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Con 278 voti favorevoli e 328 contrari, lo scorso 6 luglio il Parlamento europeo ha respinto il veto sull’introduzione di gas e nucleare nella tassonomia europea proposta dalla Commissione. Si perde così un’importante occasione per eliminare l’atto delegato, proposto della Commissione e appoggiato da molti Stati Membri, che aggiunge l’energia elettrica generata da queste due fonti all’elenco delle tecnologie sostenibili e allineate alla transizione ecologica, e che entrerà dunque in vigore il 1° gennaio 2023.
In Italia il problema della gestione dei rifiuti “nucleari”, più correttamente definiti “rifiuti radioattivi”, riguarda i rifiuti provenienti dalla produzione di energia e dalle operazioni di decommissioning delle quattro centrali nucleari, chiuse all’indomani del disastro di Chernobyl nel 1987 a seguito di un referendum popolare.
A fine luglio dello scorso anno a conclusione del G20 Ambiente, John Kerry e Roberto Cingolani avevano espresso la delusione per la mancata adesione di Cina e India alla proposta del phase out del carbone a partire dal 2025.
Cina e India avevano confermato quanto già messo in evidenza nei programmi nazionali per l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici: la transizione verso emissioni zero delle due economie emergenti ha bisogno del supporto del carbone come “back up” per lo sviluppo delle fonti alternative senza compromettere la sicurezza energetica.
La storia della Francia si intreccia con l'applicazione civile del nucleare. Si comincia con la scoperta della radioattività tra fine 1800 e primi anni del novecento da parte di Antoine Henri Becquerel e Pierre e Marie Curie e poi con quella dell'energia nucleare da parte di Frédéric Joliot e della moglie Irène, figlia della coppia Curie. Questi 5 scienziati francesi saranno premiati con l'assegnazione di 6 premi Nobel, 3 in Fisica e 3 in Chimica. Dopo la seconda guerra mondiale, la Francia ha avviato un programma nucleare con la creazione della CEA (Commissione per l'energia atomica) che l'ha portata, negli anni '60, a sviluppare una forza di deterrenza nucleare che ne ha fatto un partner importante perché si posizionava fra i 4 maggiori paesi che all’epoca la possedevano. Allo stesso tempo, ha avviato un programma nucleare civile predisponendo la costruzione dei primi reattori. Una vera e propria svolta in materia di nucleare si avrà, però solo negli anni '70 dopo gli shock petroliferi, quando la Francia fissò l’ambizioso obiettivo di diventare indipendente energeticamente grazie al ricorso al nucleare.
Questo è un periodo che decisamente riserva tante brutte sorprese. Il mese di aprile in Francia è cominciato male. Il gestore della rete elettrica RTE chiede esplicitamente ai francesi di...diminuire il consumo elettrico. Il comunicato di RTE è molto chiaro: “A causa di temperature più basse della media, il consumo di elettricità sarà elevato lunedì 4 aprile 2022 e potrebbe raggiungere 73.000 MW entro le 09:00.
Le emissioni di gas serra rilasciate dal gas naturale costituiscono ormai da tempo un forte incentivo a ridurne i consumi. Tuttavia, i forti aumenti dei prezzi registrati nel 2021 e l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 hanno reso il gas naturale una fonte costosa e insicura, incentivando ancora di più una sua sostituzione con fonti di energia più pulite, più economiche e più sicure. In questo quadro si inseriscono le proposte dei sostenitori dell'energia nucleare che ambiscono a una rapida espansione dell’atomo come risposta politica alla crisi attuale.
Puntualmente, ad ogni crisi geopolitica si pone il problema di definire e adottare una strategia energetica che renda più indipendenti sia per quanto riguarda le fonti energetiche che i relativi approvvigionamenti. Purtroppo la definizione di una strategia energetica e la sua applicazione richiedono tempi non compatibili con le esigenze temporali originate dalle varie crisi. Basti pensare al problema dei cambiamenti climatici che sono stati affrontati con forte ritardo e la cui soluzione richiederà come minimo diversi decenni.
Il primo turno delle presidenziali di domenica scorsa in Francia si sono concluse con ancora in lista per la vittoria Emmanuel Macron e la sua storica rivale Marine Le Pen. Il 24 aprile prossimo, la Francia sarà chiamata ad eleggere il suo ventiseiesimo Presidente. Tanti i temi che hanno infiammato la campagna elettorale, tra questi la transizione energetica e il ruolo da assegnare all’energia nucleare. Di questo aspetto ne abbiamo parlato con Carlo Mongini ricercatore dell’Osservatorio Europa e Governance Globale all’ISPI
Ho sempre ritenuto che un’eventuale esclusione del gas naturale e del nucleare dalla tassonomia UE che definisce le regole per la finanza cosiddetta sostenibile, sarebbe stato un madornale errore che avrebbe finito per impattare negativamente proprio sulla transizione energetica che si vorrebbe implementare. Un involontario effetto boomerang come sempre accade quando le decisioni sono offuscate dall’ideologia.
La Tassonomia UE per le attività sostenibili è uno degli strumenti principali con cui l’Unione Europea intende canalizzare gli investimenti verso le attività sostenibili e, in questo modo, supportare l’obiettivo di un’economia a zero emissioni entro il 2030. Non sarà un processo semplice: alcune aziende, soprattutto tra le PMI, potrebbero non avere la forza finanziaria per i necessari investimenti; per molte altre sarà l’occasione per un salto tecnologico che potrebbe proiettare la nostra economia in una nuova fase.