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Mediterraneo Orientale: il futuro del gas tra irrazionalità economica e pulsioni geopolitiche

In un contesto di prezzi del gas in caduta, le strategie energetiche dei principali attori regionali appaiono plasmate da motivazioni squisitamente strategiche che ben poco hanno a che vedere con il pragmatismo economico. La pandemia sembra non aver smussato le tensioni politiche e la lotta per il gas continua a increspare le acque del Mediterraneo Orientale.

USA: difendere l’unconventional per mantenere la leadership globale

Negli Stati Uniti il Covid-19 ha avuto ricadute pesanti sul settore Oil & Gas, accentuando le criticità legate a un contesto internazionale caratterizzato da prezzi bassi. Così come per altri paesi produttori, il comparto energetico sta risentendo del calo dei consumi conseguente alle misure di lockdown imposte per contenere la pandemia. Un calo che secondo le stime della Energy Information Agency (EIA) nel primo trimestre del 2020 si è attestato sui 5,8 mil.bbl/g rispetto allo stesso periodo del 2019. 

Il percorso di decarbonizzazione del gas all’orizzonte 2050

Il 18 dicembre 2019 l'impianto "La Castellana" ha iniziato a produrre biometano e ad iniettarlo nella rete gas italiana. La struttura è situata in un'azienda agricola lombarda che ha adottato il modello “Biogas Fatto Bene” che consiste nella produzione di biometano da residui agricoli e colture stagionali, utilizzando gli scarti della digestione anaerobica come fertilizzante biologico. La Castellana è solo uno dei primi impianti di biometano in Italia, a cui ne faranno seguito molti altri negli anni a venire. Si stima, in particolare, che nei prossimi decenni la quantità di biometano prodotta su scala nazionale e trasportata, immagazzinata e distribuita attraverso l'infrastruttura gas esistente potrebbe attestarsi a 15 miliardi di metri cubi.

Perchè gas e rinnovabili elettriche non sono nemici

Il Patto verde per l’Europa o “European Green Deal” (visto che ormai non si possono chiamare anche le cose più semplici con un termine italiano) segnava già la direzione auspicata per lo sviluppo economico europeo dei prossimi anni prima della crisi del Covid19 ed è diventato un mantra durante il confinamento (o lockdown) che ne è seguito. Molti ripetono in coro: bisogna ripartire, ma non come prima e la prima cosa da fare è puntare sulla sostenibilità e quindi su uno sviluppo rispettoso dell’ambiente.

La crescita dell’insoluto ed i rischi sui venditori della filiera energetica

L’emergenza epidemiologica da COVID-19 attualmente in corso avrà un impatto sul sistema economico italiano diretto e indiretto per la sua connessione alle economie di altri paesi, di dimensioni ragguardevoli e, ad oggi, non misurabili. La stima indicata nel recente DEF di una riduzione del PIL nel 2020 dell’8% viene da molti ritenuta ampiamente sottostimata: un valore, considerate la predominanza di scenari avversi e la probabile debolezza anche della domanda estera, del 15% potrebbe, per quanto severo, essere più realistico.

L’impatto del COVID-19 sui venditori di energia: effetti di breve e lungo termine

La crisi generata dal COVID-19 può avere un impatto significativo sui venditori di energia elettrica o gas, sia dal punto di vista economico che finanziario. Dal punto di vista economico, ad esempio, il crollo dei consumi dei clienti riforniti, combinato con quello dei prezzi all’ingrosso, danneggia i venditori che hanno stabilizzato, con acquisti a termine, il costo di approvvigionamento di volumi che si rivelano di gran lunga superiori a quelli effettivamente forniti ai propri clienti.

Venditori di energia o erogatori di welfare?

“Ci sono troppi venditori al dettaglio di gas e luce”. Quante volte ce lo siamo sentiti dire? Anche, purtroppo, da associazioni di consumatori che dovrebbero invece nutrire lo stesso mio interesse verso una concorrenza più vasta possibile. Chiedersi come mai i venditori siano così tanti in un settore con margini bassi e rischi alti ha certamente un senso intellettuale, così come lo ha chiedersi perché alcuni facciano prezzi apparentemente da margini negativi o quasi.

Bolletta gas: cosa contiene e quanto pesano davvero gli oneri di sistema?

La bolletta dei consumi di gas naturale ricevuta dagli utenti, meglio definita dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) “bolletta sintetica”, è il documento di fatturazione valido ai fini fiscali che sintetizza le principali informazioni sui consumi effettuati nel periodo di riferimento e sulle modalità di gestione del contratto, includendo altresì un prospetto sistematico degli importi fatturati e delle modalità di pagamento. Conoscerne e comprenderne la struttura è elemento imprescindibile per una corretta gestione del rapporto di fornitura.

Il Green Deal, ovvero della difficoltà di separarsi dai fossili (e dalla mucca)

Dice l’Europa che (rispetto al 1990) entro il 2030 dovremo diminuire le nostre emissioni del 55% ed arrivare ad emissioni azzerate entro il 2050. Dice che per questo molto bisognerà investire e lancia per questo un European Green Deal. Che basti quello che prevede di investire, che i soldi si trovino e che gli investimenti siano canalizzati nella direzione giusta è agenda che ha già scatenato letteratura copiosa. Qui giusto qualche nota sul fossile e sulle difficoltà che il Green Deal (o equivalente) potrebbe incontrare.

La mobilità del Green Deal sarà immobile

Se non fosse per il COVID-19 saremmo tutti a parlare del Green Deal dell’Unione Europea. Non avendo più voce in capitolo sulle grandi questioni internazionali, l’UE ha trovato una nuova ragione per esistere: decidere come fra 30 anni dovrà essere il mondo. 30 anni fa il petrolio costava 24 doll/bbl ed era proibito costruire centrali elettriche funzionanti a metano perché si temeva che non ci fosse abbastanza gas naturale. L’UE voleva allora che il “70-75%” dell’elettricità fosse prodotta da nucleare e carbone! Non esisteva neanche la Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Questi riferimenti storici dovrebbero indurci ad essere modesti nel pretendere di definire il mondo di domani. Il mondo evolve non come lo decreta l’UE ma come lo creano la scienza e la tecnologia.

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