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MONDO ENERGIA | 58 ARTICOLI

L’evoluzione tecnologica ed energetica richiesta dalle smart city

Secondo le Nazioni Unite, nel 2050 circa il 66% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani che già oggi assorbono il 75% dell’energia totale globale e sono responsabili di circa il 70% delle emissioni di biossido di carbonio (CO2), nonostante occupino solamente il 2,6% della superficie terrestre. Alla luce di queste premesse, le smart city possono rappresentare una soluzione reale per superare adeguatamente le sfide portate dall’urbanizzazione, dalla rapida crescita della popolazione, dal deterioramento delle risorse energetiche e dall’inquinamento ambientale. 

Investire in nuovi impianti è la vera alternativa alla discarica

Il “Pacchetto Economia Circolare”, approvato dal Parlamento Europeo ed in via di recepimento da parte degli stati membri, si presenta come il fine a cui tendere nella gestione del rifiuto urbano al 2035. La direttiva quadro stabilisce infatti gli obiettivi minimi di riciclaggio (65%) e di smaltimento in discarica (10%) da raggiungere, stilando anche un percorso di crescita della percentuale di riciclaggio: 55% entro il 2025 e 60% entro il 2030.

Digitalizzazione dell’energia: la normativa sta al passo?

La nuova disciplina che l’Unione europea sta disegnando per la transizione energetica (il cosiddetto “Clean Energy Package”) contiene  un insieme di strumenti che sono finalizzati da una parte a consentire  ai cittadini e alle imprese l’installazione di impianti di produzione di energia in prossimità dei propri centri di consumo e la simultaneità fra tale produzione e il consumo; dall’altra a garantire ai produttori e ai consumatori una ricaduta economica almeno equivalente ai vantaggi in termini ambientali e nella gestione delle reti che derivano da una migliore coordinazione tra produzione di energia rinnovabile e consumo.

La tecnologia energetica al servizio dell’innovazione: dal SET Plan alla Mission Innovation Initiative

La Politica Europea dell’Energia è stata negli ultimi anni determinata dalla Energy Union, orientata a raggiungere entro il 2020 cinque obiettivi strategici prioritari: 1) la sicurezza energetica (approvvigionamento);  2) un mercato interno dell’energia pienamente integrato (sia elettrico che gas);  3) l’efficienza energetica come contributo alla riduzione della domanda di energia; 4) la de-carbonizzazione dell’economia; 5) un’unione dell’energia per la ricerca, l’innovazione e la competitività.

Idrogeno: un futuro non solo nella mobilità?

Il 2018 si sta rivelando un anno di svolta per l’idrogeno: se in passato veniva percepito come vettore energetico per un futuro lontano, oggi le dichiarazioni degli Stati, l’impegno delle industrie e le applicazioni in commercio dimostrano che quel futuro lontano è già arrivato.

Il ruolo dell’idrogeno è riconosciuto a livello mondiale per il contributo significativo che può dare nella transizione verso un sistema energetico a zero emissioni, grazie alla sua versatilità e alla possibilità di impiego in diversi settori.

La gestione dei rifiuti in Italia a 20 anni dal Decreto Ronchi

A 20 anni dalla pubblicazione del D.Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997, comunemente noto come “Decreto Ronchi”, si può fare una riflessione sui contenuti e sugli effetti prodotti da quella normativa anche per trarre spunti e riflessioni utili per l’imminente recepimento nell’ordinamento nazionale del pacchetto di Direttive europee in materia di rifiuti-circular economy che entreranno in vigore il prossimo 4 luglio.

La priorità del riciclo fu un cardine del disegno del D.Lgs. 22/97: priorità che richiedeva il raggiungimento di livelli elevati di raccolta differenziata.

UE: le quattro nuove direttive sull’economia circolare

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Ue del 14 giugno, le quattro direttive che compongono il nuovo pacchetto normativo europeo sull’economia circolare saranno pienamente in vigore il 4 luglio 2018: si tratta delle conclusione di un percorso che ha impiegato esattamente 4 anni per dispiegarsi, da quando la Commissione europea guidata da José Barroso avanzò per prima la proposta.

Anche se il termine ultimo per il recepimento da parte degli Stati membri è fissato per luglio 2020, la prova dei fatti inizia adesso.

Il settore dei rifiuti alla vigilia della regolazione nazionale

Il settore dei rifiuti sta attraversando una fase di profonda trasformazione e di evoluzione strategica a livello europeo e nazionale. In poco più di 20 anni siamo passati dalla gestione dei rifiuti come scarti da cui liberarsi al nuovo paradigma economico dell’economia circolare dove i rifiuti diventano beni da riutilizzare o riciclare come materia prima seconda nei cicli produttivi in un’ottica di simbiosi industriale.

Tuttavia, il settore in Italia attraversa una profonda crisi che ha le sue radici nella poca lungimiranza degli enti competenti nel pianificare un’adeguata rete di impianti sul territorio nazionale.

L’Agenda 2030 e l’energia: impegni europei e situazione italiana

L’impegno sottoscritto nel settembre 2015 da tutti i Paesi dell’Onu configura un’Agenda articolata in 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs nell’acronimo inglese di Sustainable development goals), che spaziano dalla sostenibilità sociale a quella economica, dall’ambiente ai diritti civili.

L’Agenda 2030 sostituisce i precedenti Millennium Development Goals (MDGs), che valevano per il periodo 2001 – 2015. A differenza degli MDGs, gli SDGs valgono per tutti i Paesi del mondo e non soltanto per i Paesi in via di sviluppo. Inoltre sono stati elaborati con una significativa partecipazione della società civile, attraverso anni di confronto in molte sedi.

L’Emilia Romagna e la sfida che porta alla sostenibilità

Come si coniugano gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile e i target europei al 2030 con la realtà dell’Emilia Romagna? Quale ruolo e prospettive per il sistema economico ed energetico regionale?”

L’adozione della Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile, diretta derivazione dell’Agenda 2030 dell’Onu, ha aperto una nuova fase in cui il ruolo assegnato alle Regioni è decisivo. A loro spetta il compito di declinare i 17 obiettivi fissati dalle Nazioni Unite nelle loro politiche e – per riuscirci – penso sia necessario mettere prima di tutto in chiaro il metodo da seguire: partecipazione delle scelte, che è premessa perché siano condivise - perciò più efficaci in quanto fatte proprie anche dalla comunità - e integrazione delle politiche, dal momento che il vero approccio vincente è quello che punta ad una visione complessiva, non settoriale.

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