FONTI RINNOVABILI | 73 ARTICOLI
L’UE ha fissato una serie di obiettivi per poter raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e le misure e le sinergie messe in atto oggi sono essenziali per imboccare la strada giusta. In questo percorso, i gas rinnovabili sono chiamati a svolgere un ruolo importante e il Bio-GNL non è esente da questo compito.
Il Bio-GNL è prodotto attraverso la liquefazione di un gas rinnovabile: il biometano.
L’idrogeno viene riconosciuto come il vettore energetico ideale per supportare e abilitare i percorsi di profonda decarbonizzazione sia livello europeo che internazionale, tanto che il suo sviluppo è stato inserito tra gli obiettivi della Commissione europea che attraverso il Green Deal mira alla neutralità carbonica entro il 2050. In Europa, l’interesse nei confronti dell’idrogeno è cresciuto negli ultimi anni e molti passi, sia di natura politica che economica, sono stati compiuti a sostegno di un settore strutturato che può contare su un’ampia filiera tecnologica.
Le avanguardie ambientaliste del secolo scorso si muovevano lungo una frattura allora molto profonda, quella che separava la tutela del lavoro da quella della salute (ambientale e dunque umana). Fortunatamente, l’avanzata del progresso tecnologico sta progressivamente limando i motivi di scontro su questo fronte. I problemi da superare restano, ma adesso gli strumenti per affrontarli ci sono. Si sta però diffondendo a macchia d’olio un nuovo tipo di conflitto, ben più subdolo: quello tra “sfiduciati” e “costruttori”. Su questo terreno, almeno in Italia, i nuovi ed illuminanti motivi di frizione sono l’eolico offshore e l’agrivoltaico.
Lo stupore destato dalla “natura che riprende i suoi spazi” nel primo, quasi ingenuo lockdown si è accompagnato alla speranza di un’economia a zero impatto ambientale. Immagini satellitari di una Terra sgombra dalle emissioni ci hanno proiettato nel futuro che molti desiderano, ma le istantanee si sono sbiadite nell’incertezza radicale alimentata dal Covid-19 e nell’illusorio ritorno estivo alla normalità. Che futuro ci attende?
Il 18 dicembre 2019 l'impianto "La Castellana" ha iniziato a produrre biometano e ad iniettarlo nella rete gas italiana. La struttura è situata in un'azienda agricola lombarda che ha adottato il modello “Biogas Fatto Bene” che consiste nella produzione di biometano da residui agricoli e colture stagionali, utilizzando gli scarti della digestione anaerobica come fertilizzante biologico. La Castellana è solo uno dei primi impianti di biometano in Italia, a cui ne faranno seguito molti altri negli anni a venire. Si stima, in particolare, che nei prossimi decenni la quantità di biometano prodotta su scala nazionale e trasportata, immagazzinata e distribuita attraverso l'infrastruttura gas esistente potrebbe attestarsi a 15 miliardi di metri cubi.
On 18 December 2019 the ‘La Castellana’ biomethane plant started to produce biomethane and inject it in the Italian gas grid. The facility is located on a farm in Lombardy which adopted the Biogasdoneright model for sustainable agriculture. Biomethane is produced from agricultural residues and sustainable sequential crops and biogas digestive is being fed back to the field, avoiding the use of chemical fertilisers. La Castellana is one of the first biomethane plants in Italy, and many similar facilities are planned to be build in the coming years.
L'Unione Europea ha accolto l'obiettivo di rendere il nostro continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050 e la Commissione ha proposto una legge sul clima che ne farebbe un obiettivo giuridicamente vincolante. Nella comunicazione della Commissione sul Green Deal si è concluso che gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030, al fine di raggiungere la neutralità, dovranno essere innalzati dal 40% al 50% o al 55%. Il Parlamento europeo ha manifestato una preferenza nei confronti di quest’ultimo target.
Comunità energetiche, autorizzazioni e accettabilità sociale: dove non arriva lo stimolo dello Stato possono arrivare le Regioni? Una sintetica risposta a questa domanda possiamo già darla: sì, le Regioni possono fare molto! Tuttavia, servirebbe un maggiore coordinamento con lo Stato, specialmente nel nostro paese dove l'energia è, come si dice in gergo normativo, "una materia di legislazione concorrente". Insomma, per compiere appieno il "Green New Deal" voluto dall'Europa servirebbe innanzitutto un "deal" tra Stato e Regioni.
Intervista al CEO Toni Volpe
Larry Fink, CEO di Black Rock, non perde occasione per rimarcare la rivoluzione “sostenibile” delle loro strategie di investimento. Possiamo dire, quindi, che il tema è entrato definitivamente nella stanza dei bottoni?
Finalmente, voglio aggiungere: stiamo vivendo un tempo dove eventi estremi, inquinamento e depauperamento delle risorse planetarie stanno alimentando l’insorgenza di crisi ambientali, sociali ed economiche.
All’interno del sistema energetico italiano, il gas naturale ricopre un ruolo chiave rappresentando, con il 35% dei consumi di energia primaria nel 2018, la prima fonte energetica del Paese coprendo, nel solo settore civile, il 50% dei consumi energetici. Anche a causa delle elevate escursioni stagionali, la corretta gestione di questa risorsa dipende dal dimensionamento e dalla magliatura della rete gas, oltre alla capacità di stoccaggio di circa 170 TWh di gas, che è pari ad un quarto della domanda annua.