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MONDO ENERGIA | 23 ARTICOLI

Da Suez a Hormuz: i rischi di un conflitto che passa per gli stretti

L’attacco con missili e droni lanciato dall’Iran contro Israele – risposta al bombardamento israeliano del consolato iraniano a Damasco – ha riacceso i timori di un conflitto su larga scala in Medio Oriente. La successiva risposta israeliana su territorio iraniano ed altri attacchi contro milizie filo-iraniane in Iraq stanno portando ad una nuova fase dello scontro tra i due Paesi, una in cui il conflitto è passato dall’ombra alla luce del sole con attacchi diretti – seppur circoscritti.

I calcoli della strategia energetica iraniana

Periodicamente, l’intensificarsi dei conflitti e degli scontri armati in Medio Oriente solleva lo spettro di una chiusura al traffico marittimo dello stretto di Hormuz, attraverso il quale si accede al Golfo (Persico o Arabo, a seconda dei punti di vista) dall’Oceano Indiano. 

Red Sea LNG route increasingly uncertain

 The route for LNG traffic through the Red Sea is becoming increasingly uncertain, after Qatar, the biggest user of the route for LNG cargoes in 2023, paused from sending its ships via the Red Sea. During the weekend of 13-14 January, the Middle Eastern producer halted ships that had been heading through the Red Sea towards the Bab al-Mandab strait at the bottom of the sea. Three laden tankers that were heading west to Europe paused to wait by Oman: the Al Ghariya, Al Huwaila and Al Nuaman.

GNL: sempre più incerta la rotta del Mar Rosso

La rotta del Mar Rosso dedicata al transito delle metaniere sta diventando sempre più incerta, dopo che il Qatar, confermatosi l’anno scorso il principale utilizzatore di questa rotta per i carichi di GNL, ha sospeso l’invio delle sue navi. Nel fine settimana del 13 e 14 gennaio, il produttore mediorientale ha fermato le navi che attraversavano il Mar Rosso attraverso lo stretto di Bab al-Mandab, in mezzo al mare.

Il reale impatto sul commercio della rischiosità nel Mar Rosso

Nel sentito comune esiste un inossidabile sillogismo: se il Medio Oriente va in ebollizione, le quotazioni dell’oro nero e dei noli esplodono. Invece, da oltre 100 giorni la Striscia di Gaza è un fuoco scoppiettante, ma il Brent nel corso dell’autunno è andato in discesa e dopo l’attacco di Gran Bretagna e Stati Uniti agli Houthi ha registrato solo un leggero, inevitabile, recupero.

L’impatto della crisi bancaria sui mercati energetici

Il fallimento di Silicon Valley Bank negli USA ha generato diverse ripercussioni all’interno dei mercati finanziari, coinvolgendo anche alcuni segmenti del mercato energetico. La banca, caratterizzata da un elevato grado di concentrazione dei depositi da parte di venture capitalists,  ha investito le risorse finanziarie comprando titoli obbligazionari (treasuries) e mortgage backed securities a medio-lungo termine in un momento in cui i tassi di interesse ed i rendimenti erano molto bassi.

La decarbonizzazione passa dall’implementazione delle norme di sicurezza

La sfida della decarbonizzazione coinvolge tutti gli stakeholder a ogni livello, e anche il Corpo dei Vigili del Fuoco è impegnato in questo campo. Come Corpo siamo da sempre attenti al tema del cambiamento climatico e a come i nuovi vettori energetici si inseriscono in questo contesto.

Da qui muove la necessità di un aggiornamento delle regole tecniche che afferiscono a questi prodotti, fra cui per l’appunto GNL,GPL.

GPL e GNL: due opzioni sul tavolo per il superamento della crisi

La Direzione generale Infrastrutture e Sicurezza del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è da sempre particolarmente attenta ai temi dei settori del GPL e del GNL, e ancor più in questo periodo così intenso scaturente dal conflitto russo-ucraino, in cui i temi della sicurezza energetica e degli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di CO2 occupano quotidianamente le agende.

Le rinfusiere ed il commercio di energia: funzionamento e fondamentali di mercato

La crisi in Ucraina ha determinato un crescente interesse per il commercio delle materie energetiche, dal petrolio al carbone passando per il gas naturale. Mentre il commercio intra europeo di petrolio e gas avviene, per lo più, tramite condotte, la maggioranza delle importazioni extra-europee avvengono via nave, così come la quasi totalità dell’import di carbone. Per tale motivo è importante determinarne il funzionamento e le principali criticità di mercato.

Cosa grava sullo shipping di risorse energetiche?

Il legame tra le navi e il traffico di materiale energetico è strettissimo, giacché per mare viaggia una quantità impressionante di questo genere di cargo. È molto il gas naturale quotidianamente imbarcato sulle cosiddette LNG carriers, sebbene i metri cubi che finiscono a bordo di queste navi siano una frazione contenuta del metano, propano, ecc. internazionalmente commerciato, trattandosi d’idrocarburi principalmente trasferiti via condotta. Come pure è moltissimo il carbon fossile spedito via mare. Siamo, infatti, in questo caso di fronte a un bene fondamentale per il funzionamento tanto del settore siderurgico, quanto degli impianti alimentati a vapore. E quest’ultimi sono tuttora parecchio diffusi. Particolarmente, in Asia, la quale è un’area largamente dipendente dalla lignite, dalla litantrace, ecc. recuperabile in Australia, in Sud Africa e in Russia.

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