FONTI RINNOVABILI | 41 ARTICOLI
Il quadro 2030 per il clima e l'energia dell'UE, rivisto al rialzo nel 2020, fissa obiettivi ambiziosi. I target minimi stabiliti dal piano sono la riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990, il raggiungimento di una quota del 32% nell’utilizzo delle energie rinnovabili e il miglioramento del 32,5% dell'efficienza energetica.
Le industrie e il settore dei trasporti (su gomma, rotaie, marittimo) dovranno affrontare un compito impegnativo nel decidere quale delle molte opzioni consentirà di raggiungere questi obiettivi,
La tecnologia fotovoltaica è tra le più promettenti in termini di sicurezza energetica e mitigazione dei cambiamenti climatici, e non deve stupire che il suo mercato stia crescendo rapidamente a livello globale. Un aspetto meno indagato ma non per questo meno importante riguarda gli impatti che il fotovoltaico presenta su tutto il ciclo di vita, impatti che, se analizzati, confermano che si tratta di una delle fonti di generazione elettriche più sostenibili sotto il profilo ambientale. Parallelamente allo sviluppo esponenziale delle nuove installazioni a livello globale, aumenterà però il numero di moduli fotovoltaici che raggiungeranno il cosiddetto fine vita e quindi la quantità di rifiuti che dovremo smaltire e auspicabilmente valorizzare.
Il GSE ha assunto da anni un ruolo centrale nella promozione e nel monitoraggio dello sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia, contribuendo agli interventi di politica energetica del Paese e garantendo altresì un modello di sviluppo sostenibile basato sulla tutela dell’ambiente e del territorio.
Tra le varie attività che vedono impegnato quotidianamente il GSE nello svolgimento della propria mission aziendale, la gestione degli impianti fotovoltaici riveste un ruolo di primaria importanza, considerato il rapido sviluppo del settore che ha determinato, nell’ultimo decennio, la realizzazione di oltre 18 GW sull’intero territorio nazionale.
I Paesi membri dell’Unione Europea sono stati i primi ad investire nella tecnologia fotovoltaica per la produzione di energia su larga scala e di conseguenza i primi a porsi il problema dello smaltimento dei pannelli e dell’introduzione di una legislazione in materia di gestione rifiuti. Non deve quindi stupire che proprio dentro ai confini dell’UE sia nato il primo sistema di riciclo al mondo dei moduli fotovoltaici.
Il cosiddetto “Decreto FER 1”, sottoscritto l’8 luglio 2019 e attualmente in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale a seguito del vaglio della Corte dei Conti, è il risultato dello sforzo congiunto dei Ministeri dello Sviluppo Economico (MISE) e dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare (MATTM). Il provvedimento è da annoverarsi tra le iniziative volte ad attuare il Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC), disponendo un set coeso di misure incentivanti indirizzate alla produzione elettrica da fonti rinnovabili.
Lo scorso 8 luglio, Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente hanno firmato il decreto FER1. Come ci si è arrivati? Quali le principali novità? Possiamo definirlo un decreto strategico per il futuro dell’Italia e se sì perchè?
Il decreto FER1 nasce da un importante lavoro che è iniziato sin dai primi giorni dalla data di insediamento del Governo. A seguito della firma da parte dei Ministri Di Maio e Costa, il decreto è stato inviato per la registrazione alla Corte dei Conti prima della definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Grazie alla pubblicazione, a fine 2018, dello Special Report dell’IPCC, l’organo tecnico a supporto della Convenzione quadro sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, i Governi di tutto il mondo dispongono adesso di una roadmap chiara per le proprie emissioni di gas serra, in grado di rispondere al commitment dell’Accordo di Parigi del 2015: arrivare entro la metà del secolo a emissioni nette pari a zero, ossia la tanto agognata carbon neutrality.
Nella transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio diventa cruciale il ruolo delle fonti rinnovabili (FER) anche nel settore dei trasporti, dove, con la Direttiva 2009/28/CE – cosiddetta RED, Renewable Energy Directive – si è fissato un obiettivo obbligatorio e uguale per tutti gli Stati membri del 10% per il 2020. Questo obiettivo è stato di recente aggiornato con la nuova Direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia rinnovabile (RED II), in corso di emanazione: il target di impiego delle FER sale al 14% per il 2030 per il trasporto su strada e ferroviario (sono esclusi i trasporti marittimi ed aerei).
L’evoluzione della generazione distribuita guarda sempre a nuovi modelli; in questi, lo sviluppo della micro-cogenerazione rappresenta un ambito di grande interesse potenziale per le utenze di piccola e media taglia. Molti sono i temi connessi a questo sviluppo: tra tutti spicca quello della modalità di alimentazione green delle installazioni.
A livello mondiale, si registra un enorme sviluppo di impianti di micro-cogenerazione alimentati a biogas soprattutto localizzati in aree rurali:
Il fotovoltaico, dopo la brusca frenata degli ultimi anni, seguita alla spettacolare crescita precedente, sta tornando ai blocchi di partenza per un nuovo straordinario scatto in avanti. Questo impongono i target europei al 2030 che, per puntare al 32% complessivo di rinnovabili (62% della generazione elettrica per l’Italia), chiedono al fotovoltaico italiano di passare da circa 20 GW attuali a 68 entro i prossimi 12 anni.