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Più rinnovabili e contratti a lungo termine per ridurre i prezzi dell’energia

La ripresa delle grandi economie mondiali (Stati Uniti, Cina e India in particolare) ha determinato un forte aumento della domanda di gas. Il quadro geopolitico, con le crisi in Kazakistan e Ucraina, sta esacerbando le tensioni sui prezzi.  Il costo dell’energia elettrica sale perché è aumentato di oltre quattro volte il prezzo del gas rispetto alla media degli ultimi anni (oggi è di 85 €/MWh a fronte di 20 €/MWh in media negli scorsi anni) con cui viene prodotta la maggior parte dell’elettricità in Italia e in molti Paesi europei.

2020: a livello globale record nella stipula di PPA

Nonostante gli effetti devastanti del Covid-19 sull’economia, sia diretti (lockdown) che indiretti, il 2020 ha globalmente registrato un ulteriore record nella stipula di PPA. Secondo i dati resi noti da Bloomberg: 23,7 GW, con incremento del 17,9% sul 2019 (20,1 GW).  Un risultato oltre tutto conseguito malgrado il robusto calo dell’apporto del continente americano: 13,6 GW contro i 16,3 GW dell’anno precedente, su cui ha soprattutto pesato la diminuzione dei PPA stipulati negli Stati Uniti (11,9 GW), che erano i tradizionali motori della loro crescita.

PPA in Italia: l’esperienza di Falck Renewables

I PPA sono contratti di medio e lungo termine tra i produttori e gli acquirenti di energia, che possono farlo ad un prezzo fisso o indicizzato. Esistono nel mercato da sempre, sono usati in altri ambiti e stipulati all’interno del settore delle commodities e quindi dell’Oil&Gas. Adesso sono diventati una norma anche per le rinnovabili. Perché?

La crisi delle materie prime colpisce l’industria eolica

Tira una brutta aria per l’industria eolica, ma potrebbe essere una fase transitoria. Il condizionale è d’obbligo per due ragioni. La prima e che fa propendere per scenari più ottimistici, è il potenziale ancora sopito del comparto. Ad oggi, i parchi eolici off-shore rappresentano solo lo 0,5% dell’energia elettrica mondiale, ma questa quota potrebbe moltiplicarsi per sette volte e addirittura di 50 volte entro il 2050. A dirlo è l’ultimo rapporto del Global Wind Energy Council (GWEC).

Gas verdi e rinnovabili: se non ora, quando?

Lo scorso 10 novembre l’International Gas Union (IGU) – associazione che con oltre 150 membri in tutti i continenti rappresenta oltre il 95% del mercato mondiale del gas in tutta la filiera – ha pubblicato il suo primo report sullo stato dell’arte dei low-carbon & renewable gas.

La premessa importante – e che magari non è nota – è che IGU promuove non solo il gas naturale ma anche tutte le “gas molecules” che possono permettere di abbinare lo sviluppo economico e la riduzione delle emissioni in coerenza con gli Accordi di Parigi e i Nationally Determined Contributions definiti dai singoli Paesi.

Il difficile sentiero che porta all’elettrificazione pulita

Il clima di generale insoddisfazione nei confronti degli esiti della COP26 di Glasgow riflette la consapevolezza che l’attuale traiettoria seguita dal settore dell’energia, responsabile di quasi tre quarti delle emissioni climalteranti, sia molto lontana da quanto sarebbe necessario per stabilizzare l'aumento delle temperature globali a 1,5 °C e per raggiungere gli altri obiettivi di sviluppo sostenibile. Al contrario, in base alle stime dell’Agenzia internazionale dell'Energia (AIE), nel 2021 si registrerà il secondo maggiore incremento annuo di emissioni di CO2 della storia, in larga misura in ragione di un aumento nell’utilizzo dei combustibili fossili (carbone e petrolio) e nonostante la crescente diffusione delle fonti rinnovabili e della mobilità elettrica.

Caro energia, le posizioni dei partiti e le scelte del Governo

Il 23 settembre scorso il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge “taglia bollette” per calmierare gli aumenti attesi su luce e gas a partire dal prossimo primo ottobre. Il provvedimento è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. In vista della conversione in legge da parte delle Camere, è possibile fare il punto sulle posizioni dei partiti in materia basandosi sul dibattito di giovedì scorso alla Camera sulle mozioni di maggioranza e opposizione.

Caro energia: le rinnovabili sono la soluzione, non il problema

In queste settimane, molta attenzione si è concentrata sul rischio di un incremento significativo del prezzo delle bollette di luce e gas. Il Governo è giustamente intervenuto con misure urgenti per contenere l’impatto di questo aumento su famiglie e imprese.  Si è intervenuti sull’IVA, portata per tutti al 5%, nonché sugli oneri di sistema, ovvero quei costi di gestione indipendenti dal consumo degli utenti, a beneficio di circa 29 milioni di clienti domestici e circa 6 milioni di piccole e piccolissime imprese.

Rispondere al caro bollette disegnando un nuovo scenario di politica energetica e industriale

L’Ocse stima per l’Italia una crescita del 5,9% nel 2021 e non è l’unica previsione che attesta il nostro Pil intorno al +6% a fine anno. Segno che cittadini e imprese possono guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi dopo i pesanti danni causati dal Coronavirus. La crescita globale porta però con sé anche il forte incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Le bollette di elettricità e gas avrebbero subito un aumento generalizzato, già dal mese di ottobre, che non potevamo consentire. Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica ad aver acceso i riflettori sulla necessità di un intervento immediato.

Dov’è finita l’energia made in Italy

Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica è stata sensibilizzata sul reale rischio dell’aumento considerevole delle bollette elettriche ascrivibile ai forti rincari delle materie prime. Il problema, purtroppo, era già noto agli “addetti ai lavori” ma, come spesso accade, era stato accantonato considerandolo non prioritario nel dibattito politico attuale. L’uomo talvolta, nel suo cammino, inciampa nella Verità ma si rialza immediatamente per continuare la propria strada…

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