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Bio-LNG 4 Italy: Snam accelera sul biometano

Otto stazioni di rifornimento di gas naturale liquefatto (GNL) e bio-GNL, un impianto per la microliquefazione del gas e del biometano da gasdotto, e, infine, la realizzazione di baie di carico per il rifornimento di autocisterne GNL al terminale di Panigaglia: ecco in cosa consiste il progetto di Snam, che fa del biometano una delle nuove direttrici del proprio business in chiave di transizione energetica.

Dai rifiuti al Bio-GNL, il primo impianto italiano

Il biometano è una soluzione pronta e immediatamente utilizzabile per traguardare un trasporto carbon free. Un esempio virtuoso di economia circolare 100% Made in Italy: sottoprodotti agricoli e agroindustriali, oltre a rifiuti e fanghi che si trasformano in biometano e Bio-GNL (biometano liquefatto) per l’autotrazione, utilizzabili per alimentare i motori delle auto, dei veicoli commerciali e mezzi pesanti. Si tratta di un carburante dalle minori emissioni, che porta all’azzeramento della CO2 emessa dai veicoli stessi.

Bio-GNL: una componente importante per lo sviluppo del sistema biometano

Il bio-GNL, come noto, è uno dei vettori energetici più promettenti per lo sviluppo della sostenibilità dei trasporti e costituisce un campo di impiego della produzione di biometano agricolo dalle ampie potenzialità. Infatti, ci sono numerosi fattori che rappresentano elementi di interesse per lo sviluppo del biometano liquefatto e, tra questi, in primis il fatto che grazie allo sviluppo del bio-GNL nel mondo dei trasporti si apre la strada per il raggiungimento dei traguardi ambientali europei fissati per il 2030.

Cos’è il Bio-GNL e perché è il migliore alleato per decarbonizzare i trasporti

L’UE ha fissato una serie di obiettivi per poter raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e le misure e le sinergie messe in atto oggi sono essenziali per imboccare la strada giusta. In questo percorso, i gas rinnovabili sono chiamati a svolgere un ruolo importante e il Bio-GNL non è esente da questo compito.

Il Bio-GNL è prodotto attraverso la liquefazione di un gas rinnovabile: il biometano.

L’idrogeno tra nuovo governo e fondi europei: un’occasione da non perdere

L’idrogeno viene riconosciuto come il vettore energetico ideale per supportare e abilitare i percorsi di profonda decarbonizzazione sia livello europeo che internazionale, tanto che il suo sviluppo è stato inserito tra gli obiettivi della Commissione europea che attraverso il Green Deal mira alla neutralità carbonica entro il 2050. In Europa, l’interesse nei confronti dell’idrogeno è cresciuto negli ultimi anni e molti passi, sia di natura politica che economica, sono stati compiuti a sostegno di un settore strutturato che può contare su un’ampia filiera tecnologica.

Il contributo del fotovoltaico nello sviluppo del Green Deal

La transizione energetica è un tema chiave non solo per gli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello globale, ma soprattutto per i benefici generati a livello locale. Per questo motivo le imprese del settore elettrico sono fortemente impegnate nel riuscire a cogliere i benefici del Green Deal che nel solo settore elettrico potranno generare 90.000 nuovi occupati e 100 miliardi di euro di investimenti.

Biogas, biometano e fotovoltaico: tutte le sinergie tra agricoltura ed energia

L’obiettivo di neutralità carbonica fissato dal Green Deal UE al 2050 impone non solo un abbandono delle fonti di energia fossile in favore delle rinnovabili ma anche il supporto di quelle pratiche in grado di fissare la CO2 residua. Riduzione delle emissioni ed assorbimento di anidride carbonica dovranno quindi essere posti al centro delle politiche climatiche. In tale ambito, le aziende agricole e forestali possono assumere un ruolo strategico producendo oltre a alimenti e fibre, anche energia termica, elettrica e biocarburanti da fonti rinnovabili agroforestali, incrementando la capacità di assorbimento della CO2 nei suoli agricoli e forestali.

Agrovoltaico: ribaltare l’approccio per mitigare gli impatti

Sta crescendo, in questi ultimi mesi, l’attenzione verso il cosiddetto agrovoltaico (in breve AGV) un settore che, mal interpretato nel passato, non ha ancora sviluppato tutto il suo potenziale. In effetti l’atteggiamento di una parte degli investitori nel periodo del cosiddetto “fotovoltaico selvaggio” (2008-2012) è stata dettata più dalla necessità di ottenere facili autorizzazioni alla costruzione degli impianti fotovoltaici che dall’attenzione alle possibilità di recupero e sviluppo di attività agricole.

L’agricoltura tra clima, energia e rilancio economico

Il nesso agricoltura-clima-energia è un rapporto complesso ma fondamentale, e per questo va indagato e analizzato. L’agricoltura ha un impatto considerevole dal punto di vista emissivo, ma al tempo stesso è uno dei settori che più direttamente risente dei cambiamenti climatici. Serve un’azione mirata per contenerne l’impatto ambientale ma che al contempo non pregiudichi la competitività del settore. Da qui il connubio fra agricoltura ed energia rinnovabile, quest’ultima in grado di dare profitto all’azienda agricola e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Abbiamo affrontato il tema dell’agricoltura-energia con il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Giuseppe L’Abbate.

Comunità energetiche rinnovabili: cosa dice la normativa italiana ed europea?

Il sistema elettrico sta evolvendo in modo irreversibile verso una nuova dimensione policentrica e diffusa sui territori: questo cambiamento di paradigma enfatizza ulteriormente i problemi di trasferimento energetico dai punti di produzione agli utenti finali. Non ci troviamo più di fronte ad un flusso unidirezionale, ma in una situazione di integrazione e interdipendenza. I territori, perciò, dal punto di vista energetico stanno mutando da spazio passivo, attraversato dall’infrastruttura, a campo attivo interconnesso attraverso l’infrastruttura stessa.

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