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MONDO ENERGIA | 57 ARTICOLI

L’industria delle risorse è una questione di futuro

Decarbonizzazione e circolarità sono due termini da tempo integrati nell’operatività e negli obiettivi di Assorisorse che, già con il cambio di denominazione nel 2020, ha inteso sottolineare il ruolo centrale che le risorse naturali – energetiche e non – giocano nella progressiva transizione verso modelli economici e sociali sempre più sostenibili.

La gestione dei rifiuti radioattivi in Italia

In Italia il problema della gestione dei rifiuti “nucleari”, più correttamente definiti “rifiuti radioattivi”, riguarda i rifiuti provenienti dalla produzione di energia e dalle operazioni di decommissioning delle quattro centrali nucleari, chiuse all’indomani del disastro di Chernobyl nel 1987 a seguito di un referendum popolare.

La Fissione Nucleare: limiti e prospettive di una tecnologia in evoluzione

Puntualmente, ad ogni crisi geopolitica si pone il problema di definire e adottare una strategia energetica che renda più indipendenti sia per quanto riguarda le fonti energetiche che i relativi approvvigionamenti. Purtroppo la definizione di una strategia energetica e la sua applicazione richiedono tempi non compatibili con le esigenze temporali originate dalle varie crisi.  Basti pensare al problema dei cambiamenti climatici che sono stati affrontati con forte ritardo e la cui soluzione richiederà come minimo diversi decenni.

Economia circolare: la sfida Waste to Chemicals

Oggi il tema dell’economia circolare è di gran moda e non c’è convegno o “salotto” dove non venga invocato.  Così come, purtroppo, l’emergenza ambientale ha conquistato il primo posto nelle agende delle Istituzioni nazionali ed internazionali, dei Politici e del mondo delle imprese e delle Associazioni.

Da qui muove la scelta recente di Assorisorse, che da sempre si è occupata di temi di risorse energetiche e che è quindi molto sensibile al grande tema della decarbonizzazione, di creare una nuova sezione chiamata Carbon Neutrality and Circular Economy, con l’obiettivo di presidiare questo argomento importante e di promuovere lo sviluppo di nuove iniziative industriali.

L’acqua di Fukushima e il dilemma dell’uomo “apprendista-stregone”

Nei giorni scorsi ha ottenuto le prime pagine dei giornali l'allarme che il governo giapponese intende riversare in mare l'acqua contaminata che dopo l’incidente nella centrale nucleare di Fukushima di dieci anni fa viene continuamente pompata per raffreddare i noccioli dei tre reattori che hanno subito il meltdown, dopo che lo tsunami ha messo fuori uso i sistemi di raffreddamento in circuito chiuso.

Nucleare: dopo dieci anni possiamo dire grazie al referendum

Tra poche settimane si celebrerà il decennale del referendum che chiuse la discussione pubblica sul rilancio del nucleare in Italia. Il Governo Berlusconi aveva firmato con la Francia di Sarkozy un “Memorandum of Understanding” per la costruzione in Italia di 4 reattori EPR da 1650 MW, MoU poi annullato col voto referendario che riuscì a raggiungere il quorum nonostante il tentativo di bloccarlo con una moratoria. Cosa è accaduto da allora? I due EPR che erano già in costruzione a Flamanville in Francia e a Olkiluoto in Finlandia non sono ancora entrati in funzione, accumulando ritardi enormi e circa quadruplicando i costi previsti originariamente: questo nonostante non avessero avuto alcuna opposizione.

Deposito nazionale di rifiuti radioattivi: tre motivi per pensare positivo

Solo tre settimane fa, il 30 dicembre scorso, i Ministeri competenti (Sviluppo Economico e Ambiente) hanno rilasciato a SOGIN, l’azienda di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, il nulla osta per la pubblicazione della CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee. La mappa indica le zone del territorio italiano che sono adeguate ad ospitare il “deposito nazionale”, vale a dire l’infrastruttura ingegneristica dedicata allo smaltimento controllato e definitivo dei rifiuti a bassa e media radioattività, in parte già prodotti e in parte ancora da produrre da qui al 2070.

Per combattere la sindrome Nimby parliamo meno del “dove” e più del “perché”

Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, gasdotto TAP, stoccaggio della CO2, eolico offshore e agrofotovoltaico. L’Italia è ancora una volta bloccata sulle barricate dei NO e la confusione è tale che è difficile capire quale decarbonizzazione è accettabile da parte dell’opinione pubblica. Con il rischio che per difendere gli interessi locali si perda di vista l’interesse nazionale e il benessere pubblico legato agli obiettivi climatici. Ne parliamo con Rossella Muroni, già presidente di Legambiente e oggi vicepresidente della Commissione Ambiente presso la Camera Dei Deputati.

Economia circolare: l’Italia riuscirà a mantenere il primato?

Sotto il profilo della circolarità, i numeri ci dicono che l’Italia rispetto alle 4 economie europee più grandi registra le migliori performance. Un primato che, tuttavia, rischia di essere perso, se non vengono adottate decise politiche di sostegno alla sua crescita. L’ultimo rapporto del Circular Economy Network, infatti, ha confermato il primo posto dell’Italia, ma segnalando che gli altri paesi crescono più velocemente. Peraltro, sotto la spinta delle politiche europee, altri Stati hanno già assunto iniziative capaci di scuotere in maniera decisa gli operatori del mercato.

Circular Economy Action Plan: cinque anni di economia circolare in Europa

Nel dicembre 2019, la Commissione guidata da Ursula Von der Leyen ha presentato il suo Green Deal europeo, un piano ambizioso che punta a rendere l'economia dell'UE equa, sostenibile e prospera e l'Europa il primo continente climaticamente neutro, garantendo nel contempo che nessuno venga lasciato indietro in questa transizione. Tuttavia, il processo che ha portato all’elaborazione di questa nuova strategia di crescita non è stato semplice, ma piuttosto il risultato di un'evoluzione nel pensiero della Commissione europea e di una serie di sviluppi politici in diverse aree che parte dal 2011, che parallelamente ha visto evolversi anche il concetto di economia circolare.

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