'attività economica costringendo tutti i Governi del mondo a trovare nuove politiche di rilancio. Anche a livello energetico, si osserva una forte propensione alla trasformazione in pochissimo tempo e all’adattamento a condizioni di vita molto diverse da quelle a cui siamo abituati. Alcuni vedono nell’epidemia un'anteprima preoccupante di imminenti perturbazioni che il nostro mondo porta con sé; posizione non condivisa da altri. Quel che è certo è che molto è cambiato nel modo di valutare l’impatto delle nostre scelte.

Accelerare la transizione grazie al biometano

L'Unione Europea ha accolto l'obiettivo di rendere il nostro continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050 e la Commissione ha proposto una legge sul clima che ne farebbe un obiettivo giuridicamente vincolante. Nella comunicazione della Commissione sul Green Deal si è concluso che gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030, al fine di raggiungere la neutralità, dovranno essere innalzati dal 40% al 50% o al 55%. Il Parlamento europeo ha manifestato una preferenza nei confronti di quest’ultimo target.

La contraddizione di uno sviluppo delle fonti rinnovabili senza decarbonizzazione

Sebbene l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia (FER) sia cresciuto esponenzialmente nel corso degli ultimi anni, le emissioni derivanti dal settore energetico non si sono affatto ridotte a livello globale, raggiungendo al contrario un altro massimo storico nel 2018. Non solo, ma il sistema energetico mondiale rimane ancora fortemente dipendente dalle fonti fossili che sempre nel 2018 avevano contribuito per l’81% alla copertura della domanda di energia primaria del Pianeta.

Economia circolare e rinnovabili: l’esempio dei pannelli fotovoltaici

I cambiamenti climatici, la sostenibilità e l’innovazione tecnologica sono i driver che guideranno le politiche globali di gestione dell’energia. Sfide che come ha mostrato il movimento studentesco Friday for Future lanciato da Greta Thunberg, non riguardano più solamente le imprese del settore elettrico ma la società nel suo complesso. Sono infatti dei processi che hanno sempre più a che fare, oltre che con la lungimiranza dei nostri decisori politici, con le scelte d’acquisto e le abitudini di vita fatte dai cittadini. 

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