Mentre in Europa si organizza il funerale del petrolio, il resto del mondo pensa ad investire per garantire i rifornimenti di petrolio per i prossimi decenni. La crescita della domanda di petrolio nel mondo sta avvenendo a ritmi elevati ed impensabili. Ha ormai superato il tetto dei 100 milioni di barili al giorno, assestandosi per il 2025 sui 105 milioni di barili al giorno. Riuscire a coprire questo livello di domanda richiederà investimenti finanziari enormi, sfide tecnologiche gigantesche, una ristrutturazione del settore della raffinazione, un ripensamento del mercato petrolifero internazionale.
The end of Russian gas transit via Ukraine on 1 January 2025 was a significant event, and another step in the decline of Russian gas supplies to Europe. Deliveries via TurkStream to South-Eastern Europe and Hungary now remain the only route for Gazprom to supply gas to a European market where it was once the single largest supplier.
La cessazione, il 1° gennaio 2025, del contratto di transito del gas russo attraverso l'Ucraina ha rappresentato un altro tassello nel declino delle forniture di gas dalla Russia all'Europa. Le consegne tramite TurkStream all'Europa sud-orientale e all'Ungheria rimangono ora l'unica via per Gazprom per fornire gas a un mercato europeo, che un tempo dipendeva per la maggior parte del suo import da Mosca.
L'interruzione delle esportazioni di gas russo via Ucraina, avvenuta il 1° gennaio, giunge in una fase in cui l'Italia già da tempo ha drasticamente ridotto la sua dipendenza da Mosca. Per questo l'impatto immediato sul sistema è stato finora modesto e non dovrebbe essere particolarmente complesso rimpiazzare i volumi mancanti.
La transizione energetica è un processo necessario ma alquanto complesso: una sfida che si sta confrontando con un’altra altrettanto importante, ovvero quella digitale. È in continuo aumento il numero dei data center e con esso il loro consumo di energia, anche in ragione dello sviluppo dell’intelligenza artificiale.
A quasi un quarto di secolo dalla norma che l'ha avviata, la riforma del servizio di distribuzione gas detiene un record poco invidiabile: tra le misure di policy che hanno visto la luce nello stesso periodo nell'energia è quella in cui più stridente è il contrasto tra la quantità di lavoro fatto per realizzarla e i risultati ottenuti. Mentre l'energia va incontro a nuovi profondi cambiamenti, vale la pena di fermarsi a rifletterci, quantomeno per non ripetere esperienze simili.
A ventiquattro anni dal Decreto Letta, le gare per la distribuzione gas restano una svogliata promessa. E a venticinque anni dal Decreto Bersani, le gare per la distribuzione elettrica sono ancora una remota speranza. Sebbene la storia sia diversa, come in un romanzo, i due versanti si fondono perché ci sono forze economiche, tecnologiche e politiche che li spingono in tale direzione.
L’International Gas Union (IGU) ha recentemente accolto con favore il WEO 2024 dell’AIE e il suo richiamo a maggiori investimenti per un’espansione del ruolo giocato dalle energie pulite.
Tutti i tasselli ci sono ed il puzzle ormai si sta componendo in un nuovo disegno del sistema elettrico in cui i mercati spot vengono confermati ma con un ruolo focalizzato al solo dispacciamento efficiente delle risorse, ossia l’individuazione degli impianti più efficienti da far produrre in ciascun momento. Il compito, invece, di fornire segnali per indirizzare le scelte di investimento viene “strutturalmente” demandato ad una serie mercati di lungo termine che si trovano oggi in una fase più o meno avanzata di implementazione.
Negli ultimi decenni, il mondo ha assistito a una crescente consapevolezza riguardo alla necessità di una transizione energetica verso fonti rinnovabili e sostenibili. Questo cambiamento è diventato una priorità globale, con molte nazioni impegnate a ridurre le proprie emissioni di gas serra e a promuovere l'adozione di energie pulite.