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MONDO ENERGIA | 18 ARTICOLI

La decarbonizzazione degli Hard to Abate: una sfida complessa per cui non sono ammessi errori

La transizione energetica è ormai una questione prioritaria nelle agende politiche ed economiche dei paesi dell’Unione. I nuovi obiettivi ambientali europei fissati nel pacchetto “Fit-for-55” sono molto ambiziosi (la UE intende ridurre già entro il 2030 le emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990) e richiedono la messa in campo con urgenza di ogni iniziativa possibile per contribuire da subito al contenimento delle emissioni. 

Una rete “multi-commodity” per una decarbonizzazione economicamente sostenibile dell’industria energivora italiana

L’Unione europea si è posta l’ambizioso obiettivo di guidare il mondo verso la neutralità carbonica, stabilendo anche importanti target intermedi di decarbonizzazione per raggiungere le zero emissioni nette al 2050. Il piano “Fit for 55”, ora oggetto di discussione tra gli stati membri, prevede infatti la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% al 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Il raggiungimento del “net zero”, come è emerso anche dalla COP 26 italo-britannica dello scorso anno, è ormai un impegno ineludibile per paesi e aziende.

Filiera idrogeno: la nuova scommessa dell’industria Oil&Gas

Il Gruppo di Lavoro “Filiera Idrogeno” di Assorisorse, composto da rappresentati delle società del settore Oil&Gas italiano, si è posto due quesiti: 1) “L’utilizzo dell’idrogeno può costituire una soluzione - complementare ad altre tecnologie - per la decarbonizzazione della produzione di energia elettrica e dei settori che ad oggi impiegano varie fonti o vettori energetici, massimizzando l’utilizzo di fonti rinnovabili o con ridotta impronta carbonica?”. 2) “Quali sono le opportunità per le aziende e quali devono essere le strategie e le azioni concrete che devono includere nei loro piani per coglierle al meglio anche orientando il quadro normativo e gli stakeholder?”

PNRR: qualcosa è cambiato

Nell'ambito della Next Generation EU, la Recovery and Resilience Facility (RRF) dovrebbe assegnare sovvenzioni agli stati membri per 338 miliardi di euro e prestiti per 390 miliardi di euro (a prezzi attuali) entro il 2026. Il percorso di sviluppo del Recovery Plan Italiano è stato molto travagliato, complice anche il cambio di Governo. La prima bozza del Piano risale al 6 dicembre 2020, e in seguito si sono susseguite numerose versioni, che hanno affinato senza stravolgere l’impostazione iniziale. Nel complesso, l’ammontare complessivo delle risorse stanziate è cresciuto con il passare dei mesi.

Verso una nuova dorsale europea dell’idrogeno al 2040

Una rete di trasporto di idrogeno dedicata che abbraccia dieci paesi europei: è il progetto presentato nel 2020 da undici Transmission System Operators (TSOs) europei del gas attraverso il paper “European Hydrogen Backbone” (EHB). La dorsale a idrogeno descritta in quel rapporto ha innescato un dibattito sul ruolo che una rete di trasporto di un gas potenzialmente rinnovabile potrebbe giocare nel futuro sistema energetico europeo. Ad aprile 2021, è stato pubblicato un aggiornamento di quel rapporto, presentando una visione aggiornata ed estesa, che ad oggi coinvolge 23 società di 21 paesi, compresa Snam. Una visione che si articola al 2030, 2035 e 2040, e che in gran parte è basata su infrastrutture di trasporto e trasmissione del gas già esistenti e funzionanti.

Le reti gas esistenti sono pronte al trasporto dell’idrogeno

La transizione energetica e la decarbonizzazione dell’economia sono basate sull’utilizzo sempre più ampio di fonti energetiche rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Uno dei principali punti da affrontare è la discontinuità nella disponibilità di tali fonti, che deve essere gestita per garantire, invece, la continuità nell’erogazione che è indispensabile per le attività umane.

PROMETEO: un progetto europeo per ridurre i costi dell’idrogeno verde

Riuscire a sfruttare al meglio le fonti energetiche rinnovabili, anche quando saranno disponibili in eccesso rispetto ai consumi, per poi usarle quando (e dove) serviranno di più. È questa una delle più grandi sfide della transizione verso un sistema energetico sempre più sostenibile. E l’idrogeno rappresenta una delle soluzioni: può essere generato dalle fonti rinnovabili per essere poi stoccato, trasportato e utilizzato quando (e dove) sarà più conveniente, per decarbonizzare diversi settori della nostra economia.

L’importanza della certificazione nel trasporto dell’idrogeno

Ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente è ormai un obiettivo primario. Per raggiungerlo la Commissione Europea ha definito un percorso a lungo termine che prevede la riduzione di almeno il 55% dei gas serra entro il 2030 e l’azzeramento delle emissioni nette al 2050.

In questo percorso di carbon neutrality, l’idrogeno è un vettore energetico flessibile in grado di immagazzinare e fornire enormi quantità di energia, e non una fonte energetica tout court come il gas naturale, il carbone o il petrolio. Ad oggi la maggior parte di idrogeno prodotto viene da fonti fossili e solo in piccola parte da fonti rinnovabili (cosiddetto idrogeno green).

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