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Not-only Energy-only…

"Non è mai troppo tardi!" Così, con la riedizione di un refrain televisivo degli anni ’60, potremmo esultare all’affermazione in Europa dei mercati della capacità produttiva. Dunque, Capacity Market sia:  un’idea tutta italiana sin dal 2011, ispirata su alcune esperienze pionieristiche nei mercati energia degli Stati Uniti ed adattata al contesto europeo, è stata approvata nel 2018 dalla Commissione europea ed implementata nel nostro Paese già dal lustro scorso. 

2024: il nuovo corso delle rinnovabili in Italia?

Esattamente un anno fa, su queste pagine, tracciavamo un bilancio energetico del 2022 appena trascorso attraverso la lettura congiunta degli angoli del “trilemma dell’energia”. Il 2022 è stato l’anno in cui l’Europa e i suoi Paesi Membri si sono riscoperti vulnerabili dal punto di vista energetico. Si è posto il problema dell’accessibilità economica dell’energia; i prezzi del gas naturale nell’hub olandese TTF hanno raggiunto picchi di oltre 350 €/MWh nel terzo trimestre del 2022. 

Il ruolo degli stoccaggi per la sicurezza e flessibilità del sistema elettrico nazionale

Il processo di transizione energetica avviato in Europa, con l’obiettivo di accrescere significativamente la quota di energia rinnovabile e raggiungere la neutralità carbonica al 2050, impone uno sforzo congiunto di tutti gli attori, pubblici e privati. Il percorso di decarbonizzazione confermato dalla recente proposta del PNIEC del governo italiano, in linea con il contributo atteso per il raggiungimento dell’obiettivo europeo, prevede che entro il 2030 il 40% dei consumi lordi di energia e almeno il 65% della generazione elettrica siano soddisfatti con fonti rinnovabili. 

I falsi miti da spegnere per accendere il fotovoltaico

L’Italia non è un Paese ricco di combustibili fossili, ma abbiamo in abbondanza risorse energetiche rinnovabili, non a caso siamo Il Paese del Sole! Purtroppo, resistono ancora dei miti - tanto falsi quanto radicati - che a vario titolo finiscono per ostacolare lo sviluppo del fotovoltaico perché causano (ancora troppo spesso) opposizioni locali e dinieghi autorizzativi ai nuovi progetti.

Transizione energetica: l’investimento nel futuro corre sulle reti elettriche

L’era digitale e gli straordinari progressi della tecnologia hanno determinato cambiamenti sostanziali nel modo di intendere pressoché ogni ambito del nostro vivere sociale, dagli scenari macroeconomici alle relazioni lavorative e interpersonali, dalla fruizione dei beni di consumo al modo di spostarsi e viaggiare per il mondo.

Sicurezza energetica e sostenibilità: il ruolo dell’idroelettrico

La produzione di energia idroelettrica nazionale, oltre a rappresentare il 40% della produzione rinnovabile italiana, costituisce un sistema infrastrutturale rilevantissimo, sia per prevenire situazioni gravi di piene sia per lo stoccaggio e la regolazione dei flussi idrici. Oltre il 60% degli impianti idroelettrici nazionali ha un’età maggiore di 70 anni. Gli investimenti sono la via da percorrere per garantire che il settore idroelettrico del Paese continui a svolgere ed incrementi il proprio ruolo strategico per lo sviluppo del Paese.

Sicurezza energetica nazionale: una chiamata all’azione per le Regioni e i Comuni

Aumentare l’indipendenza e la sicurezza energetica nazionale, ridurre i rischi geopolitici e i costi dell’energia, assicurare forniture sostenibili a beneficio della competitività industriale, della crescita economica e della stabilità finanziaria dell’Italia. Elettricità Futura ha posto al centro dell’Assemblea Pubblica 2023 le priorità più rilevanti del nostro Paese ospitando il punto di vista del Governo con gli interventi in presenza di Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura e di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Nucleare in Italia: perché sì

Dopo l’incidente di Chernobyl, l’Italia ha abbandonato il nucleare, riformulando le proprie politiche energetiche senza contare su questa fonte. Altri paesi, però, in tutto il mondo, non solo hanno continuato a utilizzare il nucleare, ma stanno dando vita a nuovi sviluppi. Oggi a distanza di quasi 40 anni, si riapre il dibattito sull’opportunità o meno di puntare su questa fonte anche nel nostro paese.

Nucleare in Italia: perché no

Secondo l’ultima versione del PNIEC inviata a luglio a Bruxelles, le rinnovabili dovrebbero soddisfare il 65% dei consumi finali di elettricità nel 2030, con una quota aggiuntiva di potenza pari a 74 GW.  Considerato il calo del costo del fotovoltaico e il fatto che una parte dei progetti di eolico offshore vedrà la luce nel prossimo decennio, possiamo immaginare che prima del 2040 la percentuale di elettricità verde raggiungerà o oltrepasserà l’80% della domanda elettrica (che è, peraltro, l’obiettivo della Germania per il 2030).

Nucleare: l’importanza della ricerca scientifica

La ricerca scientifica e tecnologica relativa agli usi pacifici del nucleare riveste un ruolo fondamentale nello sviluppo di ogni paese in relazione ai tanti benefici, diretti ed indiretti, che ne derivano, ed ha importanti ricadute in molteplici ambiti e settori. Esistono, infatt, i vari modi di declinare i possibili impieghi dei risultati ottenuti, a seconda di chi sia il principale utente finale della ricerca stessa.

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