MONDO ENERGIA | 93 ARTICOLI
L’Ocse stima per l’Italia una crescita del 5,9% nel 2021 e non è l’unica previsione che attesta il nostro Pil intorno al +6% a fine anno. Segno che cittadini e imprese possono guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi dopo i pesanti danni causati dal Coronavirus. La crescita globale porta però con sé anche il forte incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Le bollette di elettricità e gas avrebbero subito un aumento generalizzato, già dal mese di ottobre, che non potevamo consentire. Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica ad aver acceso i riflettori sulla necessità di un intervento immediato.
Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica è stata sensibilizzata sul reale rischio dell’aumento considerevole delle bollette elettriche ascrivibile ai forti rincari delle materie prime. Il problema, purtroppo, era già noto agli “addetti ai lavori” ma, come spesso accade, era stato accantonato considerandolo non prioritario nel dibattito politico attuale. L’uomo talvolta, nel suo cammino, inciampa nella Verità ma si rialza immediatamente per continuare la propria strada…
Sul caro bollette scontiamo il ritardo nella transizione ecologica: se si fosse accelerata l'installazione delle rinnovabili il peso del gas nel nostro mix elettrico sarebbe stato decisamente inferiore. Lo ha spiegato bene il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, dicendo che solo un quinto dell'attuale aumento dei prezzi dell’energia può essere attribuito alla crescita del prezzo della CO2 e soprattutto che se avessimo fatto il Green Deal cinque anni fa saremmo meno dipendenti dalle fonti fossili e dal gas e non saremmo in questa situazione.
La polemica sui rincari dei costi energetici ha riempito le pagine dei quotidiani e il dibattito politico nei giorni scorsi, sulla scorta delle dichiarazioni per certi versi incaute di alcuni esponenti del Governo. Affermazioni che hanno creato preoccupazione ed allarmismo nei cittadini, già messi a dura prova dalle conseguenze che la pandemia ha determinato sul piano economico, nonché esasperati dai costi energetici su cui grava una tassazione eccessiva.
Come sia nata la bufala del legame tra 5G e Covid è difficile da capire, perché come tutte le bufale anch’essa affonda le radici nella mancanza di conoscenze scientifiche specifiche. Quel che è certo è che questo nesso causale non esiste e che la fake news è durata il tempo di una veloce verifica dei dati scientifici che hanno escluso qualunque tipo di legame fra la diffusione del virus e l’implementazione del 5G. Tuttavia, va constatato un altro tipo di dato: ossia che il 5G si sta dimostrando uno dei bersagli preferiti da parte di negazionisti e complottisti, con una lista di bufale che via via si fa sempre più lunga.
La sempre più spesso evocata transizione ecologica sarà necessariamente costosa in considerazione della necessaria e radicale trasformazione del modo in cui ci si approvvigionerà, si distribuirà e si consumerà l’energia in futuro. Secondo il paradigma della just transition, il processo di transizione dovrebbe anche essere accompagnato da misure volte a “schermare” i soggetti più vulnerabili.
Se prendere coscienza dei problemi è certamente un primo passo per arrivare a risolverli, mettere mano alla normativa e trasformare le possibili soluzioni in provvedimenti legislativi costituisce il vero fattore di successo. Nel caso della “riqualificazione energetica” degli edifici, questo assioma è facilmente dimostrabile, perlomeno in Italia. Nonostante, infatti, se ne parlasse da tempo, il concetto è divenuto tangibile quando, nella Finanziaria 2007, venne introdotta la possibilità di ottenere detrazioni fiscali per migliorare le performance energetiche degli edifici.
Il tema della povertà energetica negli ultimi anni ha acquisito sempre più rilievo nello scenario politico europeo e nazionale. Già con l’approvazione da parte dell’UE del cosiddetto Winter Package ossia il pacchetto Clean Energy for All Europeans, comprensivo di 8 direttive tra cui la Governance Regulation, l’Europa invitava tutti gli Stati Membri a dare una definizione nazionale di povertà energetica, al fine di poter fornire una misurazione quantitativa e consequenzialmente avviare politiche di mitigazione e contrasto.
Il tema della povertà energetica irrompe nelle politiche climatiche ed energetiche comunitarie, con la recente pubblicazione delle raccomandazioni sull’energy poverty da parte della Commissione europea e la contestuale pubblicazione del piano sulla riqualificazione energetica degli edifici che prende il nome di Renovation Wave. Una duplice presa di posizione che dimostra come anche da parte dell’Unione europea vi sia un riconoscimento del legame che unisce l’efficienza energetica e l’accesso equo all’energia. Ne parliamo con Monica Frassoni, presidente della European Alliance to Save Energy.
Concorrenza e trasparenza sono due elementi imprescindibili per garantire la tutela del consumatore di elettricità e gas sul mercato retail. Molto è stato fatto, ma ancora esistono delle criticità che vanno superate. Serve una maggiore tracciabilità delle aziende che operano sul mercato e viene richiesto, ormai da anni, l’istituzione di un albo dei fornitori. Ne abbiamo parlato con il Dott. Alessandro Petruzzi, Responsabile Dipartimento Energia di Federconsumatori.